Oscuri Vendicatori

Nov 6, 2012

Testi: Brian Michael Bendis
Disegni: Mike Deodato
Edizione USA: Dark Avengers Omnibus
Edizione ITA: Iron Man & gli Oscuri Vendicatori dal 20 al 34, oppure “SuperEroi: Le Leggende Marvel” n.14 (che contiene solo i primi 6 episodi più lo speciale Dark Reign).

OBSCURO

L’oscurità è una delle costanti che regolano l’universo, tanto quanto la luce, il chaos, la morte e la nascita.
Essa proviene da lontano e quasi non ha origine, se non in contesti più significativi e più concreti: il buio, la notte, l’ombra.
Il concetto che l’oscurità porta è quello di un qualcosa, o qualcuno, ad essa legato (in modo o maniera indissolubile, forse) e a cui torna.
Senza esagerare o terminare in panegirici, l’oscurità è uno degli esempi più belli del ciclo vitale, e non sempre tende all’aspetto negativo del concetto.
In essa si riconoscono aspetti (di vita e non), personaggi (della letteratura o intrattenimento e della vita reale), eventi storici (l’Evo Medio è uno dei periodi oscuri più importanti, la prima metà del XX secolo risulta più oscura di quanto luminosa appaia) e pensieri (il Decadentismo, per quanto nato a cavallo del moderno e contemporaneo, risulta oscuro e ricco di innovatività; sinonimo del semplice fatto che oscuro non sottintende negativo).
Ed è proprio a causa del suo aspetto opposto che si è portati ad un pensiero del tutto contrario, senza scorgerne la poca aulica luce che in esso risiede; siamo testimoni dell’età dell’oro che cede il passo a quella dell’argento e alla moderna.
Siamo figli di una letteratura in cui ci siamo mossi, per anni e decenni, su linee guida (non nostre, ma a noi dettate) e le abbiamo accettate per ciò che (forse) erano, le abbiamo fatte nostre e se abbiamo tentato di ribellarci allo schema, siamo solo stati reinseriti nello schema stesso.
Anche questo è (suo malgrado) uno degli esempi più belli del ciclo vitale.
Ma cosa accade quando la sicurezza degli eventi crolla pesantemente su tutti coloro che si sentivano al sicuro, cosa accade quando i nostri eroi smettono di esserlo e tendono ad abbandonarci, cosa quando tutto ciò avviene?
La crisi dell’economia, i sempre vivi focolai di guerra (tra Medio Oriente, Sud-Est Asiatico e Africa), i dissidi di una politica in cui molti non si riconoscono e altri stentano a credere il contrario, i dissapori di una generazione sull’orlo dello scompiglio e la ricerca di un futuro che non esiste (almeno per ora), la paura, la lotta.
Elementi come questi creano una immensa situazione in cui l’unica regola che sopravvive è la legge del più forte, dettata da una incapacità di gestione figlia della scorsa generazione (la cultura del voltarsi dalla parte opposta, tipicamente e tristemente diffusa nel nostro tempo e in quello precedente).
In questo insieme di condizioni, in questo amalgama di decenni, la fermezza di un segno, la potenza di un simbolo e la forza di un uomo (che prende una decisione, pardon, una posizione) ipnotizza sì tanto le masse da chiedere a gran voce di essere liberate, trascinate via da un collasso generale in cui l’unica via d’uscita è la caduta stessa.
Siamo testimoni di una democrazia che diviene imperativa e assoluta, siamo schiere di uomini in ginocchio, davanti ad antichi reali e padroni, siamo finiti; in questa nostra coscienza democratica abbiamo fallito e siamo soggetti perduti, in cui la nostra idea di nazione si muta in rivoluzione e, infine, in neo regno antico.
Un regno oscuro e nuovo, non propriamente benevolo, ma sicuramente duro e fermo su una decisione che porta a condizioni del tutto inesplorate.
Questo è il Regno Oscuro dettato da Norman Osborn e dalla sua Cabala (Dottor Destino, Hood, Emma Frost, Loki e Namor il Sub-Mariner).

