Testi: Bill Willingham, Matthew Sturges
Disegni: Tony Akins e Russ Braun
Edizione originale: Jack of Fables – Turning Pages TPB
Edizione italiana: Planeta DeAgostini, € 10,95
1883, la storia in tre capitoli che dà inizio a questo nuovo appuntamento con le avventure di Jack of fables, è una storia ben strana, difficile da decifrare in ogni sua parte. E’ un racconto che estrania, spingendo i fedeli lettori dell’universo di Fables a cimentarsi nelle più acrobatiche smorfie di stupore e confusione che un volto umano (o terreno che dir si voglia) potrà mai contenere. Una fastidiosa sorpresa che nasce dalla particolare e del tutto improvvisa (alcuni potranno dire anche immotivata) caratterizzazione che Bill Willingham e Matt Sturges introducono per il nostro Jack.
Fin dalla sua prima apparizione sulle pagine dell’ormai lontano Fables: fiabe in esilio, il personaggio era stato descritto come un inguaribile briccone dedito all’imbroglio ed all’ozio. Un truffatore, un dongiovanni da strapazzo ed un convinto egoista. Qualità certamente non delle migliori, per nulla adatte a far guadagnare il paradiso ad un’anima. Ma, importante evidenziarlo, erano completamente immerse in un calderone di simpatia e fascino sfrontato.
Jack di tutte le fiabe è uno scugnizzo col quale tutti noi vorremmo farci in fondo una bevuta. Un cattivone poco cattivo.
In 1883 la melodia cambia… Incaricata di raccontarci una fetta del passato del protagonista, uno scorcio sul finire dell’Ottocento prima di un suo coinvolgimento più attivo nella vita di Favolandia, la storia ci mostra un Jack “Candle”, capo di una gang di banditi del Far West, che non tradisce la benché minima emozione nell’uccidere a sangue freddo un essere umano (anche per il più futile dei motivi), facendo peraltro sfoggio di un marcato razzismo nei confronti dei terreni del quale non eravamo a conoscenza (cit. Jack – “E allora? Non erano fiabe… Erano terreni! Guardali! Guarda questi terreni! Non valgono niente! Le loro vite brevi non possono contare niente! E lo sanno! Guarda in che modo si ammazzano l’un l’altro! Ne ho visti a bizzeffe in guerra! Uccidere i terreni non può essere un delitto più grave di pestare degli insetti! Come potrebbe esserlo?”).
Su una tale bizzarra apparente contraddizione, chiamati dai fan in causa, hanno dovuto rispondere anche i diretti interessati. Scriverà Sturges: “Non scordate che Jack è stato per breve tempo un soldato nella Guerra Civile, un conflitto estremamente brutale, ed aveva assistito all’omicidio di migliaia di terreni. Credo che in questo momento della sua esistenza egli non aveva ancora dato troppo valore alle loro vite”.
1883 passerà alla storia proprio per questo. Per un Jack of fables diverso dal solito, più simile ad un villain piuttosto che ad un eroe. Perché, nonostante tutto, anche il vecchio Jack ci è sempre apparso come tale… Magari in un modo un po’ particolare, insolito, ma pur sempre nelle vesti di eroe.
Con Turning pages, il duetto di scrittori si muove invece su binari più consueti. Ritorniamo così nel presente, pronti ad affrontare quella minaccia che da Americana si è spinta fino ai confini della Casa Protetta Rami D’Oro, ove il duello tra il Brucialibri e Mr. Revise è ormai alle porte, pronto a scoppiare nel TPB successivo.
L’intento di creare un vero e proprio parallelo tra lo spin-off e la ongoing principale appare ben evidente. In entrambe le serie, le fiabe (naturalmente con le opportune differenze) devono combattere per garantire la propria sopravvivenza
Ma (c’è sempre un ma), anche questa nuova storia in tre parti presenta qualche piccola stranezza, che permette peraltro di far definitivamente luce sull’identità dei misteriosi Letterali.
Come sempre divertendosi, Willingham e Sturges danno vita ad una vera e propria battaglia tra Jack e tale Eliza Wall per il “dominio sulla narrazione”. E’ il classico metafumetto alla Jack of Fables, una delle caratteristiche strutturali della serie.
A vincere lo scontro è la Wall (personificazione della cosiddetta quarta parete, quel muro immaginario posto tra lo spettatore ed il palcoscenico, la cui rottura apre la strada alla cosiddetta metanarrazione) e le conseguenze saranno un Turning pages che vede la figura di Jack, legittimo protagonista, declassato (cit. Eliza: “Ma basta parlarti di lui. Quest’oggi sono qui per parlarti di qualcosa di molto, molto meglio.”) a favore delle tre sorelle Page, ognuna delle quali resa signora incontrastata dei rispettivi capitoli che compongono la storia.
