Alle Origini del Franchise

Volevamo raccontare il viaggio di Logan in Giappone e il suo peregrinare spirituale.
Ma prima di tutto questo, dovevamo narrare le origini del mutante più famoso dei comics.

E’ Lauren Shuler Donner a descrivere l’evoluzione di Wolverine e a promettere che avremo un film di Wolverine ambientato in Giappone (probabilmente nell’Estate 2013) ed ispirato alla leggendaria miniserie di Claremont e Miller.
Ma prima di arrivare a ciò doveva narrare la storia che ha creato il mito, questo uomo distrutto dal suo passato che, in un qualche preciso istante della sua vita, perde la memoria.
La memoria è la base dell’esistenza, una delle chiavi più potenti: si lotta per non cancellare l’indelebile, si sopravvive al dolore di un ricordo ma la memoria è l’intrinseca evoluzione dell’identità umana; perdendola, perderemmo la nostra radice.
La riflessione è presente e la costante nel film è molto marcata.
Nel 2008 iniziano le riprese di X-Men Origins: Wolverine, prequel/spin-off della fortunata trilogia mutante della 20Th Century Fox.
Il film viene presentato come una pellicola di origini (la tempistica vuole che il successo di Batman Begins nel 2005 ha portato uno smalto diverso al genere stesso) in cui ci viene narrato il percorso che ha portato Logan ad essere ciò che è: il migliore in quello che fa.

Ma quello che fa non sempre è piacevole

Alberta, Canada, fine del XIX secolo.
In un maniero si consuma la tragedia di una vita: il piccolo James è a letto malato.
A fargli compagnia il giovane Victor Logan, il figlio di un uomo (Thomas) alle dipendenze di John Howlett, padre di James.
Thomas Logan fa irruzione in casa Howlett e urla ad Elisabeth di lasciare il marito e di seguirlo (i due hanno una relazione) ma in questo preciso momento esplode la follia: Thomas uccide John; il piccolo James, vedendo il corpo del padre, esplode di rabbia.
La mutazione è la chiave dell’evoluzione: James estrae sei artigli ossei (tre per mano) e si lancia urlante contro Thomas che, colpito mortalmente dal giovane, gli rivela la verità: io sono tuo padre, James.
Ecco il piccolo mondo antico di James frantumarsi per poi collidere su se stesso, ecco i dolori del giovane Howlett che divengono realtà in una solo notte: Victor, suo fratello, lo prende per mano e i due fuggono, perdendosi in una foresta, braccati dall’uomo che un domani sarà loro nemico/amico/nemico.
L’opening della pellicola è fantastico (Logan e Victor attraverso le varie epoche dei secoli XIX e XX): il peregrinare di due fratelli, molto simili tra loro ma divisi da un senso dell’onore che James possiede da sempre.
Victor è una creatura senza morale che uccide per il puro e mero divertimento, James è un uomo che combatte le proprie battaglie (l’apertura mostra i due attraverso i decenni che hanno segnato il finire del XIX e parte del XX secolo dell’umanità, combattere le più importati guerre dell’uomo) e che doma la furia intrinseca in sè, e tenta di fare lo stesso con l’uomo che lo accompagna e che lui chiama fratello.
Stanchi di affrontare battaglie che non portano a nulla, se non al logorio, i due vengono assoldati da un colonnello che sta creando un gruppo di esserei superiori (mutanti) per missioni particolari.
William Stryker conosce bene il fenomeno mutante (è il padre di Jason Stryker – vedasi X2) e il suo progetto lo potrebbe portare agli altari delle forze armate USA.
La squadra messa a punto da William è composta da mercenari, gente che ha deciso di usare le proprie capacità per inseguire il sogno di Stryker: ecco allora che troviamo Agente 0, un killer dalla mira infallibile e con capacità altetiche innate.
Wade Wilson sembra possedere particolari doti fisiche ed è uno spadaccino infallibile, Fred Dukes, inamovibile ed invulnerabile.
Troviamo poi Chris Bradley, mutante in grado di controllare le macchine e i flussi di elettroni (l’elettricità) e John Wraith, un teleporta.
Durante una missione in Laos, sulle tracce di un metallo che sembra possedere capacità di durezza e resistenza uniche, Logan molla la squadra; non riuscendo più ad accettare i metodi del team di Stryker si allontana da loro.
Anni dopo ritroviamo Logan in Canada: qui si è ricostruito una vita, si è innamorato di Kayla Silverfox e ha un onesto lavoro come taglialegna.
Un giorno William torna a cercarlo avvertendolo che Victor sta uccidendo tutti i componenti del vecchio gruppo e chiede a Logan di tornare a lavorare per lui; James rifiuta e pochi giorni dopo Creed uccide brutalmente la donna.
La furia di Logan si abbatte prima su Victor (che però lo lascia a terra dopo una cruenta battaglia) e poi sul colonnello: qui William gli offre di potenziarlo tramite un esperimento segreto del Governo, il progetto Arma X e gli promette di renderlo invincibile.
Arma X infonde nelle ossa di Logan lo stesso metallo che anni prima Stryker cercava con tanto ardore: l’Adamantio.
Il brutale procedimento si rivela un piano per rendere James una marionetta nelle mani del colonnello, ma Howlett riesce a fuggire rifugiandosi in una vecchia fattoria.
L’inseguimento ai danni di Logan ha inizio, la sua ricerca della vendetta lo porterà a scoperte tanto amare da procurare, infine, la perdita più clamorosa per l’identità di un uomo.

