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INDICE DELLA RECENSIONE


. Prologo
. Hellboy
. Le storie
. I punti di forza
. I disegni
. A chi è che hai detto “vecchio”?
. Mike Mignola
. Le pubblicazioni (elenchi e mini recensioni di alcuni volumi correlati)
. Epilogo

PROLOGO

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A volte credo che certe opere non richiedano molte parole per convincere le persone a fare la loro conoscenza. Per un fumetto, perché di questo ora si tratta, a volte basterebbe dire: “È bello! Leggetelo!”, cavoli vostri se poi non fate frutto del consiglio.
Certe opere vanno scoperte a scatola chiusa, senza sapere nulla, scoprendo i loro segreti pagina per pagina, lasciandosi affascinare pian piano fino ad arrivare ad accorgersi che ne siete perdutamente innamorati. Lo credo veramente, perché così è successo a me con Hellboy.

E così io potrei sintetizzare questa recensione: “È bello! Leggetelo!”, poche parole, secche e decise, come quelle che usa Mike Mignola per far parlare il suo Hellboy. Affaracci vostri se non lo fate, non sapete cosa vi perdete, cosa vi state perdendo e cosa vi siete persi. Ecco: cosa? Vediamo di spiegarvelo nelle prossime righe.

HELLBOY

Hellboy è una gemma di taglio e lucentezza considerevoli.
Alan Moore

23 Dicembre 1944, durante un rituale effettuato dai nazisti per garantire ad Hitler la vittoria suprema viene evocato sulla Terra un piccolo demone con una hboy1p5.thgigantesca e granitica mano destra. Il demonietto non compare davanti al losco stregone che lo ha strappato dall’inferno ma sbuca fuori qualche decina di metri più distante, nell’accampamento degli Alleati. Invece di essere ucciso viene adottato dagli Stati Uniti e più direttamente dal dottor Trevor Bruttenholm che da quel momento si prenderà personalmente cura del ragazzino infernale: Hellboy.Il demonietto cresce e diventa un gorillone alto e muscoloso, dal carattere un po’ scorbutico ma sostanzialmente buono. Con la maturità Hellboy diventa a tutti gli effetti un’agente del BPRD (Bureau for Paranormal Research and Defense – Ufficio per la ricerca e difesa del paranormale) e, assieme ad alcuni compagni molto particolari, l’uomo anfibio Abe Sapiens e la pirocineta Liz Sherman, sarà protagonista di entusiasmanti avventure mozzafiato.

Questo è l’incipit narrativo che da il via all’universo narrativo di Hellboy. Sulla trama altro non vi rivelerò, in primo luogo perché non voglio rovinarvi nulla, in secondo luogo perché credo che già questo basti per convincervi a leggere Hellboy.

LE STORIE


Hellboy è l’esempio più eclatante di come sia possibile elevare il fumetto del futuro a un livello letterario superiore, provocando anche un maggiore entusiasmo. La storia combina concetti tradizionali con referenze moderne, il tutto portato avanti da effetti artistici mozzafiato.
Robert Bloch

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La storia procede a piccoli archi narrativi autoconclusivi che portano avanti la trama principale, svelando man mano misteri e segreti dosati con intelligenza. Alcuni volumi presentano un unico racconto, diviso in capitoli, mentre altri presentano diverse storie brevi, avventure che si reggono da sole, senza la necessità di aver letto quelle precedenti, ma che allo stesso tempo rappresentano uno dei tanti tasselli che vanno a costruire l’intreccio principale.
Il modo in cui Mignola racconta le storie ha, per me, qualcosa di magico: siamo dentro ad un mondo tetro, pieno zeppo di mostri e esseri malvagi, ma il lettore non ha un attimo di timore perché affianco a lui c’è questo ragazzone rosso che risponde in modo sfacciato, che interrompe sarcasticamente i lunghi e boriosi monologhi dei cattivi e che non fa morire nessuno, finché lo non lo dice lui.
Ironia, eroismo, mistero, fantascienza, magia, fantastoria, mitologia, le sfumature narrative toccate da Mignola sono così molteplici da accontentare i gusti di ogni singolo lettore. L’unico tema forse mai affrontato è quello amoroso, ma francamente non se ne sente nemmeno il bisogno.

