Testi e Disegni: Mike Mignola (John Byrne ha scritto Il Seme della Distruzione)
Edizione Italiana: Hellboy 1-2-5, Magic Press
Edizione Originale: Dark Horse Comics

Premessa I: per ragioni di ordine pratico si è scelto di radunare in un’unica recensione tre volumi di Hellboy in cui la presenza dei nazisti è preponderante.
I tre volumi oggetti della recensione sono Il Seme della Distruzione,  Il Risveglio del Demone e Il Verme Conquistatore (con numerazione sulla costina 1, 2, 5).
Si consiglia comunque di leggere l’opera completa di Hellboy in ordine, senza saltare quindi i volumetti La Bara Incatenata e altre Storie  e La Mano Destra del Destino(numerazione impressa sulla costina 3 e 4)che contengono le storie brevi , spesso importanti (se non fondamentali) per la trama principale e che arricchiscono l’ambientazione di Hellboy.
Per leggere qualcosa di più ampio sull’opera di Mignola vi consigliamo l’articolo  Hellboy- di Mike Mignola in cui è contenuta un’approfondita biografia dell’autore ed una accurata lista delle pubblicazioni.

Premessa II: l’autore della recensione, seppur si distingua per un comportamento esemplare che lo rende uno degli esemplari più dignitosi della sfortunata razza umana (titolo auto conferito di cui non è opportuno discutere in questi spazi), dato l’amore che nutre per l’opera in esame si riserva il  diritto di potersi lasciare andare ad espressioni di entusiasmo in ordine casuale.
Confidiamo nella comprensione dei lettori.

UNA INTRODUZIONE PERSONALE

Quando una decina di anni fa trovai una recensione su Hellboy in un sito internet mi si aprì un mondo e pensai che dovevo assolutamente procurarmi quel fumetto!
Il giorno dopo andai in fumetteria, ricordo ancora che era una soleggiata ma fredda giornata di settembre, chiesi al negoziante il numero uno e me ne tornai a casa alleggerito di diecimila lire ma con un piccolo gioiello tra le mani.
Comincia a leggerlo ed in breve lo divorai.
Hellboy aveva fatto breccia nel mio cuore, finalmente avevo trovato un fumetto che riusciva davvero a coinvolgermi e a parlare di cose che veramente mi interessavano!
Hellboy è stato, nella mia storia personale, il capostipite dei fumetti che sono venuti dopo e che, numero dopo numero, hanno spento il flebile amore che avevo per i supereroi, andando a nutrire una passione smisurata per temi come il paranormale, l’occulto, la magia, la chincaglieria macabra e polverosa e via dicendo.
Solo dopo parecchi anni sarebbero arrivati nella mia storia fumettistica capolavori come The Sandman, Hellblazer, V for Vendetta, Watchmen, Doom Patrol e via dicendo, storie che mi hanno regalato molto, che sono diventati i miei fumetti preferiti e che, probabilmente, hanno contribuito a forgiare il mondo immaginario che mi porto dentro.
Non posso fare a meno di pensare che se quella domenica pomeriggio non avessi trovato per puro caso una recensione di Hellboy sulla rete  forse, a quest’ora, non avrei conosciuto quei fumetti che amo tanto e mi sarei di certo perso la straordinaria epopea del ragazzo infernale, un viaggio divertente, suggestivo e unico.
Hellboy è un fumetto che mi porterò sempre dietro, che rileggerò sempre con passione e che sarà sempre al primo posto (a pari merito con The Sandman, è giusto ricordarlo) nella mia graduatoria personale.

Ma adesso basta con i sentimentalismi, è ora di cominciare a parlare di cose serie.

 

PROGETTO RAGNA ROK, NAZISMO ESOTERICO E LOVECRAFT 

Il primo numero di Hellboy, Il Seme della Distruzione, è frutto del sodalizio artistico tra Mignola e Byrne e ha il compito di introdurre il protagonista della saga.
Sin dalle prime pagine di questa storia si possono respirare le atmosfere che caratterizzano la saga di Hellboy: personaggi con poteri paranormali, luoghi abbandonati e oscuri, macchinari giganteschi frutto di un mix di ingegneria applicata alla magia atti ad amplificare le già grandi capacità dei suddetti personaggi con poteri, strane divinità e nazisti. Nazisti ovunque.

