Testi: Greg Rucka
Disegni: Rick Burchett
Edizione originale: Batman/Huntress: Cry for Blood #1-6 (2000)
Edizione italiana: Planeta DeAgostini, Cartonato, 144 p., 14,95 Euro.

Proviamo a fare un salto indietro di 10 anni, ritornando alle stagioni fumettistiche di poco successive al 2000: alla Marvel la fortunata stagione Quesada-Bendis era agli albori e di lì a poco sarebbero arrivati successi e consensi, e alla DC sembrava essere un buon momento per la scoperta di nuovi talenti. Infatti a breve sarebbero emersi tre grandi nomi dell’industria fumettistica contemporanea: Geoff Johns, Ed Brubaker e Greg Rucka. Gli ultimi due in particolare avrebbero in poco tempo legato i lori nomi alle sorti delle testate batmaniane, prima su Detective Comics poi sull’ottima serie poliziesca Gotham Central.

Entrambi si sarebbero cimentati con un genere che diventerà assai popolare anche nel fumetto mainstream degli anni successivi e che rappresenta da sempre il loro marchio di fabbrica: il crime/noir, con un gusto spiccato per la spy-story. Greg Rucka in particolare aveva lasciato il segno in alcune delle parti più intense del crossover Terra di Nessuno,e si era già fatto notare, oltre che per l’interessantissima miniserie Whiteout scritta per Oni Press, anche per gli ottimi romanzi dedicati ad Atticus Kodiak, una guardia del corpo tenace e coraggiosa.

Rucka dunque, assecondando due delle sue grandi passioni (le storie ambientate nel mondo del crimine e i personaggi femminili testardi e complicati) nella miniserie Sangue chiama Sangue ha deciso di raccontare le tormentate origini di un comprimario gothamita, Helena Bertinelli, conosciuta con il nome di battaglia di Cacciatrice, vigilante in costume che, apparsa originariamente come Helena Wayne su Terra-2 nel 1977 (era la figlia di Bruce Wayne e Selina Kyle) ha poi assunto il suo nuovo ruolo, ovviamente slegato dal precedente, nel 1989.

La nuova Huntress infatti è un personaggio ombroso e vendicativo, animato da un feroce desiderio di rivalsa nei confronti della mafia gothamita, e Rucka ci spiega i motivi della sua indomabile rabbia in questa interessante miniserie, anche se il risultato non è del tutto soddisfacente. L’autore qui mostra, in embrione, alcune delle qualità che lo faranno apprezzare dai fan negli anni successivi, come l’indubbia abilità nella caratterizzazione dei personaggi e la capacità di costruire storie “urbane” dure e interessanti. Inoltre è chiaro che lo scrittore si trova a proprio agio con Helena Bertinelli, vigilante che era riuscito a tratteggiare con efficacia anche in Terra di Nessuno, definendo con cura il suo rapporto con Nightwing e l’evidente conflitto con Oracolo/Barbara Gordon.

Cacciatrice è alla ricerca di se stessa in un mondo oscuro dominato dalla violenza e, quando anche tutta la Bat-Family sembra ritenerla colpevole di alcuni omicidi in cui le prove sono tutte contro di lei, giunge inaspettato l’aiuto di Victor Sage, meglio conosciuto come The Question, personaggio che Rucka avrebbe contribuito a rivitalizzare in seguito e che già in questa miniserie dimostra di amare moltissimo. L’autore stesso ha di recente dichiarato che la serie dedicata a questo personaggio, scritta negli anni 80 da Dennis O’Neil, è uno dei motivi che l’hanno spinto a scrivere fumetti, e a considerare questo mezzo espressivo un veicolo di messaggi “adulti”.

Vic Sage diventa quindi una guida e un punto di riferimento per Helena, che deve assolutamente imparare a canalizzare la propria rabbia, nonostante il peso del suo passato sia spesso ingombrante e difficile da portare. Lo farà attraverso la ricerca di sé in un difficile e tortuoso percorso interiore, che la condurrà ad una nuova consapevolezza. In questo la trama non è particolarmente originale, anche se l’intreccio “criminale” che si stringe attorno alla protagonista è interessante e ben gestito, e ogni tassello è sicuramente al proprio posto.

Il vero punto debole del volume (indicato comunque per i fan di Rucka e per chi apprezza i comprimari) sono i disegni, veramente scialbi e resi ancora più “fiacchi” da una colorazione poco incisiva. All’epoca il livello grafico sulle testate batmaniane non era altissimo (questa caratteristica sarebbe rimasta costante per qualche anno, a parte poche splendide eccezioni come Hush di Jim Lee) e ciò comunque penalizzava ulteriormente albi che avrebbero invece tratto indubbio giovamento da una cura artistica maggiore. A rendere meno interessante la storia, probabilmente, sono inoltre i numerosi “luoghi comuni” qui presenti sull’Italia e sulla mafia, anche se, quando si tratta di trame scritte da americani, è piuttosto consueto che sia così. Gli eventi raccontati in Cry for Blood sono in parte stati ripresi in Huntress Year One, miniserie del 2008 ancora inedita nel nostro Paese.

Se amate le cupe atmosfere gothamite cogliete comunque l’occasione per osservare da vicino i primi passi di uno degli scrittori più interessanti del panorama fumettistico di oggi.

A cura di Elena Pizzi