Testi: Matt Wagner e Steven T. Seagle
Disegni: Guy Davis e altri
Edizione americana: Sandman Mystery Theatre #1-70 +1 annual, Vertigo Comics, #1-52 ristampati in TP
Edizione italiana: 11 brossuratini a colori della Magic Press, prezzo variabile

 

Buonasera signore e signori. Lo spettacolo che vi apprestate a vedere è uno dei più stupefacenti che il medium Teatro possa offrire. Assisterete a complotti, amori difficili, ingiustizie e le violenze che solo la New York del passato poteva offrire. Non è uno spettacolo per i deboli di cuore, quindi per coloro che si ritengono troppo sensibili per questo genere di vicende sono pregati di lasciare la sala adesso. Per tutti gli altri invece, vi invito a mettervi comodi e a godervi le burrascose e tenebrose avventure dell’Uomo del Mistero per eccellenza. Benvenuti al Teatro Misterioso di Sandman!

Okay, forse quest’introduzione non è delle migliori, e neanche troppo fedele a quella che può essere un’introduzione teatrale, ma non mi veniva in mente niente di meglio per presentare questo fumetto. Il protagonista della nostra serie ha un nome ben conosciuto dagli appassionati di comics: Sandman. Esatto se questo nome vi è familiare e vi risuonare qualcosa in testa, allora siete sulla strada giusta. Vi dico anche che si svolge nel DCU, quindi scordatevi il villain della Marvel. E sì, la serie è pubblicata dalla Vertigo. Ma non è quel Sandman. Non è Sogno degli Eterni. Ma bensì Wesley Dodds, uomo del mistero della Golden Age.
Come? Volete una tediosa spiegazione pseudostorica? Un po’ mi scoccia farla, ma se proprio ci tenete, comincerò a parlarvene…

L’ETA’ DELL’ORO

Dunque, il primo Sandman, Wesley Dodds appare per la prima volta in Adventure Comics #40 del luglio 1939. E’ dunque uno dei “mystery men” che apparivano all’epoca, un character della Golden Age dell’Universo DC a tutti gli effetti. La sua serie durò all’incirca una sessantina di numeri, terminando in Adventure Comics #102 del ‘45. I creatori sono Gardner Fox e Bert Christman, anche se pare che Fox avesse usato lo pseudonimo “Larry Dean” per i primi due episodi. Dodds era milionario che di notte diventava un giustiziere mascherato senza superpoteri ma che usava solo le sue acute doti di detective e i congegni da lui inventati (su tutti, la famosa “pistola-gas”) nella lotta al crimine. Già, assomiglia proprio al più noto Batman, ma anche il nostro Sandman aveva le sue caratteristiche peculiari. Oltre alla già citata pistola a gas, nel suo costume potevamo vedere una maschera antigas (dettata dalla necessità dell’arma), un cappello fedora e un mantello. Nonostante l’ultimo elemento, il suo costume richiamava i famosi investigatori privati dell’epoca. Lo vediamo spesso ferito anche da pallottole, ma nonostante il dolore, continuava sempre a lottare. Ma forse l’elemento più caratterizzante è Dian Belmont, la sua bella e coraggiosa fidanzata. Infatti la signorina si differenzia dalle altre protagonisti femminili dei fumetti dell’epoca perché spesso non è una damigella in pericolo, ma anzi aiuta attivamente Sandman nella sua lotta al crimine, essendo l’unica a conoscenza della sua vera identità. Nel ’41, sfortunatamente per Dian, lei sarà sostituita dal suo nipote Sandy Hawkins come “sidekick” di Dodds, rendendo il duo di eroi sempre più simili a Batman & Robin. Oltretutto, Wesley abbandona il vecchio costume per una calzamaglia gialla e viola. Una vera e propria caduta di stile, per i miei gusti (di questo dobbiamo ringraziare Mort Weisinger e Paul Norris).
Insomma, l’avventura editoriale di Sandman continua fino al ’45 senza alcun problema sembra, diventando un personaggio mediamente famoso, e perfino Jack Kirby e Joe Simon lavoreranno sul personaggio. C’è da ricordare anche che fu uno dei membri originali della JSA. Il buon Wesley Dodds è a tutti gli effetti un signor supereroe, uno di quelli che ha fatto la storia del fumetto supereroistico.

