Testi: Peter Milligan

Disegni: Glynn Dillon, Roberto Corona

Edizione Italiana: Planeta DeAgostini, Cartonato, 18,95 euro

Edizione Originale:  Egypt # 1-7

L’antico Egitto dei faraoni è sicuramente una delle ambientazioni meno usate per un fumetto nonostante il grande fascino che ha sempre esercitato sul grande pubblico: le piramidi erano già antiche ai tempi dei romani che da conquistatori dell’Egitto vennero presto conquistati dai segreti che celavano gli antichi culti degli dei che camminavano lungo il Nilo e forse, tra tutti, Iside fu quella che fece presa maggiore nell’immaginario collettivo delle persone dell’epoca.

I nuovi culti fiorirono  a Roma che presto venne invasa da fedeli adepti di questi culti esotici e misteriosi.

Successivamente i dominatori di questo antico Regno sono cambiati ma mai nessuno è uscito indenne dal richiamo degli antichi monumenti, degli affreschi, della cultura e della maestosità di questo antico popolo.

Il culto dei morti e il trattamento riservato ai faraoni è probabilmente l’elemento che ha sempre più affascinato le grandi masse: basta pensare alla quantità di rimedi che, secondo i superstiziosi, possono essere ricavati dalle mummie, oppure alla mania che scoppiò per l’Egitto quando Carter ritrovò la tomba di Tutankhamon.

E’ impossibile quindi negare che l’Egitto antico eserciti tuttora una sorta di magia su chi se ne avvicina.

Peter Milligan ci regala quindi una storia sull’Egitto diversa da quella che ci si potrebbe aspettare.

Milligan prende infatti elementi classici della cultura egizia e li riadatta creando un Egitto verosimile in cui però l’altro mondo, quello degli dei, dei morti e delle creature che popolavano gli incubi degli egizi, fanno parte come non mai della realtà.

Il racconto di Milligan porta il lettore a conoscenza della vita dissoluta di Vincent Me, giovane inglese trasferitosi nel nuovo continente in cerca di fortuna.

Me, il complesso personaggio della miniserie, è  il classico antieroe: cinico, dissoluto, cocainomane e privo di empatia verso il prossimo.

Vincent nasconde inoltre una perversione, un desiderio segreto che lo avvicina alle figure mitiche di Osiride e Iside.

Contro la sua volontà, attraverso un rituale magico, Vincent comincerà il suo viaggio di redenzione casuale che lo porterà, percorrendo i cancelli della morte, ad un finale inaspettato che, data la piega della storia, potrebbe sorprendere il lettore.

Quel che è sicuramente più interessante di Egitto è come vengono usati gli dei.

Sin dall’alba dei tempi gli uomini racchiudono concetti, sentimenti ed emozioni nelle divinità che diventano così la rappresentazione figurata di tale mix.

Da sempre quindi le divinità rappresentano diverse facce della natura umana e un pantheon può essere considerato a ragione come la rassegna dell’umana natura per eccellenza.

Parlare di Thot ad esempio non significa solo parlare di una divinità con la testa di ibis protettrice degli scribi ma significa anche richiamare una figura che in se racchiude il significato più profondo della comunicazione e del linguaggio.

In Egitto Milligan rende più umani che mai gli dei.

Questo procedimento sarà sicuramente famigliare al lettore Vertigo che già in Sandman ha incontrato divinità soggiogate dalla loro natura e quindi influenzate dagli attributi che gli uomini davano loro.

In questo caso però le divinità di Egitto, Iside, Osiride, Seth, Nefti, traggono la loro essenza direttamente dal protagonista del fumetto e rappresentano diversi lati della sua personalità ma soprattutto i vizi della sua vita precedente per i quali non ha ancora trovato redenzione.

Vincent quindi non solo verrà catapultato in un paese soggiogato da una classe sacerdotale spietata ma affronterà anche i suoi demoni interiori per liberare non solo se stesso ma anche l’Egitto schiacciato dalle proprie divinità.

In conclusione Egitto rappresenta sicuramente una lettura diversa anche per chi è già avvezzo allo stile delle opere Vertigo più particolari.

Consigliato a chi ama la cultura dell’antico Egitto, a chi preferisce le  storie di redenzione e  di riscatto e a chi vuole guardare con occhi diversi dentro se stesso.