Y: l’ultimo uomo

Lug 10, 2011

Testi: Brian K. Vaughan
Disegni: Pia Guerra
Edizione originale: Y the Last Man USA
Edizione italiana: Y L’ultimo uomo, 15 albi brossurati editi da Planeta De Agostini
Formato: brossurato, 4,95 € ad albo

 

Nell’estate del 2002 una pestilenza di origine ignota ha distrutto ogni spermatozoo, feto e mammifero maturo con il cromosoma Y…

La premessa da cui hanno inizio le vicende di Y: The Last Man è tanto semplice quanto originale: cosa succederebbe se da un giorno all’altro sulla terra morissero tutti gli essere umani di sesso maschile? Cosa accadrebbe, se vogliamo vedere la questione da un altro punto di vista, in un mondo all’improvviso popolato da sole donne? A darci una possibile risposta è Brian K. Vaughan, autore americano creatore di valide serie a fumetti come Ex Machina e sceneggiatore, tra l’altro, della serie tv LOST.

Immaginate quindi realmente per un attimo cosa comporterebbe un evento del genere nella società odierna (ma anche in quella di qualsiasi altra epoca). Attraverso le vicende del giovane Yorick, un giovane escapista rimasto quindi letteralmente l’ultimo uomo sulla terra, possiamo ipotizzare una situazione simile analizzata da diversi punti di vista: trasporti, telecomunicazioni, politica, economia, sanità, commercio. Qualsiasi settore viene toccato da un evento di queste dimensioni costringendo le donne a una nuova età della pietra e a dover affrontare la mancanza di energia, di cibo, di acqua mentre ancora piangono la morte dei propri cari.

Affascinante vero? Ma come viene narrato tutto questo? Dicevamo di Yorick, il protagonista. Tutta la serie ruota attorno alla sua figura. Yorick è tutto fuorché un eroe. E’ un giovane di 22 anni come tanti, che si diletta nell’arte dell’escapismo accompagnato dalla sua scimmietta cappuccina Ampersand. I due scoprono di essere gli unici sopravvissuti all’epidemia che pare aver colpito il pianeta, e questo senza un motivo apparente. Cominciando un viaggio che li porterà per tutti gli Stati Uniti e non solo, avranno modo di incontrare sulla propria strada altre figure di rilievo che si riveleranno fondamentali nel corso degli eventi. Ovviamente, tutte donne.

E se i lettori di questo articolo, specialmente gli uomini, stanno pensando quanto potrebbe essere bello rimanere l’ultimo (e di conseguenza il miglior) partito sulla piazza, beh, si sbagliano di grosso. Per un mondo che muore infatti, uno nuovo ne prende il posto, un mondo in cui le donne, come abbiamo detto, devono ritagliarsi un nuovo ruolo, spesso a qualunque costo.

E’ interessante notare come il tema del viaggio abbia una doppia valenza nella storia: infatti oltre al peregrinare fisico possiamo scorgere un altro percorso che Yorick comincia inconsciamente nel momento stesso in cui rimane solo. Da giovane “sempliciotto” diventa uomo, con un’evoluzione figlia di vicende che metteranno a dura prova lui e i suoi compagni di viaggio. Yorick inizialmente forse non si rende pienamente conto della responsabilità e i rischi che il suo nuovo status gli comporta. Saranno l’Agente 355, una misteriosa funzionaria governativa col compito di proteggerlo, la dottoressa Allison Mann, un’esperta di genetica e clonazione, forse unica speranza per il genere umano, e lo stesso Ampersand a fargli da supporto, aiutandolo a maturare. sotto molti aspetti.

Vaughan è molto bravo nel corso delle pagine a creare un’empatia tra Yorick e il lettore, e ancor più bravo nel mostrare l’evoluzione che questo personaggio ha durante tutto l’arco della storia.
Y the Last Man dà anche l’occasione di vedere affrontati più volte, praticamente in ogni numero, temi di rilievo quali la religione, la clonazione, il sesso, l’etica, il rapporto uomo-donna e i nuovi significati che questi concetti assumono in circostanze estreme come quelle qui proposte. Il fanatismo (sia esso religioso, politico o morale) e i suoi eccessi sembrano essere a sua volta dei protagonisti invisibili, ed è comprensibile.

Vaughan  da una parte sembra voler mostrare un genere femminile vittima di quanto accaduto, evidenziando come gran parte dei settori strategici della società oggi siano, volente o nolente, in mano agli uomini, dall’altra ne mostra i veri attributi e la capacità di fare, arrivando sino alle estreme conseguenze. Vediamo donne repubblicane subito operative per guidare l’America, militari israeliane che cercano una rivincita, giustizieri “al femminile” che vedono nell’epidemia un preciso disegno superiore, e tante altre rappresentanti di un universo “rosa” con i propri pregi e difetti.

Concludiamo con la parte grafica. Una delle cose che più si apprezzano sono senza dubbio le copertine del nostro Massimo Carnevale, la cui maestria da anni viene (giustamente) apprezzata anche oltreoceano: egli infatti ha sostituito dal numero 23 il pur bravo J.G. Jones. I disegni sono affidati invece a Pia Guerra, dal tratto pulito ed efficace.

Possiamo dire quindi che Y è davvero una lettura straconsigliata, specialmente per chi cerca un fumetto impegnato ma dai toni leggeri. Vaughan offre dei dialoghi validi e delle sceneggiature che reggono bene per tutta la durata della serie, riuscendo in quella impareggiabile impresa di scatenare nel lettore, una volta letta l’ultima pagina dell’ultimo albo, un misto di tristezza e amarezza nel dover lasciare andare quei personaggi divenuti ormai familiari.