Da CBR

Jason Aaron, apprezzato autore della serie DC/Vertigo Scalped e delle testate Marvel Punisher Max, Wolverine, Astonishing Spider-Man & Wolverine racconta le sue intense sensazioni come scrittore, dicendoci come scrivere per lui sia in realtà un processo senza fine, espressione incessante della vita stessa. Leggiamolo insieme.



Gran parte del mio lavoro di scrittore si svolge, con un programma giornaliero piuttosto rigoroso, dalle 9 alle 17. Ma scrivere non è semplicemente questo.. se sei uno scrittore, dovresti scrivere sempre.

Non significa essere sempre al computer. Scrivere è un processo che ha due risvolti: c’è il tempo che si trascorre alla scrivania,  battendo a macchina le proprie bozze, ma ci sono anche i momenti che ti conducono a tutto questo, cioè le ore che una storia impiega a germogliare nella tua mente, e tutte le infinite variazioni sul tema che si creano, il dialogo interiore che porti avanti prima di dare voce a un personaggio.

E’ la porzione grossa del lavoro, e quella più pesante. Mettere le idee su carta è la parte divertente, ma tutta la ginnastica mentale che devi necessariamente effettuare per arrivare alla realizzazione.. quello è il vero lavoro.

Ecco perché devi farlo quotidianamente e il più possibile. Se vuoi fare della scrittura un lavoro, vivere scrivendo, deve modellare la tua vita sul tuo essere uno scrittore. Ciò significa scrivere sempre. Nella tua testa, non importa quando e non importa dove tu sia in quel momento.. le idee nascono dalla vita vera, da qualcosa che guardi, leggi, ascolti con attenzione.

Non sei veramente uno scrittore finché non vivi uno di quei momenti in cui interrompi qualsiasi attività tu stia facendo per scrivere qualcosa, prima di dimenticartelo.

La prima lezione che ho imparato sulla scrittura viene da mio cugino, Gustav Hasford, un romanziere, la prima persona che abbia mai conosciuto che facesse questo per lavoro. Scriveva sempre, viveva per questo. Aveva costantemente un quaderno a portata di mano, e ogni volta in cui trascorrevi del tempo con lui, lo vedevi periodicamente fermarsi, interrompere ciò che stava facendo, tirare fuori il quaderno e scrivere. Un’idea venuta dal nulla, forse. Una domanda a cui cercava una risposta, una porzione di un dialogo udito da qualcuno.
Qualsiasi cosa di interessante tu dicessi, lui prendeva nota, dicendoti che l’avrebbe usata un giorno in un libro citandoti. E’ il rischio di avere un amico scrittore, credo.

Non ci sono interruttori di accensione/spegnimento per le idee, di certo. O almeno, non dovrebbe essere così. Ma la creatività va nutrita con altre idee. Con libri, film, arte. Con la vita, con le persone che conosci, con i tuoi segreti e sogni. Si nutre di qualsiasi cosa tu veda o faccia, dalla cosa più oltraggiosa ed eccitante a quella più terribilmente banale.

I pensieri migliori mi vengono sotto la doccia, ho scritto miriadi di fumetti nella doccia, o durante le mie passeggiate nel quartiere. O in quegli ultimi vaghi momenti prima di addormentarmi. Quando sono alla mia scrivania lavoro in silenzio. Non riesco ad ascoltare musica o a tenere la tv accesa. Ma quando una storia mi martella in testa, adoro ascoltare musica. Ho creato playlists specifiche per le serie a cui lavoro, di modo da poter pensare alle mie storie da scrivere mentre le ascolto.

Nulla sarà mai scritto nel vuoto.
E se non impari a scrivere nella tua testa, su carta non ci riuscirai mai.
La prima storia che mi sia mai stata comprata l’ho scritta in uno strip-club durante una lap dance. Ho scritto guardando film. Ho scritto in chiesa (quando ci andavo ancora) e nei bar più squallidi. Ho scritto mentre lavoravo ed ero pagato per fare altro teoricamente, in quel momento. Ho scritto facendo l’amore, gridando per una partita di football, mentre vomitavo l’anima, ammassato con altri nel seminterrato mentre fuori imperversava un tornado, da solo e in mezzo a una folla, quando mi sentivo irrimediabilmente solo e senza speranza, mentre avevo le allucinazioni, quando mi sentivo umiliato o venivo picchiato, quando volevo morire o nei momenti di massima felicità, oppure mentre fingevo di ascoltare qualcuno o cercavo di svignarmela da una certa situazione.

Puoi comprare libri che ti insegnano a strutturare bene una storia o a plasmare buoni personaggi. Ma per quanto riguarda la tua vita come scrittore, devi capire come farlo da solo.

Se vuoi fare lo scrittore, sii uno scrittore. Ogni singolo giorno, tutto il giorno.
Preoccupati di avere davvero qualcosa da dire, prima di preoccuparti della forma in cui scriverlo.

Buona fortuna.