X-MEN: L’INIZIO

Giu 2, 2011

X-MEN: L’INIZIO – LA RECENSIONE

Titolo originale: X-Men: First Class
Lingua originale: Inglese
Paese: USA
Anno: 2011
Durata: 131 minuti
Genere: supereroi, azione
Regia: Matthew Vaughn
Soggetto: Bryan Singer, Sheldon Turner (dai fumetti della Marvel Comics)
Sceneggiatura: Ashley Miller, Zack Stentz, Jane Goldman, Matthew Vaughn

UN NUOVO INIZIO (IN BELGIO)

Doverosa premessa: cosa fa una ragazza nerd quando si trasferisce in un paese straniero (l’adorabile Belgio fiammingo, in questo caso)? Prepara valigia, documenti, pacchi e pacchetti, si congeda (nostalgia canaglia) dalla famiglia, e, oltre ad accertarsi di avere un tetto sulla testa nella ridente cittadina di destinazione,si occupa di 5 cose importantissime:

  • Si assicura che in casa ci sia una connessione internet funzionante per spammare su DC Leaguers.
  • Prende accordi con i fumettari italici per il ritiro regolare della merce in negozio nonostante la partenza (per la gioia dei genitori).
  • Si accerta che non lontano da casa (in Belgio) ci sia una fumetteria ove lustrarsi gli occhi in caso di astinenza.
  • Cambia l’indirizzo di residenza sul proprio profilo di Bookdepository per permettere anche lontano dal patrio suolo una ricezione rapida dei volumi.
  • Controlla google maps per prendere visione dell’ubicazione cinema più vicino.

Del resto il 2011 è un grande anno per i cinecomix: Thor, X Men: First Class, Captain America, Green Lantern rappresentano davvero un must per ogni appassionato, e la possibilità di gustarseli al cinema nonostante la lontananza della propria multisala di fiducia non può venir meno.

Ecco quindi che in Belgio ti riscopri più nerd di quanto pensavi di essere, e non solo non ti perdi un film dei tuoi eroi preferiti, ma ti fiondi allo spettacolo delle ore 14 il giorno dell’uscita, giusto per non perdere neanche un minuto prezioso. Guai a chi tocca i nostri eroi, del resto. E così, in un ridente e soleggiato 1 giugno (una settimana prima dell’uscita italiana, qualche vantaggio c’è, quando si vive all’estero) puntuale ti metti in fila per la prima proiezione di X Men: l’Inizio, con Ciclope (l’utente) che al telefono è più emozionato di te, e che aspetta fremente un resoconto. Sarà fatto, Cyke. Del resto siamo qui per loro.. per i nostri eroi. Gli eroi che per noi, su carta, ci sono sempre, quando abbiamo bisogno di loro. Si spengano le luci, quindi.. è tempo di X-Men: L’Inizio.

Il logo

PRIMA CLASSE

L’appellativo Prima Classe (mi perdonerete il gioco di parole) ben si sposa con questo film. Non sono una fan di lunga data degli X-Men, li leggo con il contagocce e non sono per nulla ferrata in ciò che riguarda le loro avventure a fumetti, quindi il mio giudizio appassionato è paragonabile, nonostante abbia ormai grande familiarità con la Marvel e DC, a quello di uno spettatore inesperto. Da una parte può essere uno svantaggio, dato che in questo modo si perdono sicuramente buona parte dei riferimenti, dall’altra però credo di potermi immedesimare nelle sensazioni che la scoperta di un nuovo mondo può generare in un potenziale fan. Anche io sono “al debutto” come i ragazzi di Xavier in un certo senso, e la sensazione è alquanto positiva fin dalle prime immagini del film.

La pellicola è piuttosto lunga, più di due ore, eppure non se ne avverte il peso, dato che trama e personaggi si fondono in un unicumcoinvolgente e spettacolare.

Ci sono tutti gli elementi che rendono vincente un film d’azione (e per me è un pregio): una trama incalzante senza essere cervellotica, personaggi ben caratterizzati, dialoghi riusciti, scene spettacolari: un mix di elementi che ben si adatta a un pubblico eterogeneo, anche se rispetto ai recenti film usciti per i Marvel Studios si tratta di una pellicola più riflessiva e seria, in cui serpeggia una tensione notevole dall’inizio alla fine, con momenti più leggeri certamente, ma abbastanza lontana dalle gustose gag di Iron ManThor.

Dall’apertura angosciante nei campi di concentramento nazisti (le atmosfere e persino i “colori” mi hanno ricordato, non so se a torto o a ragione, Magneto Testament) fino al finale, che così “lieto” (per quanto ipotizzabile) non è, First Class è un susseguirsi di dialoghi intensi e riflessioni amare, che getta un’ombra cupa (ma al contempo indica “la strada giusta” attraverso la splendida valorizzazione della figura di Xavier) su una storia – quella dell’umanità – che sembra non smettere di ripetersi.

