Batwoman

Dic 8, 2010

Copertina

Testi: Greg Rucka
Disegni: J.H. Williams III, Jock
Edizione originale: Detective Comics #854-863Batwoman HC: volume originale USA. Dal cartonato americano sono esclusi i 3 episodi conclusivi (Detective Comics #861-62-63) disegnati da Jock.
Edizione italiana: Planeta DeAgostini, cartonato, 224 pp., 22 euro. Il volume Planeta invece contiene anche i numeri disegnati da Jock.

L’IMPORTANZA DI ESSERE COMPRIMARI

C’è un aspetto della continuity batmaniana che spesso divide i fan del Cavaliere Oscuro più della qualità stessa delle storie: la presenza dei comprimari. Essi fanno indissolubilmente parte della storia del Pipistrello da 70 anni, eppure non sempre sono amati dal pubblico. La Bat-Family in realtà ha un’importanza cruciale: non solo è composta di personaggi molto diversi tra loro che possono dare origine a interessantissimi spunti narrativi (basti pensare alle storie recenti della gestione Morrison) ma riescono davvero a conferire vitalità e colore alle imprese di Batman.

Il vigilante di Gotham City è un eroe che da solo sprigiona una forza incredibile, ma che diventa ancora più suggestivo quando la sua missione diviene ispiratrice per le persone che gli sono intorno e che gli vogliono bene. Anche se spesso si crede il contrario, i comprimari in realtà rafforzano la componente simbolica di Batman, rendendolo un vero manifesto di dedizione, sacrificio e lotta instancabile contro le forze del male, con la consapevolezza che ci sarà sempre qualcuno disposto a indossare il mantello e continuare la sua crociata.

L’arrivo di un’altra avvenente bat-fanciulla fra le file dei vigilanti incappucciati di Gotham ha riproposto fra i lettori lo stesso dilemma: c’era veramente bisogno di una Batwoman? Sì, certo, è la mia risposta.

Batwoman non è Batgirl, ovvero un’arrembante teen-ager che si getta nella sua missione con l’entusiasmo e l’imprudenza tipici della sua giovaneElegy età, e non è nemmeno Barbara Gordon, splendido personaggio il cui sacrificio e la cui trasformazione in Oracolo sono davvero un’enorme e commovente dimostrazione di dedizione alla causa e di cosa significhi fare parte della bat-famiglia. Batwoman, eroina nata nel 1956 e ricomparsa in una nuova veste sulle pagine di 52 (2007) poco dopo la conclusione di Crisi Infinita, è una donna che con la sua misteriosa presenza arricchisce il bat-mondo grazie alla propria tenacia e determinazione, dando coinvolgenti sfumature al significato della “lotta per la giustizia”, e mostrandoci a fondo cosa significa, per una giovane adulta dalla vita complicata, decidere di indossare senza paura un cangiante Pipistrello sul proprio petto.

VIVERE PER SERVIRE

La storia del ritorno editoriale di Kate Kane è stata piuttosto travagliata, e dopo anni interlocutori, il suo lancio definitivo non poteva non essere affidato allo straordinario scrittore che ha voluto reinserirla in continuity con caratteristiche completamente nuove, Greg Rucka, il quale ha una notevole predilezione per i personaggi femminili, che sa raccontare con somma profondità e maestria. La DC, dopo qualche titubanza, ha dimostrato di credere in questo progetto compiendo due scelte coraggiose: la prima run “ufficiale” dedicata a Batwoman ha infatti debuttato su Detective Comics, una delle testate storiche e più importanti dell’universo di Batman, ed ha avuto la fortuna di essere disegnata da uno dei talenti più grandi dell’universo fumettistico americano e non solo: J.H. Williams III, artista incredibile già noto agli appassionati per il lavoro svolto con Alan Moore in Promethea e che qui probabilmente ha raggiunto vertici mai visti prima. Anche il disegnatore britannico Jock, le cui tavole concludono la gestione, dimostra di avere un tratto molto adatto alla serie, anche se il suo lavoro, a causa proprio della bravura di Williams, risalta meno.

Nulla di simile era stato fatto fino ad ora per un comprimario: l’arte che sprigionano queste pagine è in grado di ipnotizzare, stregare e ammaliare il pubblico, e, complici i testi altrettanto coinvolgenti, forse addirittura commuovere. Batwoman sembra essere davvero viva in queste vignette, trasmettendo una forza tangibile e autentica. La storia si sviluppa su due piani paralleli ma fortemente intrecciati: da una parte Rucka riprende le trame presenti su 52, Bibbia del CrimineCrisi Finale: Apocalisse, dando seguito così a una delle vicende gothamite più interessanti degli ultimi anni, cioè quella collegata alla Setta di Caino, dall’altra assistiamo al racconto delle origini di Kate, ricche di sconvolgenti rivelazioni.

Si tratta in ogni caso di un volume adatto anche a nuovi lettori, che potranno immergersi nella vicenda catturati dalle inquietanti atmosfere di questa Gotham notturna e seducente, resa ancora più “attraente” dalla presenza di un nuovo villain malvagio e pericoloso. L’alternanza di presente e passato è resa in modo perfetto anche graficamente proprio grazie alla bravura di Williams III, che nel corso degli albi cambia e alterna stili differenti, passando da un’arte figurativa pittorica-onirica a un emozionante omaggio al Mazzuchelli di BATMAN: YEAR ONE. Grande merito va attributo anche al sorprendente colorista Dave Stewart, che ha saputo scegliere il modo migliore (giocando abilmente sulle sfumature del rosso e del nero) per esaltare il lavoro di Williams.

