C’era una volta, nella foresta di Sherwood, il coraggioso Robin Hood con la sua compagnia di arcieri pronti a difendere gli oppressi e a combattere per la giustizia…
No, non vi stiamo per raccontare la storia del celebre eroe inglese tornato di recente anche al cinema. Eppure le gesta di questo famoso personaggio sono collegate alla lunga vicenda editoriale che ci apprestiamo a proporvi: vogliamo infatti ripercorrere l’avventura su carta di uno degli eroi DC più affascinanti e attuali, nonostante sia meno noto al grande pubblico rispetto ad alcuni suoi colleghi: GREEN ARROW, conosciuto in italiano come Freccia Verde.
Un’instancabile dedizione al bene, una volontà di ferro e un’esistenza votata alla tutela dei diritti dei meno fortunati sono alcuni dei tratti distintivi di questo eroe, che, come Robin Hood, combatte i criminali con archi e frecce, ma non lo fa in un bosco, bensì nella temibile giungla urbana di Star City, coadiuvato da una formidabile schiera di aiutanti e.. dal grande amore della sua vita.
Ma andiamo con ordine, e ripercorriamo dall’inizio l’emozionante epopea dell’arciere di smeraldo.
LE ORIGINI: IL BAT-ARCIERE
Green Arrow è uno degli eroi più longevi della DC. Esordì nel 1941 su More Fun Comics #73, creato da Mort Weisinger e George Papp. Il suo alter ego civile è Oliver Queen, spesso abbreviato con “Ollie”. Fin dall’inizio la sua somiglianza con Robin Hood è palese, egli infatti è un abile arciere che, grazie alle sue frecce accessoriate (la freccia-pugno, la freccia-lacrimogena, la freccia-bomba e tutti i suoi buffi marchingegni sono citati nelle storie di Freccia Verde ancora oggi) combatte il crimine nella sua città d’origine, Star City. All’epoca la popolarità di Batman, la celebre creatura fumettistica di Bob Kane e Bill Finger, era già di enorme (la sua serie regolare, dopo l’esordio fortunato su Detective Comics #28, aveva debuttato nel 1940) e così la DC decise di crearne una versione comica e leggera, con tanto di Freccia-Mobile e Freccia-Plano. Ollie Queen infatti è scapolo e ricco come Bruce Wayne, e le sue avventure scanzonate fanno il verso a quelle del più celebre collega gothamita. Ha una spalla più giovane, Speedy, e un arcinemico clown simile al Joker chiamato Bull’s Eye.
Il suo ideatore si ispirò, per creare il personaggio, al romanzo The Green Archer di Edgar Wallace, e dopo una permanenza fissa su More Fun Comics fino alla metà degli anni 40, dal 1946 al 1960 divenne uno dei protagonisti di Adventure Comics, con qualche comparsata occasionale su World’s Finest Comics.
La back-up series che proponeva le sue avventure in coppia con Speedy fu inclusa in una delle prime testate pensate per i team-up (anni prima del dirompente debutto nel 1955 di The Brave and The Bold, testata che consacrò questo espediente narrativo), Leading Comics, serie che vide la luce nel 1941.
Green Arrow fu uno dei personaggi che sopravvisse alla Golden Age e che continuò ad essere pubblicato con sufficiente regolarità grazie all’abilità del suo creatore, “papà” anche del Re dei Mari della DC, Aquaman, il quale continuava a proporre le sue avventure ai lettori. I primi 25 anni di vita editoriale di Ollie in realtà non furono così significativi, ma il “bello” doveva ancora arrivare, inaspettatamente. Siamo alle soglie degli anni 70, e la storia di Freccia Verde fu completamente sconvolta dall’immensa bravura di due mostri sacri del fumetto americano, Dennis O’Neal e Neal Adams.
DENNY E NEAL: OLLIE SCENDE IN CAMPO
La fine degli anni 60 per l’America fu un periodo turbolento: le lotte studentesche, la disillusione causata dalle guerra in Vietnam e le feroci contestazioni contro la politica militare USA, la necessità di affermare con convinzione i diritti delle donne e delle minoranze etniche. E’ questo il contesto sociale di cui si nutre uno dei cicli di storie più famosi della storia del fumetto americano: LANTERNA VERDE/FRECCIA VERDE di Dennis O’Neal e Neal Adams, iniziato su Green Lantern #76 dell’aprile 1970. L’esigenza di un fumetto più denso da un punto di vista etico, in costante contatto con la realtà, permeava i comics del’epoca, grazie anche alla dirompente entrata in scena dei famosissimi supereroi con superporblemi della Marvel Comics.
