Testi: Jim Krueger e Alex Ross
Disegni: Doug Braithwaite, Alex Ross
Edizione Americana: Justice 1-12
Edizione Italiana: Justice 1-6, Planeta De Agostini
Non si poteva scegliere un titolo più azzeccato per questo meraviglioso affresco corale che risponde al nome di Justice.
Si tratta di uno degli ideali più invocati, inflazionati e perseguiti della storia dell’umanità: sin dagli albori della civiltà, la Giustizia è da sempre stata il fine ultimo della società civile, un valore puro e assoluto cui ispirarsi e cui aspirare. Un ideale, tuttavia, non totalizzante. Spesso e volentieri la Giustizia è entrata infatti in contrasto con la libertà. Si dice spesso che la giustizia cominci laddove la mia libertà si scontra e invade quella altrui, e una delle libertà fondamentali dell’uomo è quella dell’autodeterminazione, della legislazione e dell’esecuzione del corpus di leggi di cui ci si è dotati.
La Giustizia e la Libertà divengono quindi latitudine e longitudine di quel campo minato che descrive il rapporto fra uomo e superuomo.
Con quale diritto gli Eroi si sono arrogati l’onere della Legge? Con quale stipula l’uomo ha rinunciato al suo diritto di arbitro della Legge consegnandola ai Metaumani?
Affidandosi completamente agli straordinari poteri dei suoi Campioni, l’umanità ha perso ogni capacità di crescere culturalmente, di sviluppare un progresso doloroso e duraturo verso il miglioramento della propria condizione esistenziale. L’alba degli Eroi ha segnato il tramonto della civiltà umana, congelata da decenni in un limbo ignavo di ogni stimolo positivo.
Chi ha deciso che dovevamo essere salvati? Chi ha deciso di srotolare il tappeto rosso davanti ai salvatori? E’ quello che voglio sapere. Eravamo coloro che forgiavano il pianeta, che tenevano alta la fiamma, eravamo i sognatori e i creatori di leggende. Eravamo gli inventori, l’industria, la vita e il sangue. Noi eravamo gli uomini della Terra, non loro.
Assoggettata dalla magnificenza dei supereroi, l’umanità ha scelto di pensare alle proprie potenzialità rifugiandosi nella fede nei suoi nuovi dei.
Paladini della Terra non sono più i suoi stessi abitanti, ma un manipolo di alieni agli occhi dei quali l’umanità è debole e indifesa, un “cucciolo” del cosmo da accudire e proteggere, senza permettere che il cucciolo cresca, diventi forte, soffra, cada e impari a rialzarsi.
A rialzare le testa, a scuotere le coscienze dei propri simili e a riprendere in mano orgogliosamente il destino del proprio pianeta, è un pugno di uomini liberi e consapevoli dell’ostacolo rappresentato dagli Eroi allo sviluppo delle umane possibilità. Jim Krueger e Alex Ross descrivono un mondo in cui i nuovi araldi del riscatto dell’umanità sono i più grandi Criminali del nostro mondo.
Luthor e la Società Segreta dei Supercriminali mostrano il nuovo volto di un potere spietato. Essi divengono fautori di una colossale revisione prospettica all’interno della quale la menzogna non ha soltanto un primato assoluto, ma anche la specifica funzione di distruggere la realtà, punire la reputazione dei suoi protagonisti fino a quel momento e ricrearla a sua immagine e somiglianza. La menzogna si accompagna a una logica serrata fondata sull’invidia nel divenire creatrice di uno scenario fittizio che nega verità, debiti ed eroismi per sostituirli con una scena di cartapesta fatta di paure, invidia e immaginari complotti contro la libertà dell’uomo.
L’accusa è semplice, suggestiva ed efficace: la mancanza di azione degli Eroi a favore del progresso umano è il più grande crimine della storia del nostro pianeta; continuando a salvare l’umanità dai disastri premurandosi di preservare lo status quo, ha condannato l’umanità alla mediocrità e a una primitiva inciviltà.
Il vero potere degli Eroi è l’autorevolezza e l’autorità che la società conferisce loro; privi dei suddetti presupposti la loro presenza è del tutto trascurabile. Luthor intende privare i supereroi del loro ruolo sociale, ribaltando la prospettiva.
L’epicità dello scontro fra la Lega della Giustizia e la Società Segreta dei Supercriminali è data dal fatto che i personaggi sono presenti all’interno della storia nelle loro incarnazioni iconiche, quelle che hanno contribuito a farli entrare nel mito.