LA SERIE DI THOMAS E LE “NUOVE ORIGINI” DI GAIMAN

Per tutta la Silver Age, con la JLA che dominava in casa DC e gli eroi Marvel che sbancavano nelle edicole, Sandman e la JSA finirono un po’ nel dimenticatoio. Ufficialmente Wesley tornò nell’Universo DC in Justice League of America #46 del 1966. Riapparve annualmente insieme ai suoi compagni della Justice Society negli annual che vedeva i due più grandi supergruppi DC fare team-up. La JSA sarà ripresa “più seriamente” come supergruppo nella serie All-Star Squadron creata e scritta da Roy Thomas. Questa serie si concentrava sulle gesta del supergruppo durante la Seconda Guerra Mondiale nel mondo parallelo Terra-Due. Qua Thomas non sceglie Sandman nel roster principale del gruppo, anche se il personaggio sarà protagonista di alcune storie, specialmente quella del #18, in cui viene rivelato che Dian Belmont è morta e Wesley indossa la calzamaglia gialla e viola in suo onore.
Alla fine degli anni ’80, come tutti sanno, il personaggio di Sandman rinasce grazie alla fantasia e alla penna del britannico Neil Gaiman. Però il Sandman protagonista di questa nuova serie (che sarà uno dei primi e principali titoli dell’etichetta Vertigo) non è Wesley Dodds, ma l’incarnazione antropomorfa del Sogno, Morfeo degli Eterni. E la serie di Gaiman di supereroistico ha ben poco, giusto qualche numero iniziale. Ma il buon Wesley, che fine fa? Appare nei 75 numeri della serie in meno di dieci vignette. Ma Gaiman non si dimentica completamente di lui. Infatti, con una “mossa” di retcon, già nel primo numero di Sandman della Vertigo, vediamo un giovane Dodds che inizia la sua carriera di giustiziere negli anni ’30 proprio a causa di Morfeo. Perché parte dell’essenza di Sogno si era legata a Wesley, rendendolo vittima di orribili sogni profetici che lo spronavano a combattere il crimine e le ingiustizie. L’unica sua altra apparizione è in uno degli ultimi numeri. Stop.
Ma la DC non si era dimenticata di Wesley Dodds. Il successo della serie di Gaiman aveva destato nel pubblico un interesse sempre più crescente per le origini di Sandman, tanto che chiama una giovane promessa del fumetto indipendente americano, Matt Wagner, e un altro abile disegnatore, Guy Davis, per creare…