Se qualcosa mi ha insegnato questo fumetto è  quella di non fidarmi mai di un nazista e proprio il nazismo esoterico è il tema che permea questi primi tre numeri di Hellboy.

Mike Mignola ha infatti attinto a piene mani dalla vasta mitologia nazista, usandola come fonte di ispirazione, ed è stato in grado di plasmare e forgiarne una sua versione alternativa affascinante quanto l’originale.
E’ bene ricordare che il nazismo, nella sua essenza primordiale, poggia proprio su basi esoteriche e che il movimento era ispirato dalle teorie di Jörg Lanz von Liebenfels, prima monaco e poi occultista, fondatore della teozoologia vera e propria dottrina alternativa in cui si rispiegavano le origine dell’uomo secondo l’ottica della supremazia della razza ariana.
I circoli esoterici dell’epoca e l’aristocrazia impazzirono per queste teorie e prepararono così il campo per l’ascesa al potere di Hitler che riunì nel Nazionalsocialismo le idee di von Liebenfels e la voglia di rivincita di una nazione messa in ginocchio dalla sconfitta subita nel primo conflitto mondiale.
Hitler però non si limitò ad appoggiare le teorie della teozoologia ma cominciò una vera e propria campagna mondiale per provarne la validità.
Venne così attivata la macchina della propaganda, volta a mostrare la superiorità sulle altre razze degli ariani, ultimi discendenti di quell’umanità progredita che popolò Atlantide, secondo le teorie di von Liebenfels.
Inoltre partirono spedizioni tedesche verso ogni parte del mondo per raccogliere prove che legittimassero il desiderio di conquista di Hitler.
I nazisti arrivarono fino in Tibet (a questo proposito è consigliata la visione del film Sette Anni in Tibet), paese ritenuto la culla della razza ariana, fecero misurazioni e analisi sulle popolazioni locali e iniziarono la ricerca dei resti di quell’antica civiltà persa nel tempo, di cui sentivano di essere gli ultimi discendenti, inseguendo nomi ormai lontani e nascosti, che popolavano più le storie e le leggende che non le cartine geografiche: ThuleLemuriaMuAgarthiShambhala, nomi che si rincorrevano in lungo e in largo per il globo e che costituirono una delle tante ossessioni naziste.
Assieme alla ricerca delle prove dell’esistenza di queste patrie occulte perse ormai nei fiumi del tempo, il nazismo venne alimentato anche dai fuochi della mitologia norrena oltre che dall’epopea di re Artù.
Non è un caso che la runa vichinga sieg (vittoria) fosse uno dei simboli delle SS e che  proprio quest’ultime fossero organizzate più come un ordine cavalleresco che non come un corpo militare: con tanto di  castello come sede (Wewelsburg), le giovani reclute venivano addestrate e sottoposte a riti di iniziazione ispirati alla rinascita di Odino dato che, per Himmler, le SS dovevano essere dei moderni cavalieri della tavola rotonda e dovevano incarnare alla perfezione gli ideali della razza ariana.
A tal proposito è giusto anche ricordare la leggenda riguardante la Lancia di Longino che trafisse il costato di Gesù, chiamata anche Lancia del Destino, secondo la quale il giorno esatto in cui venne sottratta alla collezione di Hitler quest’ultimo si sia suicidato avendo perso i favori del mistico oggetto.

 

Nonostante la mole del materiale a disposizione, Mignola decide di seguire una strada diversa e scrivere così una sua mitologia personale in cui  Hellboy rappresenta la chiave di volta della maggior parte degli eventi.

