In occasione del New York Comic Con (NYCC) 2012 la Dc Comics ha iniziato a svelare i suoi piani operativi per il 2013. Uno dei dubbi più pressanti era quello che riguardava il futuro di Jim Lee, una volta annunciato la sua partenza da Justice League, che era stata nel Settembre 2011 il titolo apripista del rilancio costituito dalle nuove 52 testate. Qualche giorno fa a questa domanda è stata data finalmente una risposta definitiva: Lee si occuperà di disegnare una nuova testata dedicata a Superman ed intitolata come il film di prossima uscita, “Man of Steel”. I testi sono stati affidati ad uno degli scrittori di punta del momento in tutto il panorama fumettistico, quello Scott Snyder che da scommessa su cui puntare all’inizio del rilancio, grazie alla sua gestione di titoli come “Batman” e “Swamp Thing” si è in breve tempo trasformato in una solida certezza. Proprio in occasione nel NYCC 2012 CBR New ha potuto realizzare una intervista con i due autori, che Dc Leaguers è lieta di riproporvi nella sua traduzione.

Sin dal momento in cui è stato annunciato che Ivan Reis avrebbe partecipato alla serie “Justice League” in qualità di disegnatore regolare nel 2013, i lettori si erano chiesti dove sarebbe approdato dal punto di vista creativo Jim Lee, artista superstar nonché Co-editore alla Dc Comics. In base ai progetti che la Dc ha in serbo per il 2013, non dovrebbe sorprendere che la risposta a quella domanda sia Metropolis.

Oggi (11 ottobre) al New York Comic Con, è stato rilasciato un comunicato per cui a Lee si sarebbe affiancato lo scrittore di titoli affermati, come Batman e American Vampire, Scott Snyder, in vista di una nuova testata mensile su Superman. Questa serie sarà sia una estensione della posizione del nostro eroe all’interno della linea dei Nuovi 52, ma anche una celebrazione del 75° anniversario della nascita di Superman, come anche dell’uscita del prossimo film realizzato dalla Warner Bros, “Man of Steel”.

CBR News ha discusso sia con Lee che con Snyder sul perchè ed il percome di questo progetto, e di seguito, questa coppia ci spiegherà il motivo per cui questa storia rappresenterà un racconto a sé stante, che andrà a esplorare il nocciolo dell’essenza di Superman, quali sfide si stanno ponendo loro che hanno come scopo quello di ottenere una rottura dalle storie passate dell’Uomo d’Acciaio, e quale sia la loro visione personale di Clark Kent.

Cominciamo da te, Jim. Non sei solo un artista della Dc, ma anche il suo Co-editore. Hai lavorato su “Justice League” fin dal lancio dei Nuovi 52. Cosa ti ha spinto a volerti spostare su questo progetto come artista, e cosa rende questo progetto una mossa azzeccata dal punto di vista commerciale per fare entrare la Dc nel 2013?

Jim Lee: Mettendomi nei panni del mio ruolo di Co-Editore, direi che guardando al 2013 mi viene in mente il 75° anniversario di Superman. Quindi abbiamo pensato di voler realizzare un mucchio di progetti grandiosi con Superman nell’anno che sta arrivando e di espandere il numero di testate da raccogliere sotto il suo nome. Dal punto di vista artistico, mi è sempre piaciuto lavorare con gli sceneggiatori che ammiro. Ho seguito il lavoro di Scott su “American Vampire”, per il quale a dire il vero ho anche realizzato la variant cover per il primo albo, ed ho continuato a seguirlo anche su “Batman”, dove mi è piaciuto molto il modo in cui ha introdotto un nuovo mito e lo ha fatto sembrare una prosecuzione così naturale da sembrare che sia esistito da sempre. Questa è una delle operazioni più difficili da realizzare con questo tipo di personaggi che sono in circolazione da settant’anni e più: inserire particolari che sembrano essere stati sempre presenti all’interno della storia. Quindi, parlando egoisticamente dal punto di vista creativo, volevo la possibilità di lavorare con Scott e di farlo su un personaggio come Superman, con il quale si sarebbe potuto vedere cosa sarebbe stato in grado di fare per dimostrarci cosa sia in realtà questo personaggio, nonostante lo conosciamo già da 75 anni. Scott ed io abbiamo fatto colazione insieme durante il San Diego Comic Con e lui mi ha guidato all’interno di questa storia, e da quel momento in poi mi aveva già convinto.