SANDMAN MYSTERY THEATRE

Questo è il titolo della nuova serie con protagonista Wesley Dodds. Comincia nel 1993 e termina nel 1997, con circa 70 numeri all’appello più uno speciale e un annual. Il fatto che sia pubblicata sotto l’etichetta Vertigo la dice lunga sulle caratteristiche della serie. Infatti, nonostante debba raccontare le origini e avventure di uno dei primi eroi dell’Universo DC, il genere è decisamente NON supereroistico. Il fumetto è pulp e noir, e più nero di così non si può. Ma andiamo con ordine…
La serie si svolge nella New York del 1938. Nonostante la relativa ripresa dalla crisi del decennio precedente, la povertà e il crimine dilagano. Il ricco ereditiere Wesley Dodds è tormentato da terribili incubi, incubi che rappresentano i misfatti che vengono commessi per la Grande Mela. Egli dunque crea l’identità di Sandman per investigare su questi crimini che gli danno il tormento, diventando uno dei primi (se non il primo) vigilante mascherato della città. Nella sua vita senza la maschera conosce la vivace Dian Belmont, figlia del commissario di polizia. Lei è una giovane, bella e intelligente interessata alla vita mondana, però non indifferente ai problemi che affliggono la città. Quindi sbirciando di nascosto i casi del padre, si ritrova anche lei a investigare in parallelo su quegli stessi crimini che interessano Sandman. Entrambi si ritroveranno in più di un’occasione avvolti nelle tenebre della città, coinvolti in più di una volta in quella spirale di violenza che è diventata la vita della popolazione newyorkese. E non sempre capiranno che, con l’arresto del colpevole, si ha un’effettiva giustizia. Questa è a grandi linee la sinossi della serie.
Questo fumetto presenta molte caratteristiche che lo rendono, a mio avviso, unico nel suo genere. La prima è uno dei due protagonisti (sì, perché Wesley e Dian sono protagonisti ed eroi allo stesso modo): Wesley Dodds. Il suo personaggio è una sorta di clone di Bruce Wayne/Batman ma allo stesso tempo si distingue nettamente dall’Uomo Pipistrello. Qua Wesley non è più il bel playboy come nei fumetti degli anni ’40, è un uomo sulla trentina occhialuto e bruttino, introverso e riflessivo, con un fisico sovrappeso inadatto a una vita avventurosa. Se non fosse che è sempre un milionario con un ricco patrimonio, sembrerebbero due personaggi diversi. Per questo Wesley è più simile a un uomo normale che a un possente supereroe. Armato solo del suo ingegno e della sua basilare conoscenza delle arti marziali (oltre ai sogni premonitori, ma quelli sono più una maledizione che un dono) si ritrova catapultato nel tetro mondo del crimine della New York di fine anni ’30, in un ambiente ostile in cui solo il più forte o il più furbo ha la meglio. Fortunatamente ha con sé la fidata pistola a gas. Nel suo costume sono stati eliminati ogni segno “super”. Wagner & Davis hanno pensato a un approccio più realistico per il costume di Sandman. Mantenendo intatto solo il cappello, è stato eliminato il mantello sostituendolo con un trench e la maschera antigas non ha più quell’aspetto “personalizzato” che aveva in precedenza ma è una comune maschera antigas della Prima Guerra Mondiale. Anche i colori sono cambiati, non più verde, giallo e viola ma colori più cupi e urbani come grigio, marrone e verde oliva.
Come ho detto prima Dian è protagonista al pari di Wesley, infatti le storie (che si dividono in archi di 4 episodi detti “Atti” come in un teatro) alternano il punto di vista di Dodds a quello di Dian, rendendo la nostra eroina un’inconsapevole combattente del crimine. La caratterizzazione della Belmont è magistrale, probabilmente superiore a quella di Sandman. Sotto la sua maschera di vanità e frivolezza, infatti si nasconde una donna intelligente e sagace con a cuore le vite delle persone. Il suo altruismo e la sua determinazione a volte saranno più efficaci dei gadget di Sandman nella lotta al crimine. Il rapporto fra i due personaggi, ovvero il rapporto uomo-donna, è uno dei temi centrali della serie.
Altra differenza con i fumetti di supereroi è la quasi totale mancanza di villains o di un arcinemico. Il vero avversario di Sandman è l’ingiustizia, sia essa fisica, psicologica o sociale. Soltanto tre personaggi (delle storie che ho letto) sono avversari mascherati proprio come il vigilante e soltanto uno di loro torna in più di una storia (più che altro con una comparsata). Durante le sue avventure Dodds affronterà i problemi della società americana degli anni ’30 e le tenebre più nere dell’animo umano. Affaristi senza scrupoli, stupratori, boss in ascesa, folli razzisti, nazisti in erba e assassini di bambini sono tutti esempi dei nemici di Sandman. Però la maggior parte di loro sono spesso anime spezzate in cerca di vendetta, gente che ha subito violenza che a loro volta tentano di riscattarsi con la violenza. Il mondo in cui si muove Dodds non è bianco e nero, è di un grigio soffocante. In quasi tutte le occasioni, i ruoli della vittima e del carnefice si confondono, creando intrighi macabri e complessi e ai nostri due eroi tocca l’arduo compito di risolverli.
Per questo le trame create da Matt Wagner (aiutato in un secondo tempo da Steven T. Seagle) catturano il lettore immediatamente in un mondo torbido le cui ombre sono accecanti quanto la luce e il cui realismo è forte come un pugno allo stomaco. I disegni di Guy Davis immergono al meglio il lettore in questo mondo, il cui tratto è perfetto per rappresentare questa realtà con i differenti toni di grigio a farla da padrone. Lui è il disegnatore principale della serie, anche se alcune storylines sono disegnate da altri disegnatori: Warren Pleece, John Watkiss, R. G. Taylor e Vince Locke. Ognuno di loro segue bene o male le linee tracciate in precedenza da Davis facendo un ottimo lavoro, ma il tratto che ha dato un volto a Sandman e ha definito tutta l’ambientazione rimane quello di Guy Davis.
Non è una serie supereroistica, ma Wagner e amici riescono a inserire, tramite retcon, le vicende raccontate nel grande arazzo dell’Universo DC. E così vediamo alcuni personaggi noti fare delle comparsate o essere in ruoli di primo piano. E’ il caso di Rex Tyler/Hourman fare da coprotagonista di Dodds ne L’Uomo dell’Ora dove Wagner, Seagle e Davis ci mostrano un Tyler all’inizio della sua carriera di vigilante, dove ancora sta sviluppando quello che diventerà il Miraclo. In Nebbia possiamo vedere un Ted Knight playboy provarci con Dian Belmont e anche vedere in azione la famigerata macchina “produci-nebbia” che darà la nascita al supercriminale Mist. E ancora comparsate del Crimson Avenger e perfino sentiamo parlare di Ted Grant e di Charles McNider. Ma non solo, questa serie è anche in continuity con il Sandman di Neil Gaiman. Infatti negli incubi profetici di Wesley Dodds vediamo comparire spesso una nota figura in nero… Sogno degli Eterni. Infatti, come ci raccontava Gaiman, Dodds possiede parte dell’essenza del Sogno, in un certo senso, è Morfeo il “mandante” dei sogni di Wesley. Questo rapporto sarà il momento centrale dello speciale Sandman Midnight Theatre, scritto a quattro mani da Gaiman e Wagner e disegnato da un Teddy Kristiansen in stato di grazia, dove viene narrato l’unico incontro fra Wesley Dodds e Morfeo, in cui forse viene spiegato il rapporto che intercorre fra i due (ho scritto “forse” perché lo dovrete scoprire da voi!).