Adams aveva già dato un tocco più moderno al personaggio in Brave and Bold #85, e O’Neal, ispirato da questo nuovo design, iniziò a conferirgli nuove sfumature caratteriali sulle pagine della Justice League, rendendolo più forte e incisivo.
Oliver Queen, con un look completamente rinnnovato e meno guascone, divenne quindi il portabandiera dei meno fortunati, il difensore degli oppressi, una voce “di sinistra” in un patheon supereroico che forse si occupava troppo delle minacce cosmiche e dei supercriminali e poco dei veri problemi della gente. Il lungo viaggio attraverso l’America compiuto da Lanterna Verde e Freccia Verde (durato fino al 1974 e snodatosi sulle testate Green Lantern eThe Flash) segnò un epoca, con Hal Jordan costretto ad affrontare una difficile “crisi di coscienza” causata dalla sua incapacità di interfacciarsi con la dura realtà della strada. Sarà proprio Ollie ad aprirgli gli occhi con incrollabile tenacia, mostrandoci un’America diversa da quella opulenta e sfarzosa che trionfava sulle riviste patinate. Questi sono gli anni in cui Ollie costruisce e cementa il rapporto con il grande amore della sua vita, Dinah Lance/Black Canary, seducente e combattiva eroina originariamente appartenente alla continuity dell’universo parallelo Terra 2. Quella fra la Canarina e l’Arciere è una passione forte, autentica, graffiante, destinata a durare, in un eterno tira e molla, ancora oggi.
Temi scomodi come l’uso della droga da parte dei giovani furono mostrati in tutta la loro crudezza su queste pagine, e la vita stessa di Green Arrow è sconvolta dalla scoperta che la sua spalla Speedy, il figlio Roy Harper, in realtà è un tossicodipendente.
Nella seconda metà degli anni settanta il tandem meraviglia Adams/O’Neal si separò, ma ovviamente la storia editoriale di Freccia Verde proseguì con successo. Green Lantern continuò ad essere la back-up series di The Flash, mentre Ollie si spostò su Action Comics.
Nel 1976 la regular Green Lantern venne rilanciata, e Ollie Queen ne divenne subito una presenza fissa, anche se si trattava di storie dal taglio supereroico più tradizionale. Denny O’Neal ritornò ai testi, ma ai disegni c’era Mike Grell, splendido artista il cui tratto risentiva moltissimo proprio dell’influenza di Adams. Lo stesso Grell, ricevendo una sorta di testimone ideale dal suo predecessore, era destinato a lasciare un segno indelebile nella storia di Freccia Verde, con un ciclo di storie avvincente e dai toni decisamente “oscuri”.
LA GESTIONE DI MIKE GRELL: OMBRE E INQUIETUDINI DEGLI ANNI 80
Nel 1987, poco tempo dopo la fine del grande crossover Crisi sulle Terre Infinite, evento che riorganizzò l’ingarbugliata continuity DC, il personaggio di Green Arrow venne rilanciato in un’ottica differente e adulta, anticipando un “gusto” fumettistico che pochi anni dopo avrebbe portato alla nascita della linea Vertigo.
Le atmosfere, in piena epoca revisionista (questo è il periodo di Moore, Miller e del terremoto che sconvolse il mondo dei supereroi in seguito alla pubblicazione di Watchmen) sono cupe e tragiche, con storie realitische e violente che colpiscono per la loro crudezza. La gestione Grell iniziò con la dirompente miniserie in tre parti (Freccia Verde: Cacciatori dall’Arco Lungo (Green Arrow: The Longobow Hunters), in cui Ollie deve fronteggiare alcuni temibilissimi spacciatori di droga (tematica che ritorna con frequenza nelle storie dell’arciere) e la vita di Canary è drammaticamente messa in pericolo, con conseguenze tragiche.