Scott, la gente sapeva che quando hai iniziato alla Dc eri un grande fan di Batman e che possedevi una autentica passione nel raccontare storie di quel personaggio. Hai una relazione simile anche con Superman, o il tuo approccio come scrittore sarà un po’ differente?

Scott Snyder: E’ più o meno la stessa cosa, dal momento che questi due sono la mia coppia preferita sin da quando ero un bambinetto. Ci sono dei momenti in cui vorresti essere Superman, poi invece ti fanno arrabbiare e a quel punto ci sono momenti in cui preferiresti essere Batman [Ride] Ma questo succede sia da bambini che da adulti! Il modo con cui tutto ciò si è materializzato in me è stato quando stavo lavorando alla roba su “Batman”, ed ecco che una storia su Superman ha cominciato a formarsi nella mia mente, in maniera che, se io avessi mai ottenuto la possibilità di scrivere quel personaggio, questa sarebbe stato esattamente quello che avrei voluto fare con lui. Così ho iniziato a mettere giù una bozza e immaginare come avrei potuto realizzarla nel momento in cui mi fosse stato reso possibile. Quando poi ho scoperto che sarebbe potuta nascere una nuova testata su Superman, mi sono talmente emozionato che sono andato a parlare con Dan [DiDio] e Jim a questo proposito. È stato un qualcosa che ho sentito davvero crescere in me in maniera spontanea, sia per l’entusiasmo in sè e per l’amore che porto al personaggio, come anche per l’emozione di poter lavorare con Jim. Lui è proprio perfetto per il genere di storia che ho in mente. Quindi questa è l’origine di tutta questa storia.

 Nel corso del primo anno dei Nuovi 52 abbiamo avuto queste due testate gemelle su Superman, che si sono svolte in un passato in cui “Action” ha affrontato le vicende di Clark Kent che cercava di trovare il suo posto nel mondo e “Superman” che sviluppava invece il contrasto interiore tra il suo passato kriptoniano e il periodo attuale. Ora sappiamo che Andy Diggle si occuperà di “Action” e Scott Lobdell proseguirà le tematiche di “Superman”. In che modo questa nuova serie si andrà ad inserire tra le loro fila e dove si andrà a focalizzare la sua storia una volta che sarà partita?

Snyder: Andrà ad accompagnare le altre testate di Superman, nel senso che sarà in continuity, anche se noi vorremmo davvero ritagliarci un nostro spazio particolare. Questa storia può davvero essere la più grande e la più epica storia di Superman che noi due potessimo realizzare insieme, mantenendo contemporaneamente i nostri piedi ben piantati dentro la continuity e facendo in modo che ciascuno potesse avere spazio a sufficienza. Per noi, questa sarà una testata indipendente e un qualcosa che offrirà una grossa sfida a Superman, limitata unicamente alla nostra serie. Allo stesso tempo, dal momento che sia Scott che Andy sono miei amici, siamo tutti davvero entusiasti di poter lavorare uno di fianco all’altro e scambiarci le idee.

Jim, in che modo affronterai questa testata dal punto di vista visuale? Quando hai realizzato la tua run su “Superman” insieme a Brian Azzarello si aveva una percezione stilistica delle cose molto in stile anni ’40, mentre la “Justice League” dei Nuovi 52 ha rappresentato il debutto per l’Uomo d’Acciaio di questa armatura quasi futuristica. Sviluppare il suo personaggio ed il mondo intorno a lui senza avere tutti gli altri supereroi che si aggirano per le pagine rappresenta qualcosa di molto diverso?