DARK REIGN

Alla fine dell’Invasione Segreta portata avanti dall’impero skrull e dalla sua imperatrice Veranke, infiltratasi tra gli umani sotto le mentite spoglie della Donna Ragno dei Nuovi Vendicatori, il capo e leader dei Thunderbolts sferra un attacco congiunto coi Vendicatori, i Guerrieri Segreti di Nick Fury e i criminali del nuovo boss della malavita newyorkese, Hood, contro gli invasori alieni che stanno per inserire nel loro impero stellare anche il pianeta Terra.
La dura battaglia ha prodotto vittime celebri (Wasp/Janet è stata uccisa da Thor perché stava per tramutarsi in un’arma di distruzione di massa) ma nel momento più duro, quando le forze skrull sembra stiano per prendere il sopravvento, Osborn uccide la regina skrull e pone la parola fine all’invasione aliena; tutto ciò accade in diretta TV e segna l’inizio della presa di potere di Norman.
Tony Stark ha fallito, non ha protetto la Terra da questi invasori, Maria Hill ha fallito, non si è accorta dell’infiltrazione, lo S.H.I.E.L.D. ha fallito perché non ha svolto il compito per cui era stato creato.
Il presidente destituisce lo S.H.I.E.L.D., Stark e la Hill, affida a Osborn la possibilità di ricostruire dall’interno la struttura stessa e offre pieni poteri a colui che un tempo era il Green Goblin, nemico giurato di Spider-Man.
Il regno di Stark è finito, il sogno di Capitan America è morto con lui e ora è il momento di incoronare il nuovo sovrano e di vedere cosa farà per salvare il mondo, o almeno vendicarlo…
Il consiglio istituito da Osborn, La Cabala, è una distorsione eccessivamente innaturale di ciò che erano gli Illuminati di Stark (Xavier, Strange, Namor, Richards e Freccia Nera) e ha il solo ed unico presupposto di dividere il bottino e riorganizzare il mondo per intero; è lo stesso Norman che sceglie chi inserire e stupisce se tra personaggi come Hood, Loki e Destino egli inserisce la redenta Regina Bianca degli X-Men: Emma, si scoprirà poi, essere solo ed unicamente là per la questione mutante, questione che porterà all’ex Goblin la sua prima sconfitta, la sua più dura sconfitta.
Ma per ogni leader che si rispetti, su suolo di New York soprattutto, è normale che costui si circondi di eroi, eroi che devono portare un ordine nuovo e che devono rappresentare l’ideale da rinnovare, un gruppo simile ad un esercito che serve Osborn e Osborn solo.
L’Iniziativa è anch’essa nelle mani del nuovo signore dell’ordine mondiale e con sé porta tutti i cinquanta stati accentrati nelle mani di un uomo, ma il sociopatico megalomane non è interessato a questo (non ancora, almeno) ed inizia un arruolamento del tutto personale, che passa da alcuni Thunderbolts (tra cui Bullseye e Moonstone), arriva al nuovo Venom (Mac Gargan) e continua con Marvel Boy (Noh-Varr), Daken (il figlio di Logan/Wolverine) e due Vendicatori della vecchia formazione come Sentry e Ares.
Questi sono i suoi Vendicatori, questi quelli che lui approva: gli Oscuri Vendicatori.

OSCURI VENDICATORI

• Bullseye/Occhio di Falco: il folle Lester che centra sempre il suo bersaglio indossa i panni del vendicatore con arco e frecce; in grado di tramutare in arma qualunque cosa gli capiti tra le mani e maestro del lancio delle lame.
• Moonstone/Ms. Marvel: la psicologa Karla Sofen che possiede la Pietra Lunare, dalle molteplici capacità energetiche, tra cui invisibilità, intangibilità, volo, manipolazione della luce.
Karla diventa la Miss Marvel che Osborn desidera, considerando che la vera Miss Marvel/Carol Danvers rifiuta categoricamente di entrare nei suoi Vendicatori.
• Venom/Uomo Ragno: Mac Gargan è l’incarnazione ragnesca ai comandi di Norman.
• Ares: dio della guerra.
• Sentry: ovvero Robert Reynolds, l’eroe col potere di un milione di soli che esplodono, la furia dell’atomo e l’oscurità di Void (la nemesi nella sua mente).
• Daken/Wolverine: il figlio di Logan indossa il costume di suo padre e ne assume il nome.
• Marvel Boy/Capitan Marvel: l’alieno Noh-Varr assume l’identità di neo protettore della Terra; missione che un tempo fu di Mar-Vell.
• Iron Patriot: Norman Osborn che indossa una delle armature di Iron Man dipinta coi colori di Capitan America, il simbolo nel simbolo.