La vicenda qui raccontata tratteggia con maestria le inquietudini di un’epoca (La Guerra Fredda e la Crisi di Cuba durante la presidenza Kennedy) che possono definirsi simili a quelle dell’America post-11 settembre, elemento caratterizzante tra l’altro della produzione fumettistica Marvel recente.

ERIK, CHARLES E LE LOGICHE DELLA POLITICA

A mio parere X Men: L’Inizio si posa su due perni fondamentali: lo splendido dualismo (davvero da pelle d’oca) Magneto/Xavier, portato in scena in maniera portentosa da due attori eccellenti come Michael Fassbender (Magneto) e James McAvoy (Xavier), e il tema – ovviamente presente – del rapporto umani/mutanti intrecciato a quello della “diversità”, raccontato sapientemente attraverso un intreccio costante con la realtà politica dell’epoca, che non è mai da sola in primo piano, ma che contribuisce a dare una grande solidità alla trama.

Ciò che rende questo film vincente e coinvolgente è la grande perizia con cui viene esplorata la “linea d’ombra”, ovvero ciò che separa Erik da Charles, personaggi uniti da un legame solido, fortissimo, ma in costante bilico sul confine che separa bene e male, consapevolezza di sé e prevaricazione. Xavier, elegante e loquace, è il prodotto di una vita serena, di una buona educazione, di una propensione a vedere nell’altro potenzialità, qualità. Charles fa del suo talento nell’indirizzare chi gli è intorno ad un utilizzo produttivo dei propri istinti/poteri una missione vera e propria, portata avanti con rettitudine e comprensione.

Erik, ombroso e affascinante, rappresenta invece l’altra faccia della medaglia, ovvero una grande mente ferita dagli abusi e dalle scelte sbagliate altrui, incapace di canalizzare una rabbia (di per sé comprensibile) che si trasforma in delirio di onnipotenza. Eppure, per quanto Magneto rappresenti sicuramente un personaggio negativo, e alla fine l’identificazione coi suoi carnefici sia palese, totale, non si può in qualche modo non riconoscerne la sofferenza, e chiedersi se le sue considerazioni sulla cattiveria ancestrale dell’umanità nei confronti di chi è diverso, in fondo, non siano reali. La scelta di accostare la sua vendetta personale al rapporto creatore/creatura, uno dei motivi più affascinanti del romanzo Frankenstein di Mary Shelley, rende la vicenda ancora più drammatica ed evocativa.

E così come è toccante l’avvicinamento, la comunione totale che in un preciso momento i due raggiungono, così è straziante l’attimo che li separa per sempre, con la consapevolezza reciproca che ormai le rispettive strade sono destinate a incontrarsi solo da avversari. C’è una frase in particolare (la lascio scoprire a voi) che in apparenza sembra una considerazione come un’altra, e invece in qualche modo illustra come Erik e Charles siano il prodotto di due mondi inconciliabili.

Tutto il cast (molto numeroso) comunque convince, e per i fan sarà sicuramente eccitante poter incontrare volti noti come Mystica, Emma Frost, Bestia, Angelo, Banshee, Azazel che hanno fatto la storia delle testate X, anche se a mio parere le vibranti performance dei due protagonisti (affiancati tra l’altro da un ottimo e malvagio Kevin Bacon/Sebastian Shaw) mettono un po’ in ombra, senza volerlo, gli altri personaggi. Preparatevi inoltre ad un gustoso cameo che delizierà non poco i fan della saga.

LA PACE NON E’ MAI STATA UN’OPZIONE

Ciò che colpisce inoltre di un film come L’Inizio è la capacità di rievocare negli spettatori strani pensieri mai sopiti sulla possibilità che esistano veramente fra noi persone “mutanti” (o con doti particolari) di cui ci viene tenuta appositamente nascosta l’esistenza. Ciò fa riflettere inoltre sulle politiche di potenziamento difensivo/offensivo attuate dai governi, i quali sicuramente (e non mi riferisco solamente agli orridi e ingiustificabili crimini nazisti) nel tentativo dei prevaricarsi reciprocamente hanno lavorato senza sosta per produrre armi dalla potenza letale.

E se questi esperimenti fossero stati e fossero davvero condotti su esseri umani? Se la ricerca di geni mutanti (o di un supersoldato, per allacciarmi al film in uscita su Capitan America) non fosse soltanto il prodotto di una fervida immaginazione? Sono interrogativi che possono apparire buffi, ma che riescono ogni volta a farmi uscire dal cinema o a terminare una lettura con uno strano senso di precarietà.

La conclusione di X-Men: L’Inizio spinge quindi lo spettatore a porsi molte domande di rilievo sugli istinti che guidano gli esseri umani, e sulla paura atavica dell’altro, che spesso non siamo in grado nè di comprendere nè di rispettare.

Ognuno di noi è razionalmente consapevole che sia giusto stare dalla parte di Xavier.. ma quanto ci separa dall’oscurità di Magneto? Qual è la distanza fra noi e la linea d’ombra?

Al cinema troverete, forse, nuovi spunti di riflessione.