I PUNTI DI FORZA


Forse non sono esattamente umano. Ma per cinquant’anni sono stato lì fuori a salvare vite, spaccando i culi a cose come te. Questo rende me uno dei buoni. Sei tu il mostro.
Hellboy

Indubbiamente il personaggio di Hellboy è uno dei punti forti di questo fumetto ma non certo l’unico. Hellboy rappresenta il classico personaggio dei fumetti pulp, è l’eroe hard boiled, un po’ burbero, carismatico e dalla battuta sempre pronta.

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E sono proprio i dialoghi, spesso secchi e rapidi come un colpo di pistola a rendere Hellboy così affascinante. A volte si dice “una parola, una sentenza”, Hellboy è spesso così. Veste con un cappottone da detective e un grosso cinturone pieno di ammennicoli vari da usare contro demoni e mostriciattoli, usa la pistola, ma spesso risulta inutile o si inceppa, e allora si butta a testa bassa contro il nemico risolvendo la questioni a suon di cazzotti, il che risulta anche piuttosto facile quando si ha la forza di un demone e una mano destra dura quanto una mazza ferrata.
Nelle sue avventure Hellboy affronterà vampiri, streghe, scheletri, licantropi e altri mostri vari, smorza i loro dialoghi pomposi e li prende a cazzotti senza alcun ritegno. Credo che Hellboy piaccia così tanto perché è la rivincita del lettore sull’uomo nero che lo angustiava nelle buie notti dell’infanzia.

Gli altri personaggi che girano attorno ad Hellboy non vengono più di tanto approfonditi, ma a questa mancanza sopperirà la serie BPRD che li vedrà direttamente protagonisti. Ed questo un altro grande pregio dell’opera di Mignola: con Hellboy Mignola non ha solo creato un fumetto, ha dato vita ad un intero mondo narrativo solido e facilmente ampliabile. Esempio evidente di questo fatto, oltre alla serie BPRD, che tra l’altro procede a gonfie vele con ampio consenso tra i lettori, sono le miniserie dedicate all’uomo anfibio Abe Sapiens e al misterioso agente segreto Lobster Johnson comparso nel quinto volume di Hellboy. Per non parlare dei volumi speciali di Hellboy, ai quali hanno collaborato i migliori scrittori di fumetti del mondo.

Un altro punto di forza delle storie di Mignola, per me forse il più grande, sta in questo miscuglio di elementi che compongono i racconti. All’interno delle tavole di Hellboy ci trovate di tutto: demoni fuggiti dall’inferno, nazisti, vampiri, lupi mannari, draghi, un’imminente apocalisse, divinità mitologiche, personaggi storici trasformati in malvagi stregoni, omuncoli, streghe, sirene, un’agenzia dedita al monitoraggio di tutte le attività paranormali, scheletri parlanti, mostri vari, uomini anfibi, fantasmi e poi rane, tante maledettissime rane. Mignola attinge a piene mani nella letteratura pulp degli anni 40, nei racconti dell’orrore di H.P. Lovercraft e di Edgar Allan Poe e, per quanto riguarda i fumetti, alle opere di Jack “The King” Kirby (a quest’ultimo e a Lovercraft Mignola dedica il primo volume di Hellboy) e da vita ad un mondo fantastico che ha il sapore delle belle storie d’avventura, delle affascinanti fiabe gotiche e dei miti antichi.
Molti storie sono rielaborazioni di antiche leggende e racconti folcloristici, prese e riadattate al mondo di Hellboy, e la cosa bella è che Mignola riesce con i suoi disegni e con il suo adattamento a trasmettere quell’atmosfera di antico e misterioso che è presente in quel genere di narrazioni.
Si vede che Mignola, da sempre innovatore e sperimentatore, ama mescolare la sua arte con la grande e piccola letteratura. Esempio evidente di questo è il racconto Il Ghoul, presente nel settimo volume La strega troll e altre storie, dove il personaggio del Ghoul parla solo attraverso poesie.
Hugo Pratt, per elevare la nona arte, suggerì di cambiare la parola “fumetto”, che veniva spesso usato in termini dispregiativi, con il termine “Letteratura Disegnata”. Ecco, Hellboy, per me, è il fumetto che rende più evidente e immediata questa definizione.

