The Losers

Mag 16, 2010

Testi: Andy Diggle
Disegni: Jock, artisti vari
Edizione originale: The Losers #1-32, Vertigo (2004-06)
Edizione italiana: La serie è stata pubblicata in 5 TP, prima dalla Magic Press (3 volumi) e poi dalla Planeta (2 volumi), i cui titoli sono:

The Losers Vol.1: Aprire al buio – Ante Up (numeri #1-6, 158 pagine)
The Losers Vol.2: Rilanciare senza limite – Double Down (numeri #7-12, 144 pagine, con Shawn)
The Losers Vol.3: Tris di Re – Trifecta (numeri #13-19, 168 pagine, con Nick Dragotta e Alé Garza)
The Losers Vol.4: Lotta Senza Quartiere – Close Quarters (numeri #20-25, 144 pagine, con Ben Oliver)
The Losers Vol.5: Fine del gioco – Endgame (numeri #26-32, 168 pagine, con Colin Wilson)

La Planeta ha poi ripubblicato integralmente la serie in un omnibus (45 Euro) in occasione dell’uscita del film.

Forse è così, ma quello che ci proponi è un bel casino, non si torna più indietro.  Cacchio, diciamo pure le cose come stanno. Stiamo parlando di dichiarare guerra alla Central Intelligence Agency.

Cattivi ragazzi costretti a fare il lavoro sporco: questa è una delle caratteristiche di base delle spy-stories che da sempre conquistano il pubblico. Ed è quello che, a prima vista, potrebbe sembrare l’elemento fondante della serie The Losers, l’implacabile gruppo di agenti segreti “perdenti” (questa è la traduzione italiana del titolo) nati dalla fantasia di Andy Diggle e Jock, i due creatori di questa sorprendente serie Vertigo.

Diggle è uno dei nomi più interessante del panorama fumettistico contemporaneo, e insieme a Matt Fraction, Jason Aaron e Jonathan Hickman rappresenta il futuro dell’industria americana dei comics. Non è un caso che questi talenti, nonostante alcuni di loro abbiano lavorato proprio per la Vertigo, siano attualmente in forza alla Marvel, la quale come sempre dimostra una maggiore abilità della DC nel valorizzare i giovani emergenti e ha grande “fiuto” per gli scrittori capaci.

I Losers comunque sono l’ennesima serie a fumetti da cui Hollywood ha deciso di trarre un film, e la scelta è subito comprensibile: storia e personaggi hanno tutti gli ingredienti che rendono vincente un action movie di successo, cioè dialoghi riusciti, atmosfere accattivanti, protagonisti ben caratterizzati e adrenalina a mille. Scene di pura azione perfette per un blockbuster si alternano a squisiti scambi di battute in cui Diggle mostra la sua bravura nel delineare le dinamiche di gruppo (confermata successivamente nei Thunderbolts) e nel costruire un’articolata trama a orologeria che stupisce, coinvolge e tiene il lettore incollato alle pagine.

Cattivi ragazzi che fanno il lavoro sporco, dicevamo in apertura. Di sicuro i perdenti non sono una squadra che esita ad utilizzare metodi radicali e scorretti per raggiungere i propri scopi, eppure questo dinamico quintetto, nonostante le difficoltà e le “missioni impossibili” che sceglie di affrontare, ha una propria etica: dopo anni trascorsi al servizio della CIA decide infatti di giocare secondo le proprie regole e provare a “fare la cosa giusta” in un mondo, quello delle spie, popolato di beceri trafficanti di anime e denaro privi di morale, ovviamente al servizio di una politica dedita solo alla tutela dei propri interessi spesso sporchi di sangue.

Grazie alla bravura di Diggle e al tratto graffiante e rabbioso di Jock, perfetto per queste storie, Jensen, Aisha, Pooch, Clay e Cougar diventano subito personaggi riconoscibili e con i quali è facile entrare in sintonia, soprattutto perché attorno al loro passato di agenti segreti, nonostante progressivamente emergano particolari sconvolgenti sulle loro vicende personali, rimane un velo di mistero che spinge il lettore a chiedersi quale sia il motivo vero della rabbia che, per motivi diversi, li anima. L’acuta e spassosa ironia di Jensen si alterna alla spietata e crudele determinazione di Aisha, l’ardore di Clay si mescola ai malinconici silenzi di Cougar, senza dimenticare la forza di Pooch, sofferente per la lontananza dalla propria famiglia, che teme di non poter proteggere.

Vicende umane intense e credibili si uniscono quindi a uno squisito gusto per l’avventura (I Losers infatti si ritrovano ad affrontare una serie di imprese che li vedrà rincorrere i propri nemici dagli USA al Medio Oriente) in un susseguirsi di colpi di scena dal ritmo quasi  “millariano” fino all’inaspettato finale, meno scontato di quanto lo svolgimento degli eventi porti a credere. Lo scozzese Mark Millar è sicuramente uno dei modelli a cui gli autori si sono ispirati per realizzare questa serie, infatti qui sono presenti in maniera evidente moltissimi elementi che rendono accattivanti le sue storie: tanta azione, dialoghi arrembanti, ottima interazione fra i personaggi e uno spiccato retrogusto politico.

Non ci sono luminosi eroi su queste pagine, solo uomini imperfetti che cercano, qualche volta sbagliando, di sopravvivere in un mondo soffocante e spietato.
Leggete i Losers di Andy Diggle. E, almeno per una volta, assaporate il gusto di essere perdenti.

A cura di Elena Pizzi