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Autore:
Francesco Cacciatore
Febbraio 2013

“Sono queste prove che fanno di noi ciò che siamo, se così non fosse saremmo tutti automi perfettamente identici, con lo stesso sorriso ebete stampato sulla faccia, e ci limiteremmo a contare giorni sempre uguali, uno dopo l’ altro. Ciò che è davvero importante è che quando arriva il tuo turno continui a porti le domande giuste…”.

Il sentiero sconosciuto che divide realtà e fantasia lo si percorre tutto – senza sosta – ne La Storia di Priscilla. In bilico tra verità e immaginazione, si è travolti dal vortice delle passioni pulsanti dalla mano di Francesco Cacciatore. Nulla è lasciato al caso, dalla costruzione dei personaggi, le loro storie – brecce scolpite perfettamente nell’architettura del romanzo – ai riferimenti alla storia e al mito. Ed è proprio la Storia (in maiuscolo come per personificarla) il filo conduttore del libro. La storia vista con gli occhi spalancati e stupiti di una ragazzina come tante che, nel giro di pochi attimi, si troverà a dover fare i conti con un mondo del quale non ipotizzava neanche lontanamente l’esistenza.

“…Non esiste una risposta universalmente valida, l’ importante è che tu le faccia quelle domande, in modo da poter arrivare alla tua soluzione, che ha valore per te soltanto, e definisce ciò che sei…”.

Storie forti raccontate senza pudore, storie tenute più nascoste per dar vita al mistero oppure messe da parte per fare posto alla leggenda. La costruzione sapiente del romanzo, però, non lascia mai il lettore confuso quando deve fare i conti con la componente fantastica e leggendaria, tutt’altro. Proprio gli episodi più incredibili, nati dalla penna di uno che del genere fantasy è fine conoscitore, sono incastonati così intelligentemente nella trama che si confondono con la realtà e danno vita ad un unicum senza precedenti.
In questo modo, affascinati dal mistero che s’insinua con vigore sempre maggiore, pagina per pagina, non si ha mai la sensazione di perdere le coordinate, la bussola della verità. Sempre cha una verità esista, s’intende.

“…La pietra miliare del tuo essere, ciò che fa di te un essere unico e irripetibile…”.

Poi il thriller, la suspense, l’azione e il gioco è fatto.
Fino al fulminante finale, in cui ogni verità – come detto – è messa in discussione. E allora la filosofia dello scrittore prede il sopravvento e le riflessioni sulla verità delle cose e la fragile natura umana – da diversi punti di vista – si mescolano in un dialogo serrato che, probabilmente, costituisce il momento più profondo ed efficace del romanzo, che lascia senza parole ma con l’unica assoluta verità:

“…Un punto interrogativo è la più forte esclamazione che esista al mondo”.