Freccia Verde si trasferisce a Seattle e abbandona una volta per tutte i gadgets “improbabili” che avevano caratterizzato il suo debutto negli anni 40. Il personaggio s’incupisce, affrontando tematiche urbane e non disdegnando l’uso di un’estrema violenza nei confronti dei suoi nemici. C’è meno spazio per il Green Arrow supereroe e più per il suo lato vigilantesco, con un progressivo isolamento rispetto al resto del DC Universe. Gli altri personaggi compaiono, ma spesso in identità civile e non in costume. Ci sono crossover con altri eroi (realizzati soprattutto da Denny O’Neal , che all’epoca, oltre che con Batman, era impegnato con The Question, un’altra testata dai toni decisamente adulti) ma Ollie acquisisce un orientamento politico più conservatore, anche se allo stesso tempo è più spregiudicato nei suoi metodi. Il parco-comprimari si arricchisce non poco, con una serie di temibili avversari sia nel mondo della polizia/agenzie governative che in quello criminale.
La run di Grell terminò con Green Arrow #80, ma egli ritornò sul personaggio nel 1992 con la miniserie The Wonder Year, dedicata alla giovinezza di Ollie e alla sua formazione.
Dopo la conclusione di questa fortunata gestione la DC reintegrò Freccia Verde nel DC Universe, legandolo alla continuity di quel periodo e a grandi eventi come il crossover Ora Zero (1994).
La serie regolare abbandonò la linea “matura” e venne introdotto il personaggio di Connor Hawke (figlio di Ollie), e la testata culmina nei numeri #100-101, con la morte di Green Arrow, sacrificatosi per evitare uno scoppio di una bomba che avrebbe distrutto la città di Metropolis. La serie fu cancellata con il numero #137, e la scelta di rimpiazzare Oliver con Connor non fu molto fortunata.
Ma come spesso succede, per i supereroi la fine è in realtà un nuovo inizio.. e presto sarebbe toccato alla sagace ironia di Kevin Smith ridisegnare il mito di Green Arrow.
KEVIN SMITH E BRAD MELTZER TRA MODERNITA’ E NOSTALGIA (2000-2004)
Sul nascere del nuovo millennio toccò proprio a Kevin Smith, regista notissimo ai fan per il film culto Clerks (Commessi), rivitalizzare il personaggio di Ollie, con una lunga corsa fumettistisca insolita e riuscita. La nuova serie, ripartita dal numero #1, reintrodusse l’Arciere nel DC Universe dopo la sua morte, dando vita ad una run divertentissima e mai noiosa. Le trame sono piuttosto consuete, ma il Green Arrow di Smith spiazza (in senso positivo) per la brillantezza dei dialoghi e le caratterizzazioni dei personaggi. Oliver è determinato, scanzonato e irriverente, con battute al fulmicotone che spiazzano e intrattegono lo spettatore. La serie, spassosa e dinamica, mostra Freccia Verde impegnato non solo nella lotta al crimine, ma anche in una serie di relazioni complicate e autentiche con i propri figli e l’amore di sempre, Black Canary.
Viene introdotto anche il personaggio di Mia Dearden, ragazza caparbia che diventerà il nuovo sidekick (Speedy) di Olli, ma che dovrà affrontare, in seguito, una vicenda umana davvero drammatica.
Dopo l’abbandono di Smith è il romanziere Brad Meltzer a scrivere la serie, dando vita a uno storyarc intensissimo: La ricerca dell’Arciere (The Archer’s Quest), magnifico tributo all’amicizia di Ollie con Hal Jordan (all’epoca ormai in procinto di tornare in vita con Green Lantern Rebirth) e al loro viaggio degli anni 70 attraverso gli Stati Uniti. Si tratta di una vera e propria riflessione sull’eroismo, che Meltzer porta avanti poco dopo in maniera grandiosa e commovente anche in IDENTITY CRISIS, il primo grande evento di avvicinamento al crossover del 2005 Crisi Infinita. Anche qui Oliver è una delle voci narranti principali dell’emozionante vicenda, e Meltzer in questo frangente, ancora una volta, mostra tutto il suo amore per il personaggio. Crisi d’Identità è sicuramente una delle storie DC più belle e significative degli utlimi 20 anni. Lo stesso “occhio di riguardo” per gli la famiglia di Arcieri DC verrà mostrato da Meltzer anche nella sua run di 12 numeri della nuova Justice League of America, seppur in maniera differente.
