X-Men 2

Giu 17, 2011

Il Prosieguo di un Franchise

Dopo l’enorme successo mondiale (più di 400.000.000 di dollari di incasso) del primo capitolo, la Fox dà immediatamente il via alla stesura di una sceneggiatura che faccia da sequel a X-Men.
Ecco allora che Zak Penn, David Hayter, Bryan Singer, Michael Dougherty e Dan Harris proprongono uno script ispirato ad una delle graphic novel mutanti più belle di sempre: Dio ama, l’uomo uccide. di Chris Claremont (testi) e Brent Anderson (disegni), pubblicata dalla Marvel nel 1982.
La valutazione da parte della major è positiva e dà il via libera alla pre-produzione del nuovo film sui mutanti Marvel: le riprese iniziano a Giugno del 2002 per poi terminare nel Novembre dello stesso anno; il film ebbe così la possibilità di un release tra Aprile e Maggio dell’anno successivo.
Praticamente la mania del cinecomic era ormai esplosa, basti pensare che lo stesso anno sul grande schermo comparvero anche Hulk di Ang LeeDaredevil di Mark Steven Johnson, mentre, l’anno prima avevamo avuto uno dei più grandi successi del genere di sempre: il primo Spider-man di Sam Raimi.
Il prodotto, il genere cinematografico, era ormai in ascesa completa, tutte le grandi case di produzione tentavano di accaparrarsi i diritti dei più famosi supereroi americani; mentre sul versante degli eroi della DC Comics la situazione era bloccata (erano e sono tutt’ora in mano alla Warner Bros, considerando che la DC è di proprietà della major stessa), sul versante Marvel ognuno acquistava diritti su diritti e metteva in cantiere film su qualunque (o quasi) degli eroi della casa di Spider-man e Co.
La Fox che deteneva i diritti mutanti era pronta (e lo è tutt’ora) a confezionare un altro film su Wolverine, Tempesta e gli X-Men.

X-Men Uniti

Se nella prima pellicola i personaggi, i protagonisti andavano presentati e apprezzati (chi più, chi meno), in questo secondo film lo spettatore si trova da subito catapultato nel centro dell’azione: un mutante con aspetto demoniaco e dalla pelle blu fa irruzione nella Casa Bianca ed attenta alla vita del Presidente degli Stati Uniti, creando sgomento e panico e dando il via ad una reazione anti-mutante che porterà, il Presidente stesso, ad eleggere il colonnelo Stryker capo di un progetto segreto per la lotta alle mutazioni.
Styrker ha indotto Erik a rivelargli ogni particolare di Xavier, dell’Istituto e di Cerebro, e inizia a crearne una copia perfetta proprio nei sotterranei di Alkali Lake, dove ha una base da cui partirà il suo, personale, attacco alla razza mutante.
Fa irruzione all’istituto dove trafuga la tecnologia di Charles, proprio per completare il “suo” Cerebro e rapisce alcuni dei bambini della scuola, ma cosa più importante, divide gli X-Men.
Logan, Rogue, Bobby e John fanno tappa a casa dell’Uomo Ghiaccio, dove incorreranno nella paura dei genitori dell’ultimo e del giovane fratello, che tenterà di farli arrestare.
Nel frattempo Jean e Tempesta sono sulle tracce del mutante che ha tentato l’omicidio del Presidente, questi è un acrobata tedesco di nome Kurt Wagner e lo trovano dopo vari tentativi, mostrandogli la comprensione.
Jean sonda la mente del teleporta e scopre l’ubicazione della base di Stryker e tutti i suoi piani segreti.
Intanto Scott e il Professore sono prigionieri del colonnello: il primo è ora una sua pedina mentre Xavier è lo strumento principale della vendetta di William: anni prima Stryker aveva affidato il figlio, Jason, al professore con l’incarico di “curarlo” dalla “malattia mutante”, Charles tentò invano di aiutare Jason (mutante capace di generare illusioni psichiche nelle menti altrui) ma il ragazzo era senza controllo.
L’ira di William lo porta addirittura ad arrivare a usare il suo stesso figlio come strumento per la lotta ai mutanti; inibisce la mente di Xavier e comanda a Jason di “illudere” il professore così da far uccidere telepaticamente tutti i mutanti della terra, servendosi naturalmente dell’estensione energetica nota come Cerebro.

Tempesta e Jean si ricongiungono al gruppo di Logan e si alleano ad un evaso Magneto e a Mystica; insieme porteranno battaglia alla base di Alkali dove Wolverine dovrà fronteggiare i suoi stessi fantasmi del passato (fu Stryker ad infondere l’adamantio nelle ossa di Logan, il Progetto Arma X) e tutti saranno colpiti da un grave lutto: la diga esplode e il jet degli X-Men non decolla, Jean scende e bloccando i poteri di tutti (non permetterà a nessuno di essere salvata) solleverà l’aeroplano permettendo la salvezza della sua “famiglia”.
Si spegnerà sommersa dalle acque senza controllo di Alkali Lake.
Xavier fa rotta alla Casa Bianca e avverte il Presidente dei piani di Stryker, ponendo fine all’atto di registrazione mutante.

La mutazione è la chiave della nostra evoluzione. Ci ha consentito di evolverci da organismi monocellulari a specie dominante sul pianeta. Questo processo è lento e normalmente richiede migliaia e migliaia di anni, ma ogni qualche centinaio di millenni l’evoluzione fa un balzo in avanti.

Il finale del film fa anche da prologo al terzo capitolo: se nel primo il discorso sull’evoluzione aveva come voce fuori campo quella di Xavier, ora a parlare è Jean Grey e mentre questa frase viene ribadita ancora, a volo d’uccello siamo su Alkali e nelle profondità delle sue acque si intravede una sagoma fiammeggiante a forma di Fenice.

Il Ritorno degli Uomini-X

Il cast del film è lo stesso del precedente capitolo, stavolta assistiamo davvero all’evoluzione stilistica della forma iniziale.
Gli attori si sentono davvero molto più a loro agio che non nel primo ed ecco allora che questo secondo capitolo segna il capolavoro filmico della pentalogia degli X-Men (insieme a X-Men L’Inizio).
Singer è ormai padrone del suo prodotto, comprende le aspettative del film, e per il film, e miscela action, thriller, humor e sci-fi senza mai esagerare, ma soprattutto, senza lasciare nulla in sospeso.
Ecco, allora, una trama incalzante e con punti di riflessione sul ritorno dell’uomo e della supremazia delle razze, del conflitto ideologico e della falsità di un mondo ipocrita, che non accetta ciò che non conosce.
Singer (dichiaratamente omosessuale) trasporta tutti i suoi malumori passati in un film che tende al perfetto equilibrio tra personaggio/caratterizzazione e percorso narrativo.
La sostanziale assenza di alcuni protagonisti viene giustificata con fugaci apparizioni di un certo impatto e rilievo e il tutto protende verso un deflagrante capitolo successivo.
Se X-Men era il principio di un franchise, X2: X-Men United o X-Men 2 è il degno lavoro che segue dopo l’origine filmica dei mutanti Marvel.
Ed è ancora L’Inizio.