Testi: Steve Niles
Disegni: Scott Hampton
Edizione originale: Batman Gotham County Line 1-3
Edizione italiana: Batman: Gotham County (Planeta DeAgostini), 160 pp, cartonato, 15,95€

Ancora una volta mi trovo a parlare di un volume per me difficile da inquadrare. Steve Niles, del quale avevo precedentemente parlato a proposito del suo Gotham dopo mezzanotte, torna ad occuparsi di Batman in un contesto orrorifico, molto diverso dalle canoniche ambientazioni urbane nelle quali il Cavaliere Oscuro agisce solitamente.

La vicenda prende il via con la classica “chiusa” di un combattimento fra il Joker e Batman, che serve a gettare nel Pipistrello il seme del dubbio: cosa si trova dopo la morte? Vari autori, negli anni, non hanno mancato nel sottolineare, accanto al pragmatismo, anche l’ateismo del nostro, impossibilitato ad accettare tutto quel che non può comprendere o controllare.  Niles quindi apporta il suo personale contributo alla questione imbastendo una storia che, a partire da un inizio decisamente thriller, vira bruscamente verso atmosfere surreali, orrorifiche ed anche oniriche.

Il risultato è senza dubbio pregevole, anche se non eccelso: sembra quasi che ogni scrittore, qualora immerga Batman in un contesto a lui estraneo che non appartenga ad un Elseword (perché Gotham County è in continuity, essendo ambientato dopo che Gordon ha lasciato, temporaneamente, la carica di commissario), deve “spiegare”  l’ignoto ricorrendo a personaggi emblematici, in questo senso, come lo Straniero Fantasma e Deadman…il che snatura almeno un pò il senso della narrazione.

La sensazione che ho avuto è che Niles abbia proceduto un pò a tentoni, volendo creare delle immagini, isolate, dalla forte potenza espressiva tenute insieme però da una labile cornice: alcune trovate, insomma, sono decisamente riuscite, altre finiscono per essere dei veri scivoloni.

Scott Hampton è la vera sorpresa dell’albo: con uno stile decisamente accomunabile alla scuola di Maleev, Lark et similia riesce a tratteggiare una Gotham oscura ed opprimente come non mai, dove a dominare sono i grigi ed i neri, in tutte le loro variazioni. La linea non è mai netta e pulita, preferendo un approccio sporco e talvolta grezzo, che però ha un innegabile fascino ed efficacia. Merito anche della colorazione di  José Villarrubia (già visto all’opera in Batman: Anno 100), che perfettamente si sposa e completa con quanto realizzato dal penciler.

Per chiudere, se volete acquistare il volume tenete conto che, a fronte di pregi innegabili, la storia presenta delle trovate che potrebbero farvi storcere il naso. Procedete con cautela!