I DISEGNI


Mi fa impazzire l’utilizzo che Mike fa del nero, e l’atmosfera che traspira dalle sue tavole. L’ambente, gli sfondi, quella patina vittoriana che sembra ricoprire ogni cosa…
Micheal Avon Oeming

I disegni di Mignola hanno qualcosa di magico. Sì, lo so, l’ho detto anche per le storie, ma qui non ci sono altri modi per esprimere cosa provo quando mi trovo davanti ad un disegno di Mignola.

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Come ogni vera grande magia sono difficili da descrivere, bisogna guardarli con i propri occhi, gustare pagina per pagina, vignetta per vignetta, dettaglio per dettaglio, e allora capirete quanto sia bello rimirare l’opera grafica di quel genio di Mike Mignola.
L’utilizzo del nero che avvolge tutto in un’atmosfera surreale, stregata, le inquadrature su dettagli apparentemente inutili ma che contribuiscono a rendere la giusta atmosfera, la capacità di sintesi grafica, la patina vittoriana (citata anche da Oeming), questi e tanti altri sono gli elementi che caratterizzano i disegni di Mignola.
L’incontro con lo Spirito dell’Africa (immagine a lato), nella storia Mokoma, presente nel volume 7: La Strega Troll e altre storie, credo che sia la vignetta che più mi abbia affascinato in questi ultimi anni. È evocativa. Ecco, penso che evocativo sia un bel termine per definire tutto il lavoro di Mignola.
Non sono un disegnatore ne ho le competenze adatte per addentrarmi in un’analisi più approfondita. Per questo dico che hanno qualcosa di magico, perché quando leggo un fumetto di Mignola cado quasi in contemplazione mistica, capisco che, nonostante la mia ignoranza in campo artistico, sono davanti ad un capolavoro, e l’unica cosa che mi riesce di fare e quella di spalancare gli occhi e la bocca, e rimirare lo Spettacolo.

A CHI E’ CHE HAI DETTO “VECCHIO”?


Cos’è, devo anche spiegarvi perché mi piaccia questo fumetto?
Massimo Rubbino

C’era un tempo in cui gli eroi dei fumetti non portavo le mutande sui calzoni. Lo so, anestetizzati come siete dal bombardamento sensoriale che Marvel e DC vi scaricano addosso ogni mese, questo è un semplice concetto che avete dimenticato. Ma una volta gli eroi indossavano dei costumi visivamente d’impatto e affascinanti, piuttosto che sembrare degli scarti da incontro di wrestling itinerante. Era l’epoca dei The Shadow, Crimson Avenger, Sandman, Green Hornet, The Spider.

Ma era anche il periodo in cui tra le pagine dei fumetti potevi trovare la fantascienza di Buck Rogers e Flash Gordon, l’avventura di Doc Savage e il poliziesco di Dick Tracy. Una bella varietà di scelta, vero?

Ce l’avete anche oggi, pelandroni!

Posate quel maledetto albo di Spiderman o del mutandone di turno, alzate il culo dalla sedia e prendete una copia di Hellboy. Un volume qualunque, tanto il terribile virus noto come “continuity” non è ancora riuscito ad intaccare il nostro ragazzone infernale, se non in minima parte. Hellboy è più d’un fumetto, è una medicina, è una cura contro l’intossicazione da supereroi, contro il rincoglionimento totale cui sguazzate felici, come anatre in uno stagno colmo di rifuti radioattivi. Perciò, se non vorrete svegliarvi domattina con un terzo bracio che vi spunta in mezzo al petto, farete meglio a tuffarvi in quel turbinio di idee che costituisce Hellboy. Idee, concetti, lampi di genio, personaggi e battute, situazioni tra il fiabesco e l’assurdo: questo compone il tessuto narrativo del quale è fatta l’opera di Mignola, un autentico frullato di fumetto pulp e orrorifico, in cui Alex Raymond e H. P. Lovecraft sgambettano felici con Mickey Spillane e Jack Kirby. Cosa? Vi sembrano tutte letture del nonno, troppo vecchie per le vostre giovani menti che volano alla velocità del cyberspazio?
Allora vedete di non fare troppo rumore, mentre schizzate affanculo, perché qui c’è gente che legge.

MIKE MIGNOLA


Mike è tutt’altro che “goffo”. E’ originale, moderato, estremamente divertente, originale, incredibilmente inventivo, generoso, originale, e, artisticamente, ispirato.
Ho già detto che Mike è originale?