Splash PageMa chi è Kate Kane? E’ una ragazza complicata e dalle mille ombre, che porta su di sè il peso di un passato doloroso e drammatico. Del resto decidere di consacrare la propria vita alla ricerca “etica” della giustizia è una missione non da poco, e presuppone un vissuto complesso e in parte tragico. E’ interessante vedere come Rucka giochi con alcuni elementi riconoscibili della mitologia batmaniana (la condizione sociale agiata, l’allenamento meticoloso, l’attrezzatura, la massima programmazione, la presenza di un aiutante) per fornirci un’interpretazione fortemente simbolica del simbolo Pipistrello, che diventa un vero baluardo di lotta “universale” al crimine, in maniera non così distante dal progetto che sta sviluppando Morrison con la sua gestione batmaniana. La protagonista del resto non conosce Bruce, non è stata “cresciuta” da lui, eppure porta avanti la propria missione con una dedizione stupefacente, accompagnata da una solidità morale ineccepibile, anche se conquistata con massima fatica. Consacrarsi al ”Pipistrello” significa per Kate conferire una direzione precisa alla propria vita, ritrovando se stessa dopo un periodo di enorme smarrimento.

E c’è un’altra similitudine che avvicina Grant Morrison e Greg Rucka, nonostante li caratterizzi uno stile di scrittura completamente diverso: la notevole cura riservata non solo agli aspetti specifici dell’attività “in maschera” dei propri protagonisti, ma anche ai dettagli della vita personale in “borghese” che essi parallelamente portano avanti. Il rapporto Bruce Wayne/Batman è una componente che lo stesso Rucka aveva enfatizzato in passato nelle sue storie dedicate al Cavaliere Oscuro, e lo fa ancora di più con Batwoman, dato che il personaggio deve acquisire una propria solidità da ogni punto di vista, necessitando di una serie di punti fermi (anche affettivo-sentimentali) legati a diversi periodi della propria vita.

ELEGIA?

Inoltre il titolo scelto da Rucka per questa storia (Elegia), offre molteplici spunti di riflessione e fornisce una connotazione originale a uno storyarc di debutto. L’Elegia infatti è un poema celebrativo che consacra con reverenza e tristezza l’addio a una persona, e solitamente si tratta di un vero e proprio componimento funebre. Tutto ciò sottolinea come Batwoman in questa storia, oltre a presentarci le sue origini, sia costretta in realtà a separarsi definitivamente da qualcosa sicuramente prendendone coscienza, ma allo stesso tempo con grande dolore.

Rucka su queste pagine inoltre ripropone, rielaborandola, la visione di Batman che evidentemente preferisce e che aveva già scritto con indubbia abilità prima su Terra di Nessuno, poi in Gotham Central e nel percorso di avvicinamento a Crisi Infinita. La sua visione del Cavaliere Oscuro è fortemente urbana, cupa e metodica, la cui perizia sfocia quasi sempre in una certa freddezza e nella paranoia. Batwoman è differente, ma la caratterizzazione risoluta e determinata del personaggio, unita ad una solidità etica sorprendente, potrebbe stupire in positivo chi cerca un certo tipo di atmosfere nelle storie d’ambientazione gothamita. Senza dimenticare che anche in questo volume è possibile ritrovare tutto l’amore che Rucka evidentemente ha per il Dipartimento di Polizia di Gotham, uno dei punti forti delle sue storie precedenti, con la ricomparsa di personaggi ben noti ai lettori di Gotham Central.

Inoltre, come spesso succede e con notevole sensibilità, lo scrittore californiano punta i riflettori su alcune tematiche sociali di grande rilevanza: in questo caso infatti il già noto tema dell’omosessualità della protagonista viene inserito nel difficile contesto del mondo militare, portando alla ribalta, attraverso un canale non consueto come quello del fumetto, la tematica del “don’t ask, don’t tell”, norma che il Congresso Americano da qualche tempo sta cercando di abrogare. *

Purtroppo, a causa di persistenti problemi con la casa editrice, lo scrittore ha dovuto abbandonare a tempo indeterminato il progetto Batwoman (anche in questo caso pare che, in maniera bizzarra, il titolo della run sia stato profetico), ma siamo sicuri che la notorietà guadagnata con queste storie possa consentire a Kate un futuro comunque interessante sotto la supervisione proprio di Williams III. Lasciatevi sedurre dalla bellezza di queste pagine, e comprenderete come una fluente chioma rossa possa davvero fare la differenza sulle strade di Gotham, declinando la tematica batmaniana con sfumature femminili nuove e coinvolgenti.

*NOTA: Da wikipedia: con la definizione don’t ask, don’t tell (indicato a volte come DADT) ci si riferisce solitamente alla linea politica degli Stati Uniti d’America in merito alla questione dell’orientamento sessuale dei membri degli organi militari. Questa politica limita i tentativi dell’esercito di individuare membri o candidati omosessuali o bisessuali non dichiarati, al contempo escludendo dal servizio militare le persone apertamente gay, lesbiche o bisessuali.

Immagine tratta dal volume

Ringrazio di cuore Loredana per la massima disponibilità, i suggerimenti, le meravigliose chiacchiere e la strabordante passione con cui ha condiviso con me il suo amore per questo fumetto.