Batman: Anno Uno

Ago 28, 2009

batman_announo

Autore: Frank Miller
Disegni: David Mazzucchelli
Albi originali: Batman #404-407, 1987
Edizione Italiana: Corto Maltese #78 e #81 (1990), volume unico brossurato Play Press (1996), Absolute Edition cartonato oversized Planeta DeAgostini Comics (2008), Batman la Leggenda #1 cartonato Planeta DeAgostini Comics (2008)

Che sia l’ennesimo capolavoro lo si capisce sin dalle prima pagine, dall’arrivo di Gordon a Gotham, dalla sua presa di coscienza che in una città in cui il sistema altro non è che una copertura per la corruzione, l’unico modo per ottenere rispetto e per non essere schiacciati è rispondere alla violenza con la violenza. Fless è il capobranco: umilia lui, ed il branco ti lascerà in pace. La società è barbara, decadente. La civiltà è misurata solo in base all’evoluzione dei palazzi, ed apprezzabile soltanto dall’alto di un aereo. Per le strade regna la miseria, la cattiveria, il degrado. Selina è una giovane prostituta che odia gli uomini. Li odia come si può odiare un sogno, una chimera che a lungo cerchiamo finché non ci rendiamo conto che non esiste. Odia gli uomini perché non ne ha mai visto uno. O almeno non nell’accezione che intende l’ “uomo” come depositario di un certo spessore morale, e non come una semplice categoria di sesso.
Matite di David Mazzucchelli, colori di Richmond Lewis. Testi di Frank Miller. Ed è già tutto dire se qualcuno dovesse chiedersi quale sia il livello qualitativo di questa pregevole storia del 1987, presentata in Italia dapprima su Corto Maltese #78 e #81 nel 1990, poi rieditata in volume unico da Play Press nel 1996.
Bruce Wayne torna a Gotham dopo anni di addestramento. E’ forte, è veloce, è abile. Non è meno Batman (in termini di preparazione) allora di quanto lo sia dopo aver indossato il costume. Eppure la sua prima uscita gli costa quasi la vita. Comprende che la sua “umanità” dà forza agli avversari, che finché essi vedono in lui “uno come loro” non si stancheranno mai di combattere. L’uomo non teme i suoi simili, ecco perché fin quando Bruce si fosse presentato come un uomo, i criminali avrebbero continuato ad attaccarlo senza timore.
La zoologia insegna che i predatori non emettono ruggiti agghiaccianti per rabbia o per furia omicida, ma solo quando si sentono in pericolo. Se l’avversario scappa, non ci sarà bisogno di combattere. Miller dimostra tutta la sua imponente maestria narrativa portando alla ribalta il ruolo della paura come deterrente.

Suggestiva e bellissima la narrazione a scatola cinese messa in atto da Miller, dedicata alla vita morale di Gordon, alla sua coscienza lesa e messa alla prova. La legalità e la giustizia sono davvero sempre coincidenti? O spesso esiste una giustizia che non può non distaccarsi dalle forme stagnanti della legalità? La crisi con la moglie ed i dubbi su Batman vanno di pari passo, speculari nel minare le certezze del’uomo di legge. Gordon si credeva integerrimo, infallibile, incorruttibile, e credeva Batman un criminale. Ma i suoi errori come uomo minano il suo muro dogmatico come un tarlo nella legna, consentendogli di rivalutare anche la posizione del vigilante mascherato.
Chi poi questi sia in realtà, non lo sa bene nemmeno lo stesso Wayne, sempre più catturato dal fascino oscuro del mostro che egli stesso ha creato. Alfred legge sul giornale le conseguenze per chi perde sonno, venendo inevitabilmente portato a riscontrare quegli stessi sintomi nel suo padron Bruce… “Marcato aumento della paranoia”… “Tendenza a comportamento deviato, persino violento”… E’ Gotham a nutrire pregiudizi nei confronti di Batman, o è Batman ad alimentare questo pregiudizio di volta in volta, con il suo comportamento ambiguo?

Year One è fondamentalmente una storia di scelte.
Selina sceglie di vivere con dignità: la dignità dell’indipendenza, della libertà, dell’insofferenza, del non lasciarsi toccare mai più da nessun maschio che ella non consideri… Uomo.
Batman sceglie di vivere per uno scopo. La giustizia? Gli piacerebbe crederlo… L’armonia? forse ci vivrebbe male egli stesso… Scoprire se stesso? Si, forse questo si.
Gordon sceglie la giustizia, ad ampio raggio. Comprende che essa non sussiste allo stato, alla legge, e non sussiste nemmeno alle ragioni del cuore. Gordon sacrifica un amore appena nato sull’altare di qualcosa di più: il suo rapporto con la moglie, la fedeltà che le doveva e che non le ha dato, il figlio che sta per arrivare ed il suo futuro, la responsabilità di qualcosa che è stata già creata da lui (la famiglia) rispetto a qualcos’altro che avrebbe potuto creare con un’altra donna ma che non è ancora in atto. La giustizia… La vera giustizia, spesso è follia agli occhi del cuore. Ecco perché Gordon sceglie il sacrificio, ecco perché sceglie Batman.

A cura di Marco Cecini