Red Robin

Apr 9, 2011

Testi: Christopher Yost
Disegni: Ramon Bachs, Marcus To
Edizione Originale: Red Robin TPB USA
Edizione Italiana: serie di volumi brossurati, 96 pp., colori, Planeta De Agostini


Ricorda tutto ciò che i tuoi maestri ti hanno insegnato. Non essere come uno di loro. Sii tutti loro.

– Red Robin

I cosiddetti sidekick o spalle dei supereroi sono da sempre la gioia e il dolore delle case editrici americane.
Per vari motivi i fan si dividono su questo argomento, alcuni li disprezzano, considerandoli solo degli espedienti per spingere il lettore ad acquistare ulteriori albi, altri invece li adorano.
C’è infatti chi pensa che non possa esistere Batman senza Robin, Flash senza Kid Flash, Freccia Verde senza Speedy, Capitan America senza Bucky ecc…Fra tutti i giovani aiutanti spicca sicuramente Timothy Jackson Drake, il terzo Robin. E’ forse uno dei personaggi più dinamici nella storia dei fumetti americani, passando nel corso degli anni ad essere da uno spensierato ragazzino con il sogno di diventare Robin, ad un ragazzo malinconico, oscuro.
Che cosa lo ha fatto cambiare così tanto? La morte.
La morte dei suoi genitori, la morte della sua ragazza, la morte del suo migliore amico, la morte del suo mentore e padre adottivo.
Ma in quest’ultimo caso, quando la triste mietitrice porta via Bruce Wayne, Tim si ribella a questo crudele destino, pensa che è impossibile che tutto ciò stia accadendo.
Si convince che è impossibile che Batman sia morto, si convince che dev’essere da qualche parte e decide di cercarlo, decide di indagare sul più grande mistero, sul più grande caso che un detective potrebbe mai affrontare.
Ed è di questa indagine, di questa ricerca che parlano i primi due Tp della Planeta Deagostini rispettivamente intitolati ”La ricerca di Bruce Wayne” e ”Il Consiglio dei Ragni”.
Tim Drake qui però non veste i panni di Robin ma di Red Robin, identità precedetemente già indossata dal vigilante pluriomicida ed ex ”Ragazzo Meraviglia” Jason Todd e dal supercriminale Ulysses Hadrian Armstrong meglio conosciuto come ”The General”.
I motivi di tale cambio di look sono chiari, innanzitutto perché indossando un costume già utilizzato da persone non proprio limpide Tim può ”sporcarsi le mani” e scendere, se ce n’è la necessità, a compromessi per poter portare a termine la missione prefissata. Inoltre in questo modo le sue azioni non possono essere ricollegate a Batman e Robin, evitando loro possibili guai con la polizia. Senza considerare che il ruolo di Robin è attualmente occupato da Damian Wayne, figlio naturale di Bruce.
Lo scrittore è Christopher Yost, sceneggiatore di New X-Men e di X- Force, coadiuvato ai disegni prima da Ramon Bachs, illustratore di diverse miniserie ambientate nell’universo fittizio di Star Wars, e da Marcus To dalla metà del secondo volume.
La storia scorre via che è un piacere, Yost utilizza molti salti spaziali e temporali, che però non compromettono la comprensibilità della serie. E’ bello vedere come lo scrittore cerchi un ritorno ad atmosfere tipiche del Pipistrello, permettendo quindi ai lettori di staccare un po’ dalla narrazione ”psichedelica” di Morrison.
Inoltre vengono messi in primo piano i sentimenti di Tim, le sue paure, soprattutto il suo terrore di perdersi, di scendere a compromessi che Batman non avrebbe mai accettato. Ma come dice il nostro protagonista lui è Red Robin e non Batman, e la posta in gioco è troppo alta per i dubbi, anche quando sono gli stessi amici a cercare di farlo desistere.
Inoltre l’autore porta Tim alla piena maturazione fisica e mentale, finalmente ha finito il suo apprendistato ed è un vero giustiziere, cosa che conferma Dick Grayson, l’attuale Batman, quando dice che lo considera un suo pari e la vittoria di Red Robin sia su Ra’s Al Ghul sia sul Consiglio dei Ragni, con lo stesso Ra’s che ammette che Tim riesce a pianificare la vittoria meglio di tutti i suoi maestri, Bruce compreso.
I disegni sono abbastanza buoni specialmente quelli di Marcus To, vera e propria promessa del settore fumettistico, che rende il personaggio molto dinamico, slanciato, per usare un iperbole, ricorda  il Batman di Adams.
Anche Bachs fa un buon lavoro, il suo tratto non rende appieno la  fisicità del personaggio ma è più oscuro, molto adatto alla svolta dark del protagonista.
Quindi è sicuramente una buona serie che apprezzeranno gli amanti del Batman pre-Morrison ma in particolare gli adolescenti.
Infatti in questi due Tp c’è tutto ciò che l’attuale generazione di giovani adora, è presente azione, oscurità, mistero, conflitto fra fratelli, rappresentato dal diverbio fra Tim e Dick e dal pugno mollato dallo stesso Tim al ”fratello minore” Damian Wayne e anche eroicità, di cui è un chiaro esempio il finale in cui Tim salva la ragazza e sconfigge i ”cattivi”.
Ma la cosa che più potrebbe colpire gli adolescenti è la solitudine di Red Robin, costretto ad affrontare contemporaneamente ninja e assassini ma anche gli stessi famigliari e amici.
E’ un ragazzo incompreso, così come sono incompresi i ragazzi d’oggi, costretti da una parte ad esaudire le aspettative dei genitori e dall’altra a resistere ad un mondo, una società che poche volte è stata più cupa, con le guerre, l’inquinamento, le ingiustizie che sono all’ordine del giorno.
Tim è l’esempio lampante di un ragazzo che deve crescere in fretta perchè il mondo gli ha portato via il padre,  non può più essere un ragazzino, Robin, non riesce più a sorridere, ma è costretto dalla vita ad incupirsi, ad essere Red Robin, ad essere adulto prima del tempo.
E dopo tutto ciò provate a dire ancora che le spalle sono stupide ed inutili.