Walter Simonson

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Mi pare giusto e doveroso, in una recensione di questo tipo, parlare anche un po’ dell’autore dell’opera. Anche perché Hellboy è Mignola e Mignola è Hellboy. E non solo perché in Hellboy Junior Mike si mette il costume del suo figlioletto preferito.
Se non lo avete capito, dalle parole degli altri autori o da quello che vi ho raccontato io, Mignola è un genio. È uno stregone: prende, mischia, e crea delle pozioni fenomenali (confesso: questo paragone l’ho preso in prestito da Alan Moore… ma perché inventarne altri quando il Bardo trova quello più azzeccato?). Sul suo stile penso di essermi enormemente espresso, quindi ora mi limito solo a raccontarvi un po’ della sua storia editoriale (che, confessione numero due, ha come punto di riferimento l’approfondimento presente nel primo volume di Hellboy, scritto da Alessio Danesi).

Mike Mignola nasce a Berkeley in California nel 1962 e sin dai primissimi anni di vita adora i fumetti di Jack Kirby e le storie di mostri, che i genitori gli leggono continuamente. Alle medie si imbatte nel Dracula di Bram Stoker e da allora cerca di conoscere tutto il possibili su mostri, mitologia e affini.
Legge le storie dei grandi maestri horror, E.A. Poe, H.P Lovercraft, Clark Ashton Smith. Proprio in quel periodo decide che il lavoro più adatto ad un tipo come lui deve essere “disegnare mostri”.

Nel 1982 si diploma al California College of Arts and Craft e le sue prime illustrazioni appaiono sulla fanzine Comic reader.
Dopo sei mesi si trasferisce a New York e si propone solo come inchiostratore alla Marvel. La sua carriera però si arena dopo i brutti risultati con Jackson Guice e su lavoro minori come Power-man & Iron Fist. Ma Al Milgrom, editor dell’ottima Marvel Fanfare, crede ancora in Mignola, solo che la sua strada non è quella di inchiostratore. Gli affida dunque una vecchia storia di Submariner sceneggiata da Bill Manto e inchiostrata da P.C. Russell (che in seguito vedremo anche sulle pagine di Hellboy). La scommessa di Al Milgrom è vincente e Mignola conquista il successo e la credibilità che merita.

Da quel momento a Mignola vengono affidate testate come Incredibile Hulk, Alpha Flight, The New Defender e Racket Raccon. Il tratto è ancora acerbo ma su Alpha Flight inizia a delinearsi quel suo stile che lo lancerà tra i mostri sacri del disegno americano. Nascono i primi paragoni con il mitico Jack Kirby.
Nel 1986 si dedica alla serie indipendente Chronicles of Corum in coppia con Mike Baron, ai testi. Ma l’incarico dura poco perché viene chiamato dalla DC per disegnare una mini di Phantom Stranger. Ed è proprio alla DC che Mignola consolida il suo talento indiscusso disegnando opere come World of Krypton (sui testi di John Byrne) e Cosmic Odissey (in coppia con Jim Starlin).
La DC gli affida anche il primo elseworld della storia, Batman: Gotham by gaslight che diventa subito un cult. E sempre di Mignola sono le copertine di una delle storie più discusse di casa DC: Una morte in famiglia.

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Dal 1989 al 1993 si dedica maggiormente alle illustrazioni ma riesce comunque a mettere la firma su alcuni capolavori come Swamp Thing Annual, con Neil Gaiman ai testi, Dr Strange/Dr Destino: Trionfo e tormento, Thor, Wolverine: the jungle adventure, Ironwolf: i fuochi della rivoluzione, l’ ottimo adattamento in coppia con Howard Chaykin dei racconti di Lieber Fafhrd and the Gray Mouser nonché gli adattamenti dei film Dracula di Coppola e Aliens: Salvation.
Sebbene in questo periodo si trovi a lavorare con i migliori inchiostratori al mondo, Mignola decide che da ora in poi inchiostrerà da solo le sue tavole.

Finalmente Hellboy. L’occasione arriva quando tutti i più grandi autori di fumetti, mostri sacri come Frank Miller, Johm Byrne e Art Adams, decidono di presentare i loro lavori sotto un’unica etichetta: l’effimera Legend. Ed è proprio Mignola l’autore che beneficerà di più in questa iniziativa. Grazie alla visibilità ottenuta con la Legend Il seme della distruzione ottiene un successo di pubblico e di critica strepitoso. Inizialmente è affiancato ai dialoghi da John Byrne, ma già dalla seconda storia, I Lupi di St. August (presentata nel 3 volume) Mignola si accorge che può continuare la sua avventura da solo. Il resto è storia.

