Superman: Sacrificio

Ago 28, 2009


Testi: Rucka, Simone, Verheiden,
Disegni: Byrne, Kerschl, Lopez, Daniel, Benes, Morales
Titolo originale: Superman-Sacrifice
Edizione italiana: brossurato Planeta De Agostini

Siamo di fronte a uno dei “countdown” più entusiasmanti e rilevanti pubblicati dalla Planeta nel suo percorso di avvicinamento a Infinite Crisis.
Questo brossurato di 192 pagine, con i testi di Rucka, Verheiden e Gail Simone per i disegni di Benes, Kershl e Morales, Byrne, Donovan e Daniel, si sofferma sulla crisi del triumvirato d’oro dell’oltreumanismo, per citare un simbolo neatzscheiano, la quale vede i simboli più evidenti della giustizia e dell’ideale di libertà, Batman, Superman e Wonder Woman, assumere atteggiamenti tanto umani e fragili da lasciarci esterrefatti.
Gli stessi protagonisti della storia del resto condividono il nostro spaesamento, rendendoci conto che una crisi è in arrivo. Una crisi molto più profonda di quella che può riguardare infiniti mondi e universi, una crisi che afflige direttamente i recessi più sconfinati dell’animo umano, la sua coscienza. Una coscienza le cui fondamenta sono state minate per la prima volta in Identity Crisis, e che da allora non ha conosciuto che decadenza e cinismo.
Rucka e colleghi ci regalano spunti di riflessione davvero notevoli, facenti perno attorno alla disillusione degli eroi per il loro modus operandi che, come essi stessi si rendono conto, ormai è completamente allo sbando morale.
Vi si rivedono alcune delle tematiche magistralmente toccate da Azzarello in “Per il domani”, il che può già di per sé mostrare quanto la figura salvifica e solare di Kal-El sia in queste pagine mostrata in tutta la sua debolezza e oscurità di uomo.
Ancora una volta, Superman dimostra la sua incapacità di far collimare giustizia e bontà, amore e responsabilità.
Che Superman sia l’essere che più al mondo è capace di provare amore, non vi sono dubbi. Ma proprio in questa sua innata tendenza al bene e ai buoni sentimenti, egli diviene pericoloso nel momento in cui non riesce a gestire il suo ruolo e i suoi poteri.
La mente di Superman è sotto il controllo di Max Lord, il potente telepate Re Nero di Checkmate. Egli ne controlla i fini, ma i mezzi sono una pura scelta di Kal-El. Sue sono state le reazioni iraconde e selvagge, dense di brutale smania di vendetta. Max gli ha posto dinanzi la morte dei suoi cari, ma la sua ira e la sua voglia di morte appartengono a lui solo.
Cosa quest’ultima che Batman gli rimprovera senza troppi fronzoli, mettendo il kryptoniano con le spalle al muro:

Sei l’essere più potente al mondo, non puoi permetterti una scusa simile.

Può permettersi un essere così potente di provare ira? Può Superman desiderare di scatenarsi? No, non può.
Perché non è un uomo, è un cataclisma naturale.
Agli occhi di Bruce, nemmeno un’ipotetica morte di Lois potrebbe giustificare una reazione talmente incontrollata da mettere a repentaglio l’intero globo.
Proprio in virtù del suo potere, Superman dovrebbe essere freddo e distaccato, impeccabile.
Qui subentra il suo paradosso… Un Superman freddo e distaccato, sarebbe ancora Superman? Colui che dà speranza al mondo, che invita alla fede, che incarna la gioia per la vita, la ricerca di un ideale di felicità?
No, non sarebbe lo stesso. La scelta fra come si è e come si dovrebbe essere è tanto più straziante in quanto è una scelta che non troverà mai la sua definizione.

A cura di Marco Cecini