Il gruppo che viene creato e presentato al mondo come i nuovi difensori altri non è che un insieme di assassini, psicopatici e persone senza alcun freno, né equilibrio; basti pensare alla follia di Sentry che genera Void, all’insano Bullseye e al pazzo Venom, ad un Daken sempre in lotta con ciò che è e rappresenta (figlio di Wolverine, eredità paterna compresa) e ciò che più brama e ad un Goblin caduto e risorto come Stark e Rogers insieme, ma mai uguali.
Il piano di rinnovamento non esiste, se non nella parte più oscura ed inarrivabile della psiche osborniana e non basta che l’equilibrio di qualcosa di caotico sia assegnato alle abili mani di Victoria Hand (non a caso) con funzioni di Pepper personale di Norman.
Se H.A.M.M.E.R. è lo Shield che muore sotto deflagranti esplosioni e ne prende il posto, lo stesso dicasi coi suoi agenti (a cui Norman stesso fa affidamento attraverso reclutamenti Shield e Hydra) e coi Vendicatori, egli arriva addirittura a creare dei nuovi Thunderbolts (che userà come una vera e propria squadra segreta) e con ciò chiude l’esauriente desiderio che si era preposto sin dalla fine dell’invasione stessa: la sostituzione. Cambiare le carte in tavola non basta più a “Normy”, lui vuole cambiare pure il tavolo su cui poggiano le carte e il pavimento su cui poggia il tavolo; e se dovesse riuscirgli, cambierebbe pure la stanza in cui il pavimento si trova.
E’ una manovra giusta e corretta, è il patto della Cabala (tu aiuti me ed io aiuto te) e l’ex Folletto Verde mantiene fede alla sua parola e lo fa alla grande: nel momento in cui Victor viene riportato a Latveria (dopo gli eventi della Guerra Segreta Destino ha perso tutto, il regno, il castello. Tutto) si trova a dover fronteggiare Morgana Le Fay, una potentissima fata che medita vendetta nei confronti del Dottore.
Egli è totalmente imbrigliato dai poteri della donna; costei è la medesima che agisce nell’epoca arturiana e a cui lo stesso Destino deve molto della sua magia.
Alla chiamata di Victor risponde Norman, che porta con lui la formazione dei Vendicatori da poco assemblata e dopo una lunga battaglia (in cui Sentry viene fatto esplodere dalla fata) a Latveria i due riescono a sconfiggere Morgana e a bandirla nella preistoria, dopodiché Destino attingendo alla magia ricrea il suo castello e da inizio ad un nuovo regno.
Di ritorno a New York (dove, intanto, Clint Barton/Ronin ha pubblicamente attaccato Norman e i suoi Vendicatori) sulla ex Stark Tower si manifesta Sentry.
Norman comprende che il potere di Robert è così vasto da non poter essere calcolato e (come si vedrà successivamente) probabilmente non conosce limiti.