Ed è così che mentre i Criminali bonificano paludi, coltivano deserti, trovano la cura per malattie incurabili, gli Eroi vedono il peggiore scenario palesato dai loro incubi prendere corpo davanti ai propri occhi. Pur con tutti i loro poteri, essi si ritrovano a dover combattere con la propria inutilità.
Maestosa e straordinaria la scena, affidata a un Braithwaite in stato di grazia, in cui Superman deve confrontarsi contro quattro dei suoi più acerrimi nemici di sempre: Parassita, Metallo, Bizzarro e Solomon Grundy. Ciò che colpisce maggiormente è la maestria degli autori nel veicolare attraverso questa superba scena di lotta la battaglia fra colui che metaforicamente rappresenta la Speranza e i simbolici alfieri di quegli antivalori che la speranza osteggiano, l’Avidità, la Disumanità, l’Ignoranza e la Brutalità.
Krueger e Ross condannano un mondo che non sa scorgere la verità oltre l’apparenza, la falla dietro la propaganda. Condannano coloro che chiedono risultati immediati, clamore, slogan, che non guardano come si sia arrivati a certi risultati, se di risultati duraturi si può parlare, né dove essi potranno condurre a lungo andare, ma semplicemente si beano di un potere che non hanno mai avuto e non avranno mai, consegnando le loro coscienze a chi intende fare il proprio interesse spacciandolo per quello della collettività.
Che fare con l’umanità, con la sua ostilità e la sua predisposizione per la violenza? Quanto vi odio, tutti quanti. Siete poco più che un virus. Poco più che insetti. La vostra esistenza è accidentale. Non siete nati per una volontà precisa. Ed è per questo che, anche nel vostro attuale stadio evolutivo, siete ancora così patetici.
Fortunatamente, come nelle migliori tradizioni epiche, all’ora più buia segue un luminoso bagliore di speranza. Persino in questo momento in cui le bandiere sono a terra, sgonfiate e meste, qualcuno raccoglie lo stendardo.
E’ la ribalta dei supereroi, che parte dalle riserve e come un fuoco divampa a riabbracciare col calore di una nuova fiducia gli animi di chi stava disperando di potercela fare ancora una volta. E’ la Giustizia che, ancora una volta, sminuita e vilipesa da masse troppo indegne di Lei, si affida a un pugno di uomini coraggiosi per riverberare ai posteri l’eco della propria grandezza.
La Giustizia è un desiderio innato, indomabile di esprimere con maggiore pienezza ciò che siamo, o meglio, ciò che possiamo essere. E’ il fuoco della passione che arde per quell’istinto che è dentro ognuno di noi e che ci porta a desiderare di essere uguali e liberi, capaci di scegliere e di comprendere che non esiste maggiore libertà che quella di poter agire in accordo con le Leggi e i sistemi di cui noi stessi ci dotiamo.
Forse, Alfred, un giorno l’umanità, o ciò che l’umanità diventerà, guarderà al suo passato e scoprirà in questi giorni l’inizio del cambiamento. Della trasformazione in qualcosa di più grande. Forse vedranno una nuova prospettiva. Una nuova mancanza di paura. Anche quando dovremo affrontare qualcosa che non vorremmo mai. O forse non succederà niente. Ma posso sperare, no? Posso sperare che non sia stato inutile. Perché lo vedo nelle vite nella Lega della Giustizia, lo vedo nelle vite dei miei amici.
In questo straordinario tributo a tutta la forza, la potenza e lo splendore degli eroi DC, Jim Krueger e Alex Ross ci invitano a esaltare il valore delle idee dietro i simboli di queste icone. Ci invitano a comprendere che il nostro mondo non è fatto di Eroi, che le persone a cui abbiamo demandato la nostra sicurezza e il nostro benessere, non sono animati dalla stessa fiamma che arde nei cuori di Superman e degli altri membri della Justice League. Vogliono farci capire che se il nostro mondo è il mondo dei Luthor, è il momento di battersi per ciò che vogliamo consegnare ai nostri figli. E’ il momento di guardarsi allo specchio e chiedersi se una pizza, un cinema e una serata con la nostra ragazza ci riempiono la vita, o se abbiamo bisogno di qualcosa di più per sentirci uomini. Per sentirci liberi.
Forse un giorno mi desterò di colpo dal letto e comprenderò che tutto questo, questa vita, non è che un sogno. Ma è il come deciderò di vivere quel sogno che mi definirà come individuo.
di Marco Cecini