I nazisti rappresentati nel fumetto sono pazzi megalomani, spinti dalla fede cieca ora in Hitler ora in Rasputin, uno dei personaggi principali in questa prima parte della storia di Hellboy.
Mignola però, anziché calcare la mano su aspetti realmente mostruosi della follia nazista, come le persecuzioni razziali, mostra personaggi  grotteschi ed esagerati come Herman von Klempt, costretto a vivere in un contenitore per la sua testa volante e costantemente messo in ridicolo dalle battute di Hellboy nonostante la sua pericolosità.
Il nazismo stesso quindi non è un richiamo  agli eventi della storia ma rappresenta più  un nemico duro da abbattere e pronto a tutto ma che spesso viene ridicolizzato e parodiato dagli stessi comportamenti estremamente altezzosi e isterici dei nazisti stessi.
Mignola imbastisce quindi una storia dai toni paranormali, condita con una forte dose di humor, in cui gli uomini non sono altro che messaggeri, araldi della fine del mondo: lo stesso progetto Ragna Rok prende il nome dal mito della battaglia finale tra Aesir, ovvero le divinità norrene, e le forze del caos.

La ricerca di potere dei nazisti viene così indirizzata verso creature dal sapore Lovecraftiano, antiche divinità mostruose in attesa di spazzare via la razza umana una volta per tutte e  che, nel frattempo, riposano nello spazio profondo.

Come detto le opere di Lovecraft  e, in particolar modo, dei miti di Cthulhu  influenzano pesantemente questa prima parte della saga di Hellboy e sia ne Il Seme della Distruzione  che ne Il Verme Conquistatore creature deformi provenienti dallo spazio faranno da padrone.
Impossibile non apprezzare l’omaggio fatto da Mignola al solitario di Providence: Azathoth, il dio del caos posto al centro dell’universo da Lovecraft, si può rivedere in Ogdru Jahad, il drago cosmico che Rasputin cerca di portare sulla terra, mentre i vari mostri anfibi ricordano immancabilmente il  popolo ibrido protagonista di racconti come “La Maschera di Innsmouth“.

La sensazione di orrore cosmico in agguato è la stessa che si può provare leggendo i racconti di Lovecraft e il merito è degli straordinari disegni di Mignola che riesce a rendere, in tutta la loro mostruosa bellezza, ogni creatura come se fosse viva e vegeta.

Ma a fronte di queste minacce cosmiche, quali sono i campioni della razza umana?

IL BUREAU

 Giù nel vestibolo c’è un’iscrizione: “In assenza di luce, l’oscurità prevale”. Esistono cose che complottano nella notte, agente Myers, non farti illusioni in proposito. Noi siamo quelli che controcomplottano!

Dopo la lunga digressione su quello che è il tema portante dei tre volumi in questione è giunta l’ora di parlare dei buoni delfumetto.

Una delle idee più felici di Mignola per il fumetto è stata senz’altro quella di creare il B.P.R.D., ovvero quell’agenzia governativa di cui Hellboy è l’agente di punta.

Da quando il Bureau venne fondato, nel lontano 1944, l’umanità ha potuto sempre contare su questa organizzazione come ultimo bastione contro le forze del male.
Gli agenti, legati da rapporti di amicizia e da quel comune sentimento di solitudine derivato dalle loro condizioni particolari, destano da subito le simpatie del lettore.

Uno dei punti di riferimento del Bureau è proprio  Hellboy, fanciullo demoniaco ritrovato dagli alleati durante una missione in Inghilterra.

Hellboy non è solo il protagonista del fumetto ma una delle figure dei comics più amate di sempre: grande e grosso, rosso con la coda a punta, gli zoccoli caprini ed un paio di corna, Hellboy è un diavolo degli inferi evocato da Rasputin per scatenare la fine dei tempi.

Nonostante sembri che il suo destino sia già segnato, il ragazzo non demorde e sceglie il ruolo di difensore dell’umanità, anziché quello di sterminatore.

Entrare in sintonia con Hellboy è qualcosa che viene naturale, date le caratteristiche del personaggio: leale, schietto, in grado di sdrammatizzare le situazioni peggiori con le sue battute e sempre pronto a difendere i suoi amici.
Se Hellboy è il protagonista indiscusso della serie, meritano una menzione anche gli altri suoi compagni che lo accompagnano in questi tre numeri.
Abrahm Sapiens è un’altra di quelle figure del fumetto più facilmente riconoscibili: grande amico di Hellboy, come lui condivide il destino di essere una figura unica persino all’interno del Bureau.
Abe è infatti l’unico esemplare al mondo di uomo pesce.