THE DARK SIDE

Brian Michael Bendis è stato più volte vicino a narrare personaggi al limite della sanità mentale o semplicemente character che non desiderano altro se non l’autodistruzione stessa; si definiscono quasi degli outsiders e i suoi Oscuri Vendicatori sono ciò che di più vicino al limite si può avere.
Se un gruppo di assassini e psicotici dovrebbe rappresentare la nostra primaria difesa, in un mondo sconvolto dall’interno è sin troppo evidente che l’autore di House of M e Secret War decide, anzi, sceglie, di dissentire su una serie di estremismi non indifferenti.
E’ una ribellione quella di Bendis, che nasce nel momento in cui si compie il passo della decontestualizzazione degli eroi, e con essa, del mondo in cui si muovono: il Dark Reign di Osborn non è così dissimile dalla Golden Age dei comics, dove il tutto era possibile e se l‘epoca d’oro degli eroi era il paradiso utopistico dei “super” questa altri non è che la distopia dei “villains”.
C’è uno di loro al potere e un altro lo guida nell’ombra (Loki), si è scelto che il giusto divenga sbagliato e l’eroe il criminale, l’autore stesso compie il passo ultimo nel momento in cui destituisce ciò che di buono esiste nel sistema di sicurezza del Marvelverse e lo sostituisce con una forma grezza e antica, che colpisce con la forza del passato e la pesantezza di un’eredità non troppo residua.
E’ uno schiaffo ai potenti di prima, che con le loro capacità e possibilità non hanno saputo dare sicurezza al mondo che li ha adorati, è l’oscena metafora del mondo passato che torna: un popolo che crolla e che si affida al potere di uno, esaltato dalle masse stesse e per quanto questa storia sia più triste e reale di quanto sembri, Bendis la filtra e la usa per gettare paura e terrore su ciò che ne conseguirà, perché al Regno Oscuro potrebbe non esserci fine.
Non vi è una costante di equilibrio, nulla è gestibile in queste storie e lo stesso Osborn tenta di tenere insieme pezzi già rotti e incollati più e più volte: come la psiche del povero Sentry, eroe dagli incredibili poteri corrotto dall’interno di una memoria che non riconosce e che rischia di farlo collassare in un eterno vuoto (Void) immortale e biblicamente devastante.
O Lester, che non ha mai smesso i panni di Bullseye e ha sempre tentato, in tutti modi, di aizzare lo stesso “patriota di ferro” contro se stesso e la sua squadra, o ancora Gargan, che dell’instabilità ne ha fatto un’arma (a doppio taglio, ma pur sempre un’arma) e che potrebbe esplodere da un momento all’altro senza non provocare danni irreparabili.
D’altro canto una sorta di equilibrio viene dettato da figure come Ares, il dio della guerra che sceglie di combattere e che potrebbe perdere molto a causa della sua natura belligerante (ma, infine, nobile) e da Karla/Ms. Marvel che, conscia del suo stupendo ruolo (uno dei personaggi più riusciti, ma si sa, Bendis e le sue donne fanno sognare sempre) e molto più umana di tante eroine che si “dipingono” tali.
E’ la ricerca di un sogno e la bellezza del recupero citazionista il lavoro che Bendis compie sui suoi Dark Avengers, talmente vivi che appena Noh capisce la verità scappa da loro e li abbandona o lo stesso Daken, che agisce con così tanto disinteresse da provocare le ire di Norman e fargli perdere quel suo caro savoir-faire, per poi elogiarlo per paura di veder venire meno anche solo una delle sue stupende e letali pedine.
E nell’operare una scelta di svolta Bendis viene affiancato dagli affreschi visivi di Mike Deodato, talento indiscutibile del disegno che diviene classe d’opera.
Basti pensare ai suoi giochi di luce e ombra, usati per narrare (non a caso) ciò che non può essere svelato alla luce del sole, anche se figlio dell’esplosione di mille soli, il Sentry di Deodato è più oscuro di tutti gli esseri che agiscono alla luce; è un dio biondo dagli occhi buoi ed è una mente potente ricca di silenzi lancinanti e terrore, pulsante nella sua dinamica fisicità e nella ricerca del plasticismo simbolico, figlio di una nota statuaria alta tanto quanto lo stesso Ares.
Ecco che i personaggi femminili (Karla e Victoria) sono equilibrati tra loro (e anche in conflitto, Deodato arricchisce le due con una vasta gamma di smorfie e espressioni) e lo stesso dicasi per le magistrali rappresentazioni di Norman Osborn: disegnato con le fattezze dell’attore Tommy Lee Jones, Osborn è reso nel migliore dei modi da un autore che ha ormai raggiunto una maestria tale, da soffocare le matite di tanti altri colleghi.
E’ una corsa verso la rappresentazione individuale delle icone e sceglie di farlo con pagine e pagine di ricercate tavole, da ricordare la potenza del suo Sentry e della bella Moonstone /Ms. Marvel e il lavoro svolto per rappresentare Robert durante la saga dell’Uomo Molecola o la battaglia contro Morgana.