Dopo il successo in ambito fumettistico nel 2001 viene contattato dalla Disney per curare il character design e gli storyboard del lungometraggio Atlantis.
Il cinema si accorge di lui e con il suo amico Guillermo del Toro inizia a delineare la versione su celluloide del suo Hellboy, nel frattempo partecipa come Concept Artist al film Blade II, sempre di Del Toro.
Il primo film di Hellboy non riscuote molto successo al cinema ma diventa un cult in DVD, così nel 2008 esce un ottimo sequel, che si discosta maggiormente dalla serie di Mignola ma che si dimostra un ottimo mix tra la fantasia di Mignola e l’estro visionario di Del Toro.

Ora Mignola si occupa della scrittura delle serie Hellboy e BPRD (affiancato da John Arcudi ai testi) ma, con sommo dispiacere di tutti i suoi ammiratori, non è autore dei disegni ma solo delle illustrazioni in copertina. I disegni finiscono nelle mani di Duncan Fregedo, per Hellboy, e Guy Davis per BPRD, entrambi ottimi disegnatori, ma il tratto di Mike Mignola provoca una dipendenza difficile da saziare.

PUBBLICAZIONI


Penso che Hellboy sia una delle migliori creazioni degli ultimi quaranta anni.
Scott Kolins

La serie in Italia è stata presentata da diversi editori e in diverse forme. La versione più disponibile è sicuramente l’ultima, presentata da Magic Press in 8 volumi del tutto identici ai TP americani. Nel 2008 è stata anche proposta La Biblioteca di Hellboy una raccolta in versione Absolute, quindi con le pagine in formato maggiorato, che raccoglie le avventure di Hellboy in eleganti e sfarzosi volumi.
Elenchiamo qui in seguito gli otto volumi e le storie in esse contenuto. I testi e i disegni di tutti gli episodi sono di Mike Mignola salvo qualche eccezione che segnaliamo nell’elenco.

HELLBOY

Il seme della distruzione (Hellboy: Seed of Destruction) (Dialoghi di John Byrne)
Il risveglio del demone (Hellboy: Wake the Devil)
La bara incatenata e altre storie (Hellboy: The Chained Coffin and Others),
. Il cadavere
. Scarpe di ferro
. Baba Yaga
. Un Natale sottoterra
. La bara incatenata
. I lupi di Saint August
. Quasi un colosso
Hellboy: La mano destra del destino (Hellboy: The Right Hand of Doom)
. Pancake
. La natura della bestia
. Re Vold
. Teste
. Arrivederci, signor Tod
. Il Varcolac
. La mano destra del destino
. Una scatola piena di malvagità
Il verme conquistatore (Hellboy: Conqueror Worm)
Strani luoghi (Hellboy: Strange Places)
. Il terzo desiderio
. L’isola
La strega troll e altre storie (Hellboy: The Troll Witch and Others)
. La Penanggalan
. L’idra e il leone
. La strega troll
. Il vampiro di Praga (Disegni di P.Craig Russell)
. L’esperimento del dottor Carp
. Il Ghoul
. Makoma (Disegni di Mignola e Richard Corben)
Il richiamo delle tenebre (Disegni di Duncan Fegredo)

In ogni volume sono presenti introduzioni da parte di autori e artisti (tra i vari: Alan Moore e Guillermo del Toro) e in coda alle storie sono presenti alcun schizzi preparatori di Mignola.

Della Biblioteca di Hellboy sono usciti due volumi che contengono ognuno due TP americani e altri extra.

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HELLBOY: STORIE DELL’INSOLITO

Hellboy: Storie dell’insolito vol. 1 (Hellboy: Weird Tales Vol. 1)
Hellboy: Storie dell’insolito vol. 2 (Hellboy: Weird Tales Vol. 2)

