fables_3_un_amore_da_favola


Testi:
Bill Willingham
Disegni: Mark Buckingam, Lan Medina, Bryan Talbot, Linda Medley
Edizione Originale: Storybook Love TPB
Edizione Italiana: Fables n.3 Un Amore da Favola, Planeta De Agostini, € 12.95

Ancora una volta ci troviamo di fronte a un’ottima prova da parte dello scrittore Bill Willingham, anche se forse non all’altezza delle vette raggiunte dai primi due cicli di questa rivoluzionaria serie.
Il terzo arc di Fables, Un Amore da Favola, dà il titolo a questo secondo volume Planeta De Agostini: si tratta del primo dei volumi lasciati inediti da Magic Press e recentemente recuperati dall’editore spagnolo, ed è accompagnato in apertura da un paio di storie brevi davvero niente male.

In Sacco d’ossa assistiamo ad una delle leggendarie prodezze di Jack, in cui il nostro picaro arriva a giocare persino la Morte, ottenendo peraltro in cambio neanche un giuramento di vendetta, ma sinceri ringraziamenti. Oltre al solito cinismo sardonico di Willingham che stavolta si scaglia contro le signore bigotte e benpensanti del periodo della Guerra di Secessione (ma attualissime ancora oggi), sin troppo facili a passare da uno stretto moralismo a una depravata lascivia, anche qui l’autore non perde occasione di fare mostra delle sue ideologie politiche, liquidando quella che alcuni “ignoranti” (cito testualmente) chiamano la Guerra Civile Americana come una “invasione yankee” bella e buona. In questo caso, Willingham sembra abbandonare la romantica visione della lotta contro la schiavitù, per sposare quella più cinica e realistica dello scontro di interessi. Se gli yankee del Nord (volutamente chiamati con il loro appellativo dispregiativo) desideravano la liberazione degli schiavi non fu certo per spirito di libertà, ma perché essi mantenevano florida l’economia latifondista del Sud, in contrasto con la spinta industrialistica delle regioni settentrionali. Peraltro, gli schiavi rimasero sottomessi, discriminati e sfruttati anche dopo la presunta “emancipazione”.

Con la storia Un intervento acuto torniamo invece a occuparci di Favolandia, stavolta coinvolta in un problema che potrebbe seriamente mettere a repentaglio l’esistenza.
Un giornalista ha infatti condotto alcune immagini sulla comunità delle Favole, pedinandone alcuni appartenenti. Per quanto le sue conclusioni finali siano completamente sballate, è comunque riuscito a comprendere che c’è qualcosa di “anomalo” e anormale dietro questi personaggi che sono rimasti immutati e sempre uguali nel corso dei decenni.
Di fronte alla possibilità di vedere la verità sbattuta in prima pagina, Wolf, Jack e Barbablu si adopereranno per cercare di evitare il peggio.
La storia affronta tematiche attualissime e scottanti: privacy e verità, giustizia e menzogna, ricatto o morte. Ora, il lettore è solitamente portato a simpatizzare per il protagonista della storia che legge, nella fattispecie le Fiabe, tuttavia Willingham è geniale nel mostrare come gli eroi della sua storia siano stavolta in torto marcio pur avendo ragione. Ci troviamo di fronte allo scontro concettuale fra Ragion di Stato e Ragione Assoluta: la verità e la giustizia non sono uguali per tutti. Triste ma vero.
Il giornalista ha ragione ed è sicuramente una vittima, ma non si può dire che Favolandia abbia torto. E allora, ubi est veritas? Ancora una volta, non c’è. Semplicemente, a volte ci si trova coinvolti in cosa più grandi di noi. E’ la vita. La grandezza di Fables è mostrarla per quello che è.

E veniamo infine a Un amore da favola, l’ultimo arco di storie dell’albo, che se a un livello superficiale vede approfondirsi il legame di attrazione-repulsione fra Luca e Bianca, per i disinteressati dal filone “romance” della serie presenta ben due tentativi di golpe, non completamente scongiurati.
Il sempre crescente conflitto fra Barbablu e lo sceriffo di Favolandia confluisce nel tentativo del Pirata di liberarsi a un tempo del lupo e di quella che molte delle Favole considerano la sua bella, il vicesindaco Biancaneve.
La situazione è drammatica per i due, che rischiano seriamente di perdere la vita. Tuttavia questo episodio li avvicina più di quanto avrebbero pensato, vivendo, vinti dalla malia di un sortilegio, la storia che l’istinto da tempo gli suggeriva ma che l’asprezza dei loro caratteri gli proibiva di assecondare. Scopriamo frattanto nuovi elementi sulla misteriosa vita passata di Luca Wolf, e assistiamo impotenti, incuriositi e un po’ frastornati all’incredibile ascesa di un personaggio che finora aveva ricoperto, diciamocelo, il ruolo dello “sfigato” deriso da tutti.
Ho idea che Willingham voglia adoperare questo personaggio per descriverci una sua personale interpretazione del populismo, il male dello scorso secolo che sembra non averci abbandonato neanche nel passaggio di millennio.

Sceneggiature e disegni sono come sempre di livello, i capitoli scorrono via veloci e incisivi come aforismi immortali, ma il vero fiore all’occhiello di questa serie sono i dialoghi: briosi, pungenti, efficaci, sarebbero la gioia di un autore teatrale.
Perché è questo che è Fables, una commedia. Una commedia umana, girata sul palco del gran teatro del mondo.

A cura di Marco Cecini