Catwoman TP3

Set 6, 2009

CATWOMAN: BASTA UNA NOTTE TP3

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Testi: Ed Brubaker
Disegni: Paul Gulacy/Sean Phillips/Stefano Gaudiano
Albi originali: Catwoman #30-33 e #37
Edizione Italiana: Planeta De Agostini – TP n.3 (di 5) – 9,95 Euro

I mille volti della Gatta.
In questo volume, composto di vari episodi, possiamo ammirare le tante sfumature della personalità di Selina Kyle, grazie, ancora una volta, alla bravura indiscussa di Ed Brubaker. L’autore, come sempre, riesce ad entrare nell’animo del personaggio, regalandoci storie divertenti ma allo stesso tempo raffinate ed introspettive.
Per prima cosa viene conclusa la storia lasciata in sospeso nel TP precedente, e qui vediamo Catwoman alle prese con uno scontro violentissimo con il killer Zeiss (di cui vengono anche svelate, per la prima volta, le misteriose origini) che rischia davvero di ucciderla. La lotta fra i due è estenuante, e Selina sembra destinata, incredibilmente, a soccombere, fino all’inaspettato epilogo.
Nel secondo episodio invece, portando a conclusione un altro filone narrativo che si era dipanato nei due volumi precedenti, la Gatta, seducente e ammaliante come sempre (grazie, ancora una volta, ai bellissimi disegni di Paul Gulacy) vive un’avventura insolita lontano da Gotham, in una setta devota ad un’antica divinità egizia. E anche qui, ovviamente, incontrerà un uomo disposto a fare follie per lei, rischiando il proprio prestigio e la propria vita.

E’ l’albo successivo, però, secondo me (il numero 32 della serie americana), il più significativo di questo volume. Per una volta, per una sola notte, Batman e Catwoman tornano ad essere Bruce e Selina, senza pensieri, senza pazzi criminali da combattere, senza le angosce che li accompagnano ogni giorno. Sono solamente un uomo e una donna desiderosi di divertirsi, di godersi una serata in città, di riscoprire ciò che li lega uno all’altra.

Scordiamoci tutto, d’accordo? Scordiamoci tutti problemi che abbiamo avuto, i motivi per cui non possiamo stare insieme. Togliamo le maschere e per una notte siamo solo Bruce e Selina. Usciamo, andiamo in centro e per una volta fingiamo di essere delle persone normali, proprio come tutti gli altri. Credo che mi piacerebbe un sacco.

Considerando chi sono due protagonisti, non possiamo aspettarci una favola romantica, anche perché Bruce Wayne non è un principe azzurro, e Catwoman, ovviamente, non è un’innocente damigella bisognosa d’aiuto. Ma finalmente riusciamo a scorgere i loro volti sotto la maschera, ad osservarli in una veste diversa dal solito, e, anche se per una sera, veniamo a contatto con il lato più umano e nascosto di Batman, che riesce ad emozionarsi anche solo per il fatto di stare seduto vicino a Selina. Il tratto raffinato di Sean Phillips e Stefano Guadiano riesce a farci apprezzare ancora di più le atmosfere delicate di questo racconto. L’incanto però è destinato a finire, anche perché Gotham City, implacabile, non permette mai ai suoi eroi di abbassare la guardia, e, ogni notte, i vigilanti sono costretti a tornare sui tetti per placare la crudeltà di una città disperata e cannibale.

So che è un gioco pericoloso, ma devono sapere che io farò ciò che Batman si rifiuta di fare per proteggere la mia gente. E, se riprovano a farmi fuori, devono sapere che ricambierò il favore. E’ vero, sto proteggendo l’East End. Ma Barbarossa, Galante e tutti quelli della loro razza devono ricordarsi che io non sono un eroe.

Ed è proprio con l’East End che siamo abituati a conoscere, putrido e desolante, che si apre il numero successivo, in cui Catwoman, con metodi decisamente poco raccomandabili (e che Batman sicuramente non approverebbe) cerca di riportare giustizia sulle sue strade, chiedendosi però, sempre più spesso, se tutto ciò che lei sta facendo abbia davvero un senso. E’ un quartiere dominato da una mafia spietata, in cui le vedove conducono coraggiosamente la propria vita nonostante la morte atroce del proprio marito, e in cui, per una volta, sono i padri a pagare per le colpe inconfessabili dei propri figli.

A volte devi proprio domandarti se ne vale davvero la pena. Tutto il lavoro che abbiamo fatto per l’East End […] è solo un castello di carta. Qualche mossa sbagliata può mandare all’aria di colpo le fondamenta, lasciandoci lì a guardare il nostro ottimo lavoro che ci crolla intorno.. a chiederci se ne vale davvero la pena.

Nonostante questi momenti di vero smarrimento, però, il volume si conclude con un messaggio positivo. Infatti è una festa a sorpresa a concludere la storia, in cui Selina, inaspettatamente, ha la conferma di avere una vera famiglia intorno a lei, di essere circondata da persone che la stimano e le vogliono bene, e che sono disposte a mettersi in gioco fino in fondo per aiutarla nella sua missione. Slam Bradley, Holly, Leslie Tompkins, Wildcat, sono tutti lì per lei, senza esitazioni. E anche Batman, nel buio della notte, spiazzerà Selina con un gesto importante e commovente.

Brubaker chiude quindi i nodi lasciati in sospeso (anche se alcune questioni devono ancora essere risolte) preparando il terreno alla nuova gestione di Pfeifer. Non vi preoccupate, il divertimento non mancherà, e leggeremo ancora storie piacevoli e ben scritte. Ma Brubaker ha saputo gestire benissimo questo personaggio, regalando a Selina sfumature intense e sconosciute. Sarebbe stato bello vederlo lavorare su Catwoman ancora a lungo.

A cura di Elena Pizzi