L’opera di Mignola ha suscitato molto interesse anche tra gli addetti ai lavori. In questi due volumi sono contenute dei brevi racconti su Hellboy e il suo universo scritte e disegnate dai migliori artisti del fumetto americano e internazionale.
I nomi degli autori che hanno partecipate a tale progetto sono veramente tanti, tra cui si segnalano: John Cassaday, Bob Fingerman, Stefano Raffaele, Jason Pearson, Lee Bermejo, Ron Marz, Jim Starlin, Will Pfeifer, J.H. Williams III, Scott Morse e altri ancora.
Chi sta scrivendo questa recensione ha letto solo il secondo volume (in quanto il primo volume è attualmente esaurito in Italia, ma fonti dirette – lo Stand Magic Press a Lucca 2008 – mi hanno confermato che verrà presto ristampato) e può garantirvi che è un volume bellissimo soprattutto per quanto riguarda l’aspetto grafico delle storie (i disegni di J.H. Williams III e Scott Morse in particolar modo, almeno per quel che mi riguarda). L’aspetto narrativo viene un po’ meno in quanto i racconti sono molto brevi, comunque le storie sono quasi tutte molto gradevoli.

Di seguito potete vedere le copertine create per l’occasione da J.H. Williams III, Frank Cho, Phil Noto e due tavole prese dalla storia Quindici Minuti… di Jill Thompson
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HELLBOY PRESENTA: LOBSTER JOHNSON

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Lobster Johnson: Il Prometeo di Ferro (Lobster Johnson: The Iron Prometheus)
Testi: Mike Mignola
Disegni: Jason Armstrong

Questo volume è il più recente tra le pubblicazioni dell’universo di Hellboy arrivato in Italia. Racconta le avventure di Lobster Johnson il famoso agente del BPRD degli anni 40. Una storia di spionaggio e fantascienza davvero gradevole nel puro stile di Mike Mignola.
Gli appassionati del mondo di Hellboy sapranno apprezzare anche questo volume.


HELLBOY: JUNIOR

Autori Vari.

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Questo è un volume speciale, una sorta di What If di come sarebbe stata la vita di Hellboy se non fosse mai stato richiamato dai nazisti sulla Terra.
L’idea è nata da Mignola in collaborazione con l’artista Bill Wray.
Le storie sono di stampo grottesco e alquanto surreali, nel volume sono presenti anche storie che nulla c’entrano col mondo di Hellboy.
Personalmente è l’albo che mi è piaciuto meno e se dovessi elencare un volume dell’universo di Hellboy da sconsigliare direi sicuramente questo (mentre gli altri volumi sono tutti consigliatissimi).
Da leggere solo se siete dei completisti e volete conoscere tutto ma proprio tutto dell’opera di Mignola, che non vi nego riesce a regalare alcune perle molto divertenti anche in questo albo.

B.P.R.D.

Già citata nella recensione questa serie contiene le storie del BPRD. La serie non viene recensita solo in visione futura di una recensione dedicata alla sola serie (che sia io o un altro Leaguers a scriverla).
Elenchiamo comunque in questa occasione i volumi disponibili in Italia.

B.P.R.D.: Terra cava e altre storie (B.P.R.D.: Hollow Earth and Other Stories)
B.P.R.D.: Lo spirito di Venezia e altre storie (B.P.R.D.: The Soul of Venice and Other Stories)
B.P.R.D.: Una piaga di rane (B.P.R.D.: Plague of Frogs)
B.P.R.D.: I morti (B.P.R.D.: The Dead)
B.P.R.D.: La fiamma nera (B.P.R.D.: The Black Flame)
B.P.R.D.: La macchina universale (B.P.R.D.: The Universal Machine)
B.P.R.D.: Il giardino delle anime (B.P.R.D.: Garden of Souls)
B.P.R.D.: Campo di battaglia (B.P.R.D.: Killing Ground)

LE AVVENTURE DI HELLBOY
Hellboy presenta: Le avventure di Hellboy (Hellboy Animated Volume 1: The Black Wedding)
Autori Vari

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Questo volume presenta alcune storie di Hellboy ispirate alla serie animata del demone rosso. Non si tratta di trasposizioni ma di storie inedite. La differenza con gli altri volumi è che si basa sul background narrativo della serie animata che si discosta leggermente dal fumetto originale di Mignola. Gli autori sono vari e Mignola viene comunque segnalato tra questi. Questo volume è alquanto gradevole, anche se non superbo.

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I disegni (come si può vedere dall’immagine qui a lato) si avvicinano molto di più a quelli di un cartone animato che a quelli di Mignola e anche le trame sono più leggere e concentrate più sull’azione. Un fumetto che si avvicina di più alle dinamiche e al personaggio di Hellboy conosciuto nei due film di Del Toro. Su di tutte spiccano le mini avventure del piccolo Hellboy.
Vi consiglio questo volume solo una volta recuperati tutti gli altri sopra elencati.
Di Hellboy in USA sono poi uscite altre storie ma non a sufficienza da essere raccolta ancora in volume. Ai fini di questa recensione elenchiamo solo quanto di pubblicato in Italia.