WESLEY DODDS IN ITALIA

In Italia Sandman Mystery Theatre è stato pubblicato dalla Magic Press in 11 brossurati, ormai di difficile recupero e dal prezzo variabile. Questi presentano le prime undici storylines della serie, ognuna composta da quattro atti. Questo sono i titoli: Tarantula, Il Volto, Il Bruto, La Vamp, Lo Scorpione, Dottor Morte, La Notte del Macellaio, L’Uomo dell’Ora, Il Pitone, Nebbia e Il Fantasma della Fiera.
I più attenti avranno già notato che se le storie sono 11 e sono composte da 4 episodi, vuol dire che la serie non è completa. Infatti sono stati pubblicati 44 episodi su 70. Questa è la triste verità. La pubblicazione di questa serie in Italia si è fermata alla quarantaquattresimo numero. Peccato, perché i brossurati sono tutti di ottima qualità e con degli editoriali sempre interessanti e scritti con passione, spesso che hanno per argomento la New York e gli USA degli anni ’30-’40. Oltretutto, il recupero è difficile dato che questi volumi sono esauriti da tempo, e solo eBay, bancarelle o fumetterie con un sacco di arretrati posso dare una speranza per trovare la serie. A suo tempo, la Magic Press pubblicò anche Sandman Midnight Theatre arrivando a un numero totale di 12 storie. Fortunatamente, questo speciale si può trovare sia negli Absolute Sandman sia nel volume della Vertigo Neil Gaiman’s Midnight Days, che a breve dovrebbe essere pubblicato (o magari è già stato pubblicato, scusate la disinformazione) in Italia dalla RW-Lion.
Il punto è che anche la ristampa negli Stati Uniti non è messa meglio. Oltre a le storie pubblicate da noi, in tp sono state pubblicate solo altre due storylines, arrivando in totale a 52 episodi ristampati. E qui la DC Comics si è bloccata da anni a causa della scarse vendite. L’unica possibilità per terminare la serie è acquistare i numeri singoli in inglese… ma è sicuramente un lavoraccio!
Questa è la travagliata vita editoriale di Sandman Mystery Theatre, sia in Italia che nei paesi anglofoni, e per me è un vero peccato, perché oltre a essere una bellissima serie Vertigo anni ’90 e a mostrarci le origini di un personaggio poco conosciuto ma molto affascinante è soprattutto una fantastica serie pulp e noir, con dei temi maturi e spesso molto forti. Omosessualità, razzismo e nazismo, povertà, violenza sui bambini… sono solo alcuni dei temi esplorati nella serie. E in un fumetto in cui il protagonista se ne va in giro di notte con una maschera a fermare criminali non è che sia molto comune, a mio avviso. E questo ne aumenta ancora di più il valore.

Bene signore e signori, lo spettacolo di stasera termina qua. Speriamo di avervi regalato un’esperienza memorabile e soprattutto emozioni intense. Nel caso non sia così, vi rimborseremo il biglietto. Se invece siete rimasti affascinati o terrorizzati vi invitiamo a tornare qua domani sera, vi assicuriamo che vi regaleremo altri brividi. Se sulla via del ritorno rifletterete sull’avventura di Sandman di stasera e su quello che c’è oggi nel mondo, allora ci riterremo soddisfatti lo stesso. Noi vi aspettiamo qua tutte le sere al Teatro Misterioso. Ricordate: l’orrore più terribile è quello che si cela nell’oscurità dell’animo umano, è questa la lezione che Sandman ha dovuto imparare prima di ogni cosa.
Buonanotte e buoni incubi!