Testi: Jeph Loeb
Disegni: Tim Sale
Edizione originale: Superman for all Seasons (1988)
Edizione italiana: edito su due volumi brossurati Play Press.

Di storie sul Campione di Metropolis ne abbiamo viste tante. Scontri cosmici, piani machiavellici da sventare, crisi planetarie. Il Superman che si è affermato nell’immaginario collettivo appartiene a quel mondo, quello degli invincibili eroi-icona, portabandiera del glorioso “american way of life”. Eppure, da qualche parte dietro la grande “esse” si nasconde un uomo, non terrestre certo, ma un uomo. La DC comics deve essersene improvvisamente ricordata quando ha commissionato l’ormai leggendaria miniserie in quattro numeri “Superman: For all seasons” all’estro narrativo di Jeph Loeb e alle incantevoli matite di Tim Sale.

L’imperativo di questa accoppiata d’oro è stato “catturare la grandeur di superman”, descriverne la gloriosità e l’epicità , ma in maniera nuova. Armato di un’inattesa poeticità Loeb racconta l’inizio del percorso dell’eroe e lo riassume nel corso di quattro stagioni. Ad ogni stagione si lega la voce di un diverso narratore: un padre, una reporter d’assalto, una nemesi, una vecchia fiamma stretta in vincoli di eterna amicizia.

Ognuno di questi personaggi racconta il cammino dell’eroe, immerso in un mondo senza tempo, destinato ad evolversi da confuso adolescente a cittadino e salvatore di una grande metropoli che è sintagma del mondo intero.
Le note più toccanti forse stanno nelle parole di Jonathan Kent e di Lana Lang . Nel primo c’è già qualcosa di eroico, qualcosa che viene inevitabilmente trasmesso al figlio. Nello spirito di un contadino del Kansas c’è quella ricchezza di cui Clark fa tesoro, quel nucleo di sentimenti che rappresentano quel che di buono è rimasto dell’America . L’eroe muove i primi passi nel mondo moderno e il padre non può che lasciarlo andare. Lana Lang rappresenta il sigillo, il personaggio che si assume il compito ingrato di raccontare una presa di coscienza. E’ lei che deve subire i dolori di un amore impossibile, è lei a dover constatare che ormai il bravo ragazzo di campagna ha preso il volo. Nel mezzo dei due poli risiede il tema della meraviglia e dello stupore. Da un lato gli onori della cronaca, il quarto potere e la grandezza che esso è in grado di distruggere e creare, ma anche l’ammirazione , la genesi di un modello di salvezza da imitare. Lois Lane rappresenta la reazione del mondo, completamente stravolto dalla venuta dell’eroe.

Uguale e contraria la reazione di Luthor, non ancora del tutto calvo, ma già sintesi di tutto quello contro cui Superman si batte.
Assolutamente stupefacente il lavoro di Sale, che intuisce il potenziale “visivo” del racconto e, per quanto daltonico, limita la mano in determinate splash pages, abbozzando pochi elementi, affidando l’emozione ad una tavolozza quasi impressionista.

Quello che ci viene proposto è un kryptoniano inusuale e assolutamente credibile. Indimenticabile la cover con l’ eroe seduto, raggomitolato nel mantello, davanti ad una distesa di neve, con lo sguardo innocente di un bimbo. Un mix eccezionale di gloria e umanità che non ha precedenti nell’universo supermaniano. Almeno da citare una certa atmosfera “evangelica”. Non a caso la miniserie è stata divisa in quattro numeri, con quattro diversi narratori.

Almeno per una volta le linee cinetiche hanno ceduto il passo al gusto per la narrazione. “Superman: For all seasons” rappresenta un must per gli appassionati, una pietra miliare per qualunque amante dei fumetti, una piacevole sorpresa per i detrattori.

A cura di Luca Bocchetti