JUDD WINICK: NATO PER SCRIVERE GREEN ARROW (2004-08)
Judd Winick, all’inzio degli anni 2000, era sicuramente uno dei talenti emergenti più interessanti che si stava facendo strada alla DC. Graffiante, dinamico, interessato a dare alle sue storie una dimensione fortemente “sociale” (caratteristica che emergeva anche sulla sua interessante gestione di Green Lantern di poco precedente) è quindi lo scrittore perfetto per Oliver Queen. La sua run su [Green Arrow (iniziata nel 2004 con il numero #40 della serie regolare e proseguita anche dopo il crossover Crisi Infinita con gli episodi denominati Un Anno Dopo), coadiuvato alle matite prima da Phil Jester e poi da Scott McDaniel, è un susseguirsi di colpi di scena, prima con la scoperta della sierpositività di Mia Dearden, poi con la nomina di Ollie come sindaco di Star City, scelta che vede Freccia Verde determinato a dare alla sua città un futuro migliore anche da un punto di vista politico. Le logiche del potere però lo stritolano, e la regular, a causa delle (immeritate) scarse vendite chiuderà con il numero #75 (giugno 2007) con un colpo di scena: la proposta di matrimonio di Ollie a Dinah.
Nel 2007 esce anche la validissima miniserie Green Arrow: Year One dell’ottimo duo Andy Diggle/Jock (la coppia formidabile che alla Vertigo faceva faville con The Losers) la quale rielabora in maniera moderna e dinamica le origini di Oliver Queen.
GREEN ARROW/BLACK CANARY: E VISSERO FELICI E CONTENTI?
Il matrimonio “a sorpresa” di Ollie e Dinah diventa quindi uno degli eventi più attesi delle storie DC di quel periodo, con la pubblicazione di alcuni speciali (The Black Canary Wedding Planner, JLA Wedding Special, and The Green Arrow/Black Canary Wedding Special., preceduti da una miniserie in quattro parti dedicata proprio alla Canarina) destinati a fare da “ponte”con la nuova serie regolare dedicata dunque alla vita matrimoniale di una delle coppie più longeve del DC Universe, intitolata proprio Green Arrow/Black Canary.
La serie, scritta ancora da Judd Wnick, manca però di mordente, e l’Arciere progressivamente perde, a causa di scelte editoriali poco felici, lo smalto degli anni precedenti. Ma grandi cambiamenti sono alle porte, con la DC determinata a dare una svolta imprevista alle vita del personaggio. Dal numero #15 la serie Freccia Verde/Black Canary (ancora in corso di pubblicazione) è scritta da Andrew Kreisberg, che cerca di dare alla testata toni meno scanzonati e più noir.
JUSTICE LEAGUE: CRY FOR JUSTICE
L’universo DC è ancora sconvolto dagli effetti del crossover Final Crisis, con la JLA determinata a “ristabilire gli equilibri” spazzati via dall’equazione dell’antivita di Darkseid, che ha soggiogato le menti e i cuori della gente comune e degli eroi. La rabbia di Ollie e di altri membri storici del gruppo è molto forte, e si concretizzerà in scelte estreme e sorprendenti. Questa miniserie scritta da James Robinson rappresenta il punto di svolta (che non vi anticipiamo) della nuova vita di Oliver Queen, la cui esistenza ora è radicalmente differente.
Gli eventi sorprendenti di questa storia vengono ripresi da Robinson nella sua Justice League, e a questo progetto la DC fa seguire una nuova serie regolare di Green Arrow (ripartita per l’occasione dal numero #1) scritta da J.T. Krul e collegata agli eventi dell’iniziativa editoriale Brightest Day. Nelle intenzioni di Krul la nuova regular è fortemente collegata al mito di Robin Hood (riallaciandosi quindi alle origini del personaggio) e vede Ollie costretto ad agire in un contesto e in una condizione decisamente nuova per lui.
Cosa ci riserverà il futuro dell’Arciere di Star City? Freccia Verde ha ormai 70 anni, eppure sembra non invecchiare mai.
FRECCIA VERDE SUL NOSTRO SITO:
Forum
Come cominciare a leggere Freccia Verde (e gli altri eroi DC)
Freccia Verde: Anno Uno
Freccia Verde di Judd Winick
Freccia Verde/Black Canary – lo spillato
Freccia Verde/Black Canary (TP)
Freccia Verde di Kevin Smith e Brad Meltzer
Lanterna Verde/Freccia Verde di O’Neal e Adams
Recensioni: