Testi: Frank Miller
Disegni: John Romita Jr.
Edizione Originale: Daredevil, Man Without Fear, ottobre 1993-febbraio 1994
Edizione Italiana: 100% Marvel, brossurato, Panini Comics

Le origini di questo personaggio nato dalla penna di Stan Lee nel lontano 1964 sono ben note: figlio di un pugile sul viale del tramonto e ormai divenuto pedina della malavita locale, il piccolo Matt rimane drammaticamente vittima di un incidente che lo vede colpito al volto da materiale radioattivo, rendendolo cieco. La perdita della vista acuisce i restanti sensi all’estremo, e Matt diviene un vigilante con il nome di “Devil” per portare nelle strade quella giustizia che molto spesso non trova spazio nelle aule dei tribunali.

Quel che passa fra una storiella e una leggenda, non è altro che il talento del narratore. E Devil di aedi di enorme statura a cantarne le gesta ne ha avuti innumerevoli, a cominciare dal primo, il più grande.
Era il 1979 quando il giovane e promettente fumettista Frank Miller faceva il suo ingresso nel mondo del fumetto che conta, prestando le sue ambiziose matite a un personaggio sino ad allora di nicchia nella vasta produzione Marvel: DEVIL.
Il suo talento era enorme e poliedrico, tale da caratterizzarlo sia come disegnatore che come sceneggiatore, lasciando incapaci di scegliere in quale delle due discipline egli eccellesse di più. Bastano pochi numeri come disegnatore sulla serie Daredevil per far capire a Miller che egli avrebbe potuto rendere grande quel personaggio. Prende in mano le redini della testata anche come autore, e trasforma quello che era un buon fumetto di supereroi in un capolavoro noir. Ha inizio la creazione della “mitologia” di Devil. Da Elektra a Bullseye, dal Gladiatore a Kingpin.
Il Diavolo Rosso di Hell’s Kitchen non era più un personaggio di secondo piano, ma una delle più apprezzate superstar del fumetto mondiale.

Miller accompagnò il suo personaggio nel mito, e vi entrò egli stesso. Da quel momento sfornò altri immensi capolavori, The Dark Knight Returns, Batman: Year One, Sin City… Ma è il primo amore quello che non si scorda mai, e Devil fu protagonista di altre sue storie. The Man without Fear è una di queste.
Miller riprende il mito delle origini rivestendolo di un’aura epica e drammatica di straordinaria intensità; la strada è un microcosmo che consuma innumerevoli tragedie, ma che riserva spazio anche all’amore, alla compassione, alla scoperta.
La strada è l’incudine sulla quale la vita tempra il carattere del giovane Matt, battendo il duro ferro della sua coscienza con il maglio del dramma, e affinando la lama del suo senso di giustizia con la mola della disciplina.

È un miracolo che non sia un criminale, Matt Murdock. Avrebbe tutte le scuse e le attenuanti del caso per esserlo: nato e cresciuto nella povertà di un quartiere brutalizzato dalla malavita, un padre che gli insegna solidi valori ma che perisce ferocemente assassinato proprio per essersi dimostrato a essi fedele, un’infanzia trascorsa nei bassifondi e nella violenza.

“Il solo modo per impedire alle persone di essere cattive è fare delle regole. Delle leggi. In una lunga notte solitaria, il destino del ragazzo è segnato. Studierà le regole. Studierà le leggi.”

Regole. Matt ha dovuto impararne tante in strada, e la prima e più importante era che quando non c’è nessuno a farle rispettare, nulla conta, se non sopravvivere.

Vi chiederete quand’è che Matt diventa Devil. Forse non c’è un momento preciso, forse lo è sempre stato. Forse lo è diventato quando ha capito che se suo padre ha dovuto cedere al ricatto della mala l’ha fatto solo per lui, per proteggerlo. Per comprargli vestiti, per pagargli gli studi. Al modico prezzo della sua anima.
Matt diventa Devil quando viene colpito per la prima volta da un bullo, quando inizia a voler studiare le leggi, quando l’isotopo radioattivo lo rende cieco. Probabilmente il suo destino era già segnato. Interessante è invece pensare al perché lo diventi, è il suo riscatto verso i prepotenti. In un certo senso, tutto quello che fa è indirizzato ad arrecar danno a loro. Come una giustizia cieca, come una vendetta. Forse la differenza è più labile di quanto si pensi. Avvocato di giorno, diavolo vendicatore di notte. Ama la giustizia, probabilmente più di qualunque altro personaggio fumettistico, e fa quel che fa perché essa possa arrivare ovunque, anche dove le falle della legalità non arrivano.
Di giorno è un uomo di legge, ma di notte la infrange. Assicura i criminali al giudizio della società, salvo poi ergersene a unico giudice, giuria e carnefice.
Devil è un Uomo senza Paura, ma non c’è gioia in questo. Un uomo che non teme nulla è un uomo che non ha nulla. Matt è senza paura perché ha perso tutto quel che aveva da perdere.

Un personaggio antitetico Matt Murdock, sempre sull’orlo del precipizio, sempre fermo a oscillare su quella linea così sottile che separa il bene dal male, l’eroe dal mostro.
Ma questo non fa che renderlo ancora più caro al lettore, dal momento che quest’uomo, pur afflitto da una vita spietata e da mille debolezze, ha sempre rifiutato con coraggio di diventare una vittima.
Regole, leggi, giustizia. La vita di Matt è talmente scandita e solida da rendere ancora più affascinante e irresistibile il fascino della contravvenzione. Elektra.
L’amore più appassionato, è quello che sappiamo essere sbagliato. Quello che sappiamo non durerà.
Ci consuma, come un fuoco, lasciando solo cenere. Ma il suo ricordo brucia più di un pugno sui denti, riscalda come una fiamma mai spenta, ci tormenta con la promessa di un futuro ipotetico che non si realizzerà mai.

“Non ti porterò con me. Moriresti… o peggio. Farò molto meglio… a lasciarti. Andrò all’inferno da sola.”

Lei lo sa. Non si può cambiare ciò che si è. Non ci si può mischiare al nemico, mai. Pena la punizione.
E allora tieni il ricordo, conservi il tormento. Lo trasformi in energia, gli dai un senso, lo indirizzi verso uno scopo. La felicità cede il passo al dovere, all’icona, al mito.
L’incidente, la morte di Jack, le umiliazioni, Stick, Elektra, non sono che le lettere di un nome marchiato a fuoco sulle carni del destino: DAREDEVIL.

La cecità di Murdock diviene per Miller terreno fertile per tracciare i contorni di un mondo fantastico e suggestivo, fatto di odori, rumori, sensazioni. Un mondo ricostruito alla perfezione dall’unico disegnatore che poteva ereditare a cuor leggero il pesantissimo compito di succedere a un monumento come David Mazzucchelli, John Romita Jr.

Un uomo spreca a volte la sua intera vita per capire quale sia il suo destino. A Matt è stato rivelato, e paradossalmente è piuttosto semplice per lui assecondarlo. Deve solo concentrarsi. Schivare. Ascoltare. Colpire.

“Il costume è una buona idea. L’ho cucito io. Dio solo sa come mi sta”.

Ti sta alla grande, Matt.

A cura di Marco Cecini e Dejan Trevisan