Il resto è un continuo susseguirsi di azione, colpi di scena e dialoghi irriverenti. Il solito, ma naturalmente gradito, cocktail esplosivo in grado di tener sempre vivo il divertimento dei lettori. Vecchi o nuovi che siano.
Who’s Who
(Ovvero un breve identikit delle fiabe qui, per la prima volta, apparse)
Incitatus
Cassio Dione, storico romano del II secolo, scrive nella sua Storia romana: “[Caligola] invitava Incitatus a pranzo, gli offriva chicchi di orzo dorato e brindava alla sua salute in coppe d’oro; giurava inoltre in nome della salvezza e della sorte di quello ed aveva anche promesso che lo avrebbe designato console, cosa che avrebbe sicuramente fatto se fosse vissuto più a lungo”. L’Incitatus protagonista dell’estratto altro non è che il famoso cavallo che, stando alla tradizione, l’imperatore Gaio Giulio Cesare Germanico, altrimenti detto Caligola, terzo imperatore della dinastia giulio-claudia, avrebbe nominato senatore (anche se, in realtà, le fonti conosciute parlano della carica di console).
Sull’effettiva veridicità dell’episodio si è sempre discusso, e da tempo pare essere unanime la tendenza a considerarlo come semplice racconto leggendario. Gli stessi testi, infatti, accennano più che altro ad un’intenzione piuttosto che ad una scelta realmente compiuta, quasi una minaccia da parte del sovrano, oggi letta come un chiaro atto di sfida nei confronti di una classe senatoria a lui ostile. Un insulto nei confronti di un ruolo che, a suo dire, anche un cavallo avrebbe saputo ricoprire.
Senza contare, poi, come i testi di Svetonio e Dione, a loro volta probabilmente tratti da fonti anti-imperiali e filosenatoriali, sono redatti quando l’imperatore Caligola è ormai morto da tempo… Nel caso di Dione, addirittura da due secoli.
Ora, al di là di tutto, quel che è certo è che Willingham e Sturges sembrano proprio propendere per considerare l’episodio come semplice credenza popolare, una fiaba appunto, essendo il cavallo parte attiva dell’universo di Fables. In 1883 cavalcatura di Luca Wolf durante la caccia al ribelle Jack Candle.
Le Armate del Brucialibri
Il vecchio e non tanto caro Mr. Revise, indiscusso signore della Casa Protetta Rami d’Oro, ha fatto dell’annientamento del mondo delle fiabe e della loro magia la propria ragion d’essere.
Ma, a differenza del Brucialibri, personaggio da Willingham e Sturges introdotto su Jack of fables: Americana, il suo approccio può senz’ombra di dubbio essere indicato come estremamente più umano e compassionevole.
Mentre Revise, la cui politica prevede la reclusione delle fiabe catturate all’interno di una gabbia dorata, a vivere nell’ozio e nella monotonia il resto della loro immortale esistenza, si limita infatti ad attendere che la magia in esse depositata si sfianchi e via via si dilegui col passare del tempo, l’ancor meno caro Brucialibri pare invece aver adottato una metodologia alquanto più brusca e d’impatto.
Tutto ciò che il neo big bad deve fare per garantirsi un netto successo è eliminare fisicamente il libro interessato, gettandolo tra le magiche fiamme della propria biblioteca ad Idyll. Un semplice falò che comporta la subitanea scomparsa della fiaba in questione, immediatamente dimenticata sia dal resto della comunità fiabesca che dai terreni. Della vecchia gloria non rimarrà altro che un’anima sbiadita alle nette dipendenze del feroce inquisitore.
In Jack of fables: turning pages, le armate del Brucialibri appaiono in tutta la loro spettrale potenza, mentre sono condotte verso l’assedio di Rami D’Oro.
Il misterioso Hornswaggle, l’Alce Metzger, Lindy-Lou, la gatta pragmatica, lo Scheletro dei Comache e l’Uomo di Frutta… Sono tanti i pittoreschi volti che compongono le schiere dell’esercito delle fiabe dimenticate, ma se queste siano davvero personaggi un tempo esistiti nella nostra letteratura e poi col tempo dimenticati o se invece siano pura invenzione dei due autori è tutto da scoprire… Un mistero per i fables-fan.