Lee: Sicuramente. È molto più difficile disegnare tutti quegli altri personaggi insieme [Ride]. Del tipo, finisco di disegnare un Superman davvero ben fatto ed ecco che “Ugh…ora devo farci stare altri sei personaggi sullo sfondo!” Questo invece sarà davvero un bel cambio di ritmo rispetto a quella situazione. Non vedo davvero l’ora di concentrarmi solo su quel personaggio in particolare. Per quanto riguarda le differenze stilistiche tra la storia “Per il domani”, che ho realizzato con Brian Azzarello, e questa, Scott ed io ne abbiamo parlato molto quando abbiamo iniziato i preparativi per questa storia a riguardo al tono visuale che avremmo potuto utilizzare per rendere questa serie diversa da tutte le altre su Superman e dalle altre run a cui ho partecipato. Abbiamo iniziato con il discutere del tipo di narrazione, della struttura della storia e del ritmo sequenziale delle tavole. Scott è uno che si interessa molto a questa tecnica e ci siamo davvero trovati d’accordo dal punto di vista creativo riguardo a questo aspetto. Ci siamo rimbalzati la palla avanti e indietro e credo che alla fine siamo riusciti a tirare fuori un breve elenco di parametri visivi per questo progetto. Sul serio non vedevamo l’ora di poter renderli concreti. Stiamo lavorando davvero duro per essere sicuri che quando leggerete questa storia apparirà e la sentirete come qualcosa di molto diverso dalle serie precedenti. Abbiamo stabilito in maniera ferrea come questo universo dovrà apparire e come sarà percepito.

Nel complesso, a questo punto del vostro lavoro, quale visione ha ognuno di voi di Superman come personaggio? Abbiamo sentito molto discutere sul fatto se sia Clark Kent il vero personaggio cardine all’interno della sua doppia identità o se lo sia invece Superman. Come pensate dovrebbe essere trattata la questione?

Snyder: Penso che uno degli aspetti più interessanti su di lui è che Clark resta sempre e comunque Clark. Credo che in alcuni momenti nel caso di un personaggio come Batman ci si renda conto che Bruce Wayne è una maschera che lui indossa. Ma per quanto riguarda Superman, il particolare che lo rende un personaggio così forte è che i valori con cui è stato cresciuto e la persona che è stata allevata per diventare sono sempre il nocciolo principale di quello che lo rende il supereroe più potente della Terra. Non sarà una storia in cui si troverà Clark contro Superman o dove si vedranno loro due divisi. Riguarderà piuttosto alcune sfide per Superman, che lo scuoteranno nel profondo dal punto di vista emotivo, psicologico e perfino fisico. Andrà a finire che lui si dovrà confrontare con qualcuno che può combattere con lui colpo su colpo e riuscire anche a farlo cadere.

Lee: Sì, sono più dell’idea che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Non conta più che lui sia Clark o Superman. Sono la stessa identica cosa. Uno degli aspetti più affascinanti di Superman è che lui riesce a mantenersi in contatto con quel particolare lato della sua umanità. Per come la vedo io, per prima cosa sono un genitore, ed interagisco con i miei figli in maniera diversa da quando esco con gli amici. Non mi sento come se una cosa fosse diversa dall’altra. È solo che io sono così. Quando penso a Superman, mi viene in mente una persona che può relazionarsi con un uomo qualunque ed essere il Clark Kent che conosciamo ed amiamo tutti, ma lui è anche quell’incredibile eroe che è di ispirazione ed oggetto di aspirazioni – qualcuno che può davvero spostare le montagne. Questo, per me, è ciò che rende questo personaggio interessante – che entrambe queste due personalità siano racchiuse nello stesso corpo.