Bad Boy

Lug 20, 2010

Testi: Frank Miller
Disegni: Simon Bisley
Edizione Italiana: Panini Comics, cartonato, colori, 9 euro
Edizione Originale: nell’edizione inglese della rivista GQ e successivamente ristampata in volume dalla Oni Press nel 1997, recentemente ristampata in volume da Dynamite Entertainment

Bastardi. Stronzi. Tutti loro. Mi vogliono trasformare in una specie di testa di cazzo sorridente.

C’è da premettere subito un paio di cose: Bad Boy non è un fumetto per tutti ne è facile da classificare e comprendere immediatamente.
Frank Miller accantona per un pò il noir tipico di Sin CityBatman: Anno Uno per confezionare un’opera di fantascienza distopica: la scena si apre su un ragazzino di nome Jason che fugge, senza apparentemente un motivo particolare, braccato da inseguitori robotici.
Ma il motivo della fuga diviene presto chiaro: il bisogno di libertà, l’esigenza naturale di evadere da una realtà falsa ed artificiale, un mondo “Libero dall’odio. Libero dalla violenza. Libero dalle tossine. Libero dalla droga. Libero dalla carne. Libero dal fumo…”.
“Strano come la parola ‘libero’ significhi sempre qualcosa che non puoi fare”, commenta il piccolo protagonista, un personaggio in cui è difficile che il lettore non si immedesimi.

I disegni “mutanti” di Simon Bisley rasentano la perfezione e rendono al massimo l’atmosfera claustrofobica che si respira all’inizio, che vede il piccolo Jason combattere per evitare di diventare “una specie di testa di cazzo sorridente”: l’omologazione e la soppressione dell’individuo, nell’esplicita denuncia milleriana, sono il fine ultimo dei regimi dispotici.

Le citazioni non si limitano solo a 1984 di George Orwell, il lettore più attento troverà altre deliziose chicche.
Un piccolo gioiellino da non lasciarsi sfuggire, Miller e Bisley dovrebbero essere di per se una garanzia più che sufficiente.