Se nella prima storia avrà un ruolo piuttosto di rilievo, nelle altre due storie viene messo da parte da Mignola per dare più spazio allo stesso Hellboy e ad altri personaggi secondari.

Liz Sherman è un altro di quei personaggi che, anche grazie ai due film di Del Toro, è più facilmente riconoscibile.

La ragazza ha il potere della pirocinesi, ovvero l’abilità di controllare il fuoco.

Questo potere la rende sicuramente uno dei membri più potenti del Bureau ma, allo stesso tempo, ha reso la sua esistenzaravagliata: è proprio a causa della natura difficilmente controllabile del fuoco che ha causato, involontariamente,  la morte dei suoi genitori e di molte altre persone innocenti.

E’ il membro del gruppo con più problemi legati ad accettare la sua natura e spesso è stata portata dagli eventi ad abbandonare il Bureau.

 Questi tre personaggi sono probabilmente i più conosciuti dal grande pubblico, grazie soprattutto ai già citati film di Del Toro, ma il fumetto contiene anche altri personaggi importanti e caratterizzati altrettanto bene.

Roger ad esempio è un omuncolo, prodotto in un laboratorio alchemico.
Nonostante la sua natura artificiale è uno dei personaggi che lotta di più per dimostrare la sua umanità.
Capace di atti di grande coraggio e disposto a sacrificarsi per la salvezza dell’umanità, Roger sarà in grado di guadagnarsi ben presto il rispetto di Hellboy.Altro grande personaggio, vero e proprio omaggio a quegli eroi duri della Golden Age. è Lobster Johnson.
La chela della giustizia è un personaggio  quanto mai singolare: nonostante la scelta di un nome  discutibile, riesce ad essere temibile per i malvagi ed, allo stesso tempo, fonte di ispirazione per chi cerca di fare del bene.
E’ nel Verme Conquistatore che Lobster appare in tutta la sua vetusta gloria, pronto a menare le mani su quei nazisti tornati da un passato non troppo lontano e capaci di essere ancora una minaccia per la razza umana.