Il Progetto X-Men: Origins

Dopo i trionfi della trilogia mutante la 20Th Century Fox e la casa di produzione Donner decisero che era il momento di esplorare a fondo alcune identità più o meno note già dai tre film.
Furono messi in cantiere script per possibili spin-off o prequel:

  • X-Men Origins: Wolverine
  • X-Men Origins: Magneto
  • X-Men Origins: Emma Frost
  • X-Men Origins: Rogue

Furono solo i primi sviluppi di una nuova, lunga, serie di film dedicati al franchise mutante della Fox e tra i primi scelti vi furono naturalemente quello su Wolverine e su Magento.
Mentre il primo è ben noto a tutti, il secondo fu cancellato durante la pre-produzione ma non tutto si perse: infatti parte dello script originale venne utilizzato per “creare” X-Men First Class.
Dopo il film di Wolverine progetti come le pellicole su Emma e Rogue non videro la luce perchè si scelse di approfondire ancor di più il passaggio originario del franchise: ecco allora che la Fox annuncia, per l’estate 2013, il nuovo film sul mutante artigliato: The Wolverine.
La casa di Star Wars aveva avuto grossi dubbi, però, dopo la prima pellicola sul canadese, causa una forte recensione negativa da parte dei fans: anche se la pellicola è andata piuttosto bene le libertà concessesi nello script fecero tremare il comicdom tutto.
Inoltre a dirigere il film fu chiamato Gavin Hood, regista sudafricano premio oscar per Il suo Nome è Tsotsi nel 2005, come miglior film straniero.
Hood si inserisce egregiamente nella psiche di James, prima, e di Wolverine, poi; regalando una notabile resa tridimensionale del personaggio: la sua furia, la sua frustrazione e il dolore intrinseco del character sono notabili fotogramma dopo fotogramma.
A ciò, però, va aggiunto che a livello di scene ed ambientazioni il film presenta delle lacune semi-incolmabili: le scenografie (vedasi le sequenze ambientate nei vicoli di New Orleans, con Gambit e Victor Creed contro Logan) sono davvero poco credibile e la fotografia, in alcuni passaggi, non rende affatto tridimensionale le scene.
Postulato che la pelicola possa avere dei difetti, possiamo comunque dire che è un buon film di entertainment e che presenta delle notevoli sequenze, degne del franchise stesso: prima su tutte la drammaticità e il dolore di James Howlett durante l’esperimento Arma X.
Il franchise degli X-Men è destinato a divenire una esalogia nel 2013, con appunto il film The Wolverine, ma se in precedenza si era parlato di origine, di principio o di genesi vera, il 2011 ha dimostrato che L’Inizio di tutto doveva ancora venire.
E se una ragazza in trasferta belga fa di tutto per sentirsi più nerd di prima, in terra straniera, è giusto che di X-Men L’Inizio ne parli lei.