Vampire Boy

Set 10, 2011

Testi:Carlos Trillo
Disegni: Eduardo Risso
Titolo Originale: Yo, Vampiro
Edizione Italiana: 001 Edizioni
Disponibile da: Giugno 2009
Composizione Editoriale: 17×24, B, 480 pp, b/n € 30,00

Vampire Boy è stata proprio una bella scoperta. Ne sono venuto a conoscenza tramite una banalissima checklist mensile. All’epoca avevo appena concluso di rileggere Broken City disegnata da Risso e devo dire che forse più della prima volta il suo tratto mi aveva davvero colpito (sarà forse stata l’influenza, su di me, di Mignola). Detto questo vedo: storia di vampiri + Eduardo Risso ai disegni = MIO!
Così quando giunge finalmente la data di pubblicazione lo ordino in fumetteria, solo una volta a casa scopro che l’edizione costa un pochino (30 euro) ma poi guardo le pagine, quasi 500, e un po’ mi consolo, la copertina mi attira troppo e pure il fumettaro mi ha detto che è molto bello.
Passano ben due settimane e finalmente arriva il volume: bello! Una buonissima confezione, un bel brossuratone con sovracopertina, l’altezza è leggermente inferiore a quella di un comics normale, ma non si nota nemmeno. Per i più scrupolosi assicuro che la mia copia ha superato il test lettura e nessuna pagina si è staccata o ha presentato sbavature e altre seccature. Inoltre mi pare di non aver incontrato alcun errore di stampa. In incipit un’introduzione di Alessandro Di Nocera e in fondo sono presenti ben due pagine dedicate alla biografie dei due autori. Insomma, ottimo lavoro per la 001 Edizioni.
Detto questo passiamo alla parte più succosa della recensione, ovvero l’analisi di storia e disegni.

LA STORIA (di Carlos Trillo)
Poco vi racconterò della trama (odio gli spoiler) solo il giusto per invogliarvi alla lettura, mentre qualche parola in più cercherò di spenderla sullo stile di Trillo attuato per questo “romanzo”.
Ecco, direi che la prima cosa da dire è che leggendo Vampire Boy mi è sembrato di essere di fronte ad un “romanzo illustrato” più che ad un fumetto. Sì, lo so, esistono le Graphic Novel, ma qua è diverso. Sarà forse per via del formato molto più “libresco” o del fatto di trovarmi davanti ad un opera unica leggibile tutta di fila ma la verità sta nel fatto che Vampire Boy ha proprio il “sapore” del romanzo. Sembra proprio di leggere quelle narrazioni di largo respiro, con personaggi ben tratteggiati, scene ben descritte e ritmo ben gestito. Trillo tiene il lettore incollato fin dalle prime pagine e solo la gran quantità di pagine costringe a qualche pausa per prendere fiato.

Uff, sono arrivato a metà pagina e ancora non vi ho detto di cosa parla Vampire Boy… se questo fosse un articolo giornalistico sarebbe veramente pessimo… vediamo di rimediare: il titolo (in orinale Yo, Vampiro) potrebbe leggermente sviarvi sulle tematiche trattate dal libro. Sì, il protagonista è un bambino ed è anche un vampiro, quindi tecnicamente impeccabile il titolo, però già il termine “vampiro” richiama certe tematiche ben precise: il sangue, la notte, la violenza, la solitudine etc etc. Alcune di queste sono presenti nell’opera di Trillo ma no tutte. Il nostro protagonista – non uso il suo nome proprio non per vezzo stilistico ma perché un nome proprio non ce l’ha, e sarà una delle tematiche della storia – è sì un vampiro, ma non è un vampiro classico. Il ragazzo senza nome, sempre lui, il nostro protagonista, è infatti il figlio del faraone Cheope afflitto da una potente “maledizione” che lo ha reso immortale. Con annessi impulsi vampireschi che si dimostreranno però altamente controllabili, e quindi “la fame” non sarà una delle tematiche di questa storia. L’innovativa portata da Trillo consiste nella gestione del rapporto con il sole. Nella mitologia classica nemico mortale dei vampiri qui fonte di rigenerazione per il protagonista. Se il ragazzo senza nome viene ferito, menomato o squartato, sarà proprio il sorgere del sole a curarlo.

Il ragazzo senza nome vive dall’era dei faraoni sulla nostra terra. Ma purtroppo per lui la sua immortalità non è un viaggio sereno. Il protagonista ha infatti una spietata nemesi, una sacerdotessa del serpente, concubina del faraone, anch’essa maledetta dall’immortalità vampiresca. Il duello tra i due vampiri si protrae dall’alba dei tempi fino ai nostri tempi, dove il ragazzo senza nome sarà nuovamente risvegliato e ad attenderlo ci sarà la sua perfida nemesi, ora moderna spogliarellista e prostituta.
Inizia così l’ultimo atto della lunga sfida, il ragazzo senza nome dovrà intraprendere un lungo viaggio alla ricerca di un modo per porre fine ai suoi supplizi e durante questo incontrerà nuovi compagni con i quali condividere gioie e soprattutto tanti dolori.

Trillo scrive una storia molto serrata nei tempi che tiene il lettore sempre attento e curioso allo svolgersi della storia. Allo stesso tempo però trova spazio per sviluppare il carattere e i tormenti sentimentali dei due protagonisti. Inoltre si riscontra un’ottima capacità di tratteggiare i personaggi secondari, riuscendo nella difficile impresa di caratterizzarli a dovere in brevissimi istanti di scrittura.

La Maledizione di Peter Pan
Durante la lettura ci si accorge che il vero patimento del ragazzo senza nome non sarà l’acceso duello con la sua millenaria rivale, bensì la sua condizione di bambino immortale. Un bambino con una saggezza temprata nel tempo, che ha conosciuto le più grandi figure del passato, ha visto tutte le sette meraviglie del mondo antico, e porta con sé gran parte dei segreti nascosti della Storia. Ma è pure sempre un bambino, un bambino ancora condannato all’emotività di un bambino di nove anni che anela il diventare adulto, le pulsioni carnali, e sentimenti che solo una naturale crescita può far nascere dentro di lui.
Una rivisitazione del classico Peter Pan arricchita da nuove intuizioni senza tediare in alcun modo il lettore.

I DISEGNI (di Eduardo Risso)
È inutile che vi stia a parlare di quanto sia bravo Eduardo Risso e di quanto i disegni di Vampire Boy siano belli da vedere.
Vampire Boy è completamente in bianco e nero, e Risso dimostra quanto sia bravo ad usare solo questi due colori con giochi di ombre e effetti grafici di chiaro-scuro davvero affascinanti.
Se già conoscete i disegni di Risso non rimarrete assolutamente delusi, se invece non ne avete mai visti… beh… non rimarrete lo stesso delusi.

CONCLUSIONE
Vampire Boy è davvero una gran bel fumetto. Leggetelo!

A cura di Matteo Parma