LE TENEBRE

Anche la storia migliore senza villains interessanti, risulterebbe noiosa e priva di mordente.
Fortunatamente per noi Mignola riesce a creare degli antagonisti convincenti e carismatici senza però rinunciare, quando serve, ad una discreta dose di umorismo.
Il villain principale di questi numeri (soprattutto del volume primo e secondo) è senz’altro Rasputin.
La figura del Rasputin storico è sicuramente una delle più affascinanti: monaco dai poteri miracolosi prima e consigliere degli zar dopo, Rasputin incontrò una fine quanto mai pittoresca trovando la morte nelle gelide acque del fiume Neva, dopo essere stato  avvelenato, sparato, accoltellato, bastonato, castrato( parole dello stesso Trevor Bruttenholm nel film Hellboy).
Nel fumetto la sua storia non finisce nelle gelide acque di un fiume ma, al contrario, tornerà dalla morte come profeta dell’avvento di Ogdru Jahad.
Approfittando della follia dei nazisti, Rasputin riesce a radunare una cerchia di adepti e le risorse necessarie per compiere il rito che porterà Hellboy sulla terra.Un altro dei cattivi meglio riusciti è il già citato Herman von Klempt.
Ciò che colpisce di questo personaggio, oltre alla sua totale mancanza di scrupoli e di un minimo di umanità, sono senz’altro le sue condizioni (è rimasta infatti solo la testa) e i suoi metodi: facendo uso di scimmie modificate in tal modo da divenire formidabili macchine da guerra, von Klempt rappresenta alla perfezione la feccia nazista ossessionata dalla conquista del mondo presente in Hellboy.
Questi isterici e spietati comandanti, votati al fallimento continuo dei loro piani megalomani, con caratteristiche che ricordano le trame dei peggiori film di fantascienza (un’armata di vampiri nazisti? perché no?), strapperanno più di una volta qualche sorriso.
Sarà  impossibile non amare alcune trovate che Mignola ha usato per caratterizzare i nazisti, come quella di dotarli di tecnologie a dir poco singolari, una su tutte la radio per captare i segnali mandati dalle mostuosità lovecraftiane collegata alle teste mummificate di santi e veggenti morti da tempo.Oltre a profeti dell’apocalisse e nazisti in Il Risveglio del Demone fanno la loro apparizione personaggi presi da miti e leggende: Ecate avrà un ruolo di primo piano in questo secondo volume, mentre Baba Yaga sarà una presenza ricorrente oltre che l’antagonista in una storia breve raccolta nel volume intitolato La Bara Incatenata e altre storie.Vero e proprio omaggio dichiarato al vampiro è poi la figura di Vladimir Giurescu che ricorda da vicino il ben più famoso Dracula.
Dato che queste figure tratte dalle leggende locali avranno un peso decisamente maggiore, sia nelle storie brevi che nei volumi successivi di Hellboy, è più giusto riservare loro un trattamento privilegiato in tempi più opportuni.Quel che è sicuro è che, grazie al tratto di Mignola, queste figure oscure vengono rappresentate in modo perfetto, possenti e misteriose creature, caratterizzate da fisionomie mostruose e corpi decadenti, teschi ghignanti, denti spezzati e mani rinsecchite.
Dalle tavole di Mignola trasuda quindi un fascino particolare, strettamente legato a quel gusto per il macabro ed il grottesco che rende poesia versi deliranti come quelli scritti da Poe in Ligeia e ripresi nelle prime pagine de Il Verme Conquistatore.
L’amore messo in ogni tavola è palpabile, ogni dettaglio trasuda marcescente splendore ed è ben studiato, le composizioni sono equilibrate ed affascinanti e le figure spesso e volentieri si stagliano su rovine e paesaggi dal sapore romantico e ancestrale.

LA FINE E’ VICINA

Dopo questo mare di parole è opportuno spendere un pensiero per quei lettori che hanno abbandonato la lettura e, presi per sfinimento, sono corsi a comprare il volume, nonostante il freddo e le condizioni avverse in cui verserà la loro mente dopo aver letto i deliri di un appassionato molto poco obiettivo e decisamente di parte nei confronti di questo fumetto.
Se ancora non siete convinti dell’acquisto e state cercando di arrivare alla fine di questa recensione per trovare ulteriori motivi per comprare il primo numero di Hellboy, allora non  resta che consigliare di toccare con mano la qualità di questo fumetto che è un piccolo gioiello della letteratura horror e del fumetto in generale.
Prendete un numero qualsiasi, apritelo e sfogliatelo, ammirate il tratto di Mignola, le ombre che assediano ogni vignetta, le anatomie mostruose, l’amore per il bizzarro, le trovate geniali, le atmosfere folli e tetre.
Se neanche questo vi convincesse del tutto, allora fate comunque un atto di fede e comprate lo stesso il volume e  vedrete  che non ve ne pentirete!

APPENDICE: RIFERIMENTI ALLE STORIE BREVI

Come detto nella premessa per comprendere appieno queste storie è necessario leggere i volumi di Hellboy in ordine cronologico, senza escludere quindi dalla lettura i volumi La Bara Incatenata e altre storie e La Mano Destra del Destino.
Le storie fondamentali che svelano particolari del destino di Hellboy e in cui sono riportati importanti retroscena di cui non si parla nei volumetti oggetto della recensione sono:

Baba Yagastoria in cui si narra dell’incontro tra Hellboy e la strega a cui si accenna ne Il Risveglio del Demone  .
La Bara Incatenata :
storia con importanti dettagli sul destino di Hellboy.
Quasi un Colosso: storia che continua il secondo volume e in cui vede la conclusione la vicenda dell’omuncolo.
La Natura della Bestia: altra storia di cui si parla nel terzo volume.
La Mano destra del Destino: storia inerente al destino di Hellboy e al suo posto nel grande schema delle cose.
-Una Scatola Piena di Malvagità: altra storia riguardante Hellboy e l’apocalisse.