EPILOGO

Avevo già detto che Mike Mignola è un genio?
Guillermo del Toro

La recensione è dunque ora finita, in realtà è finita qualche riga più sopra, prima delle pubblicazioni. Nel finale vorrei raccontarvi la mia esperienza con Hellboy, del perché sia un grande fumetto spero sia riuscito a spiegarvelo, ora vorrei solo dirvi come ho scoperto il fumetto e come è diventato il mio preferito.

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Ho conosciuto Hellboy qualche anno fa vedendo il primo film di Guillermo del Toro, non mi piacque granché, il prologo lo trovai molto interessante, visivamente fantastico, poi man mano che la storia proseguiva non è riuscito ad entusiasmarmi più di troppo. E lo lasciai lì. Nel magazzino dei film piaciucchiati, ma non adorati. Nel frattempo continuo a leggere fumetti vari e negli ultimi due anni inizio ad approfondire maggiormente il mondo dei comics americani. Arriva il secondo film di Hellboy, inizialmente me ne frego abbastanza, poi vedo il trailer… caspita! Folgorato, davvero, convinto, la settimana dopo uscirà il secondo film di Batman, film atteso da anni, ma allo stesso tempo sono veramente voglioso di vedere il secondo film di Hellboy! Lo vedo, mi piace abbastanza, ma ancora non siamo all’innamoramento artistico. Dovrà passare ancora qualche mese, poi, quasi casualmente, sfoglio un topic su un forum di fumetti e mi imbatto in una pagina di Hellboy disegnata da Mignola: gasp! Occhi e bocca spalancati, il tratto lo trovo “strano” ma ha qualcosa di affascinante… magico (ma va?). E così in testa mi inizia a tamburellare una parola: Hellboy, Hellboy, Hellboy. Il primo giorno che passo in fumetteria compro i primi due volumi di Hellboy! Detto, fatto.

Leggo il primo e già a metà mi accorgo di una cosa: ma questo è esattamente il mio genere di storie preferite! Caspita adoro Hellboy! Leggo tutto velocemente, divoro i primi due albi in un lampo, i giorni seguenti corro a comprarne altri, completo la serie Hellboy nel giro di una settimana, nel frattempo avrò già letto gli albi tre volte. Entro in pieno trip di Hellboy, nel frattempo esce anche il DVD del secondo film, compro quello e recupero anche il primo film (ovviamente entrambi doppio disco), li riguardo e li trovo fantastici! Mi innamoro artisticamente anche di Del Toro, ascoltare il commento di “zio Mike” Mignola nel primo film di Hellboy diventa un’esperienza mistica. Mi sparo tutti gli speciali con fervido interesse. Nel frattempo compro pure BPRD e gli speciali disponibili.

Coinvolgo gli amici e faccio giocare a loro un gioco di ruolo con protagonisti Hellboy e gli altri personaggi del BPRD. Gli stessi poi in seguito hanno voluto leggere i volumi e tutti se ne sono innamorati. Io invece continuo a comprare qualsiasi cosa che abbia Mignola tra gli autori. Recupero Odissea Cosmica, fantastico, e Fafhrd e il Gray Mouser sempre con un Mignola da paura ai disegni. Sulla scrivania tre statuette di Hellboy, Abe Sapien e Lobster Johnson mi fissano mentre scrivo queste parole. E sono in cerca del cofanetto con i due cortometraggi animati, e in attesa della ristampa del primo volume di Storie dell’insolito.

Insomma, come avrete capito, per me scoprire Hellboy è stato davvero un piacere. Inoltre mi ha risolto gran parte dei problemi quando mi chiedevano, in ambito comics, scrittore preferito, disegnatore preferito, fumetto preferito e personaggio dei fumetti preferito. A queste quattro domande ho finalmente trovato risposta, e mi bastano anche solo due nomi: Mike Mignola e Hellboy.

Un ringraziamento particolare a Massimo Rubbino per la collaborazione.

Kate: E dopo quello?
Hellboy: Dove mi porta il vento.

A cura di Matteo Parma