Testi: Frank Miller (e Roger McKenzie)
Disegni: Frank Miller (e Klaus Janson)
Chine e Colori: Klaus Janson
Edizione italiana: Devil di Frank Miller Omnibus, Panini Comics, cartonato, 60 euro.
Edizione originale: Daredevil by Frank Miller and Klaus Janson v. 123 che contengono i seguenti albi: Daredevil #158-161, 163-167 (disegni, 1979–1980); #168–184, 191 (testi/disegni, 1981–83); #185-190 (testi, disegni di Klaus Janson, 1982–83); Daredevil What If #28;

Daredevil rappresenta uno dei primissimi lavori di Frank Miller come sceneggiatore ma già si intravede il potenziale rivoluzionario di questo dio incarnato in uno smilzo dal naso rapace e il volto faunesco.
Miller prende in mano un personaggio poco conosciuto e allora poco appetibile e ribalta tutto. Trasforma le atmosfere di McKenzie – che finora aveva riproposto le classiche scene “arriva il super-cattivo di turno coi superpoteri e il costume assurdo ma il nostro eroe lo sconfigge” con ancora addosso l’odore stantio degli anni ’70 – e crea un nuovo mondo, un nuovo eroe, una nuova concezione che non è più quella del “supertizio”. Questa nuova concezione, quasi una nuova visione si potrebbe dire, si comincia a notare già dal primo numero (#163). Leggete con attenzione i riquadri della voce narrante e confrontateli con quelli delle storie precedenti. Tutta un’altra prosa, un nuovo sentire, una nuova concezione artistica. Si passa dal classico “il nostro eroe fa questo quello e quell’altro” (e mentre lo leggete vi immaginate la voce fuori campo dei telefilm col classico “riusciranno i nostri eroi”) a una vera e propria voce narrante che già lascia intravedere quella di Sin City. O le sensazioni del Devil che volteggia sopra i grattacieli che già preannunciano il Goddamn Batman.

Le atmosfere “silver” lasciano il posto a una nuova era noir in cui la criminalità non è il solito freakume ma vero e proprio underground metropolitano e alta finanza manovrati da un padrino reale, terribile e perfettamente caratterizzato. E il super eroe non è più l’uomo con il dono eccezionale ma con i problemi psicologici del tutto tirati, esasperati e caricaturati inventati solo per farlo sentire più “umano”. Devil è umano nel vero senso della parola, è un uomo che ha sì un dono eccezionale ma che deve lottare per conservarlo, lottare per rimanere se stesso, lottare per dimostrare ogni momento di essere Eroe non per volontà divina ma perché ne è degno. La storia con la propria battaglia interiore in cui, cieco e debole, deve lanciare la freccia e fare centro (scagliarsi verso il proprio centro dopo aver sconfitto le proprie barriere mentali e spirituali) o anche la “scalata” di Elektra sono qualcosa di totalmente rivoluzionario per quegli anni (82-83). Thogal, Nanda Parbat e simili, meravigliose storie dei giorni nostri, non sarebbero esistite senza questi semi.

Certo, chi lo legge pensando di vedere il Miller del DKR o anche di 300, Sin City e altri suoi capolavori può rimanere deluso. Ma deve considerare che qui parliamo degli inizi, di un Miller giovanissimo di soli 24-25 anni che ancora conserva legami con il mondo fumettistico passato. Ma già assistiamo a un inizio di recisione di questi elgami e ai semi di una rivoluzione artistica e storica immensa. Se avete letto i capolavori del dio Miller e li avete amati, qui potete leggere l’uomo che prende coscienza di se stesso e comincia a sentire il bisogno di scrollarsi di dosso le spoglie mortali.

Da avere!