Pk²

Ago 31, 2011

Pk² # 14 – L’Ultima Caccia

 

Penalizzata da una copertina un po’ bruttina, L’ultima caccia (Enna/Rigano) è una storia meravigliosa. Trovarsi una doppietta simile (la storia di Faraci lo scorso numero e questa adesso) faceva ben sperare i lettori, che si potevano gustare storie di qualità, anche se sempre avulse dal tema principale della serie.
Le capacità narrative e poetiche di Bruno Enna non sono estranee ai lettori di fumetto Disney e a quelli di PK in particolare, avendo regalato spesso ai pkers (prima e dopo quest’avventura) vere e proprie perle. Non si smentisce qui, dove ne approfitta per farci conoscere uno scorcio di passato di Tempest Gale, l’energica collega di Paperino alla Starcorp. Scopriamo la sua triste storia di quando era una recluta in una forza privata paramilitare, una storia di amicizia e tradimento. Ma il drammatico passato di Tempest sta per tornare in modo molto concreto, e sarà compito di un certo papero mascherato risolvere la situazione.
La storia si compone, oltre che azione, anche di frasi, concetti e situazioni molto poetici, tipici di Enna, che riesce a parlare dritto al cuore del lettore senza sembrare stucchevole o retorico, ma con la naturalezza di chi è bravo a raccontare belle storie, che ti lasciano dentro qualcosa. E a me la storia di Stevros il Gatto, vecchio amico e collega di Tempest, mi è rimasta dentro. “Non esiste una fine, se vivono i ricordi. E alcuni fanno più male di altri” è una frase che non ho mai dimenticato, e che mi commuove sempre. Applausi per Enna dunque, ma anche per il giovane Giovanni Rigano, qui alle prime esperienze nel mondo Disney dopo qualche “Ciak” e qualche storia per “Topolino”. Già qui il ragazzo sa mostrare tutto il suo talento alla prima prova su PK, un disegno moderno, cinetico, adattissimo alla natura delle tavole di PK, che lo ha fatto balzare già allora in cima ai miei disegnatori preferiti subito sotto Sciarrone.
E a proposito di disegno, è spettacolare la quarta di copertina del numero precedente, che pubblicizzava L’ultima caccia, con tre strisce che penso siano ad opera di Sciarrone veramente stupende!

Pk² # 15 – Il Vero Nemico

 

Inizia con questo numero quella che dalla copertina viene reclamizzata come The “Quadrilogy”. Un’altra copertina anonima di Urbano ci introduce infatti a Il vero nemico (Secchi/Turconi), storia in cui è lo stesso Paperinik che camminando avanti e indietro per la Century si arrovella sulle intenzioni e sulla figura di Everett Ducklair. Insomma, in pratica è come se dicesse al lettore “dopo un sacco di numeri filler che hanno allungato il brodo mentre tu volevi saperne di più della faccenda di Ducklair oltre al fatto che è un alieno, adesso mi sono rotto anch’io e voglio andare fino in fondo”. Infatti Pikappa decreta a Lyo di voler chiarire una volta per tutte il mistero Ducklair, dà priorità a questa faccenda. E lo fa riassumento gli eventi principali dei 14 numer precedenti, analizzando Korinna e Juniper, il caso dei chip impiantati nella mente di tranquilli cittadini, le antenne a rifrazione mistica e la sonda spaziale vista in Pk² # 9. Proprio da questa il nostro eroe decide di partire, scoprendo che Birgit Q la sta portando in qualche luogo misterioso. Le scene in cui Pikappa insegue e combatte la colonna di mezzi capitanata da Birgit è molto simile a quella vista in Pk² # 3, ma per fortuna stavolta uno sviluppo inedito è la disillusione di Birgit che ormai non ha più fiducia nel suo principale, e soprattutto motivo di godimento da parte del lettore è il flashback sul passato di Everett, che apprendiamo ascoltando il racconto che l’alieno fa a Juniper per spiegarle finalmente il motivo per cui è scappato da Corona e per il quale ha portato le figlie con sé. Capiamo così che Ducklair non è brutto e cattivo ma ha agito così per sottrarre le figlie a un destino che le avrebbe private delle emozioni e di una normale vita sociale per plasmare delle regine. Insomma, nuova luce si getta su Ducklair e su tutta la vicenda, tanto che vedendo i modi duri con cui Korinna tratta i bambini a cui fa da baby-sitter (modi che la fanno licenziare), vediamo un parallelo con l’educazione coroniana.
Buona storia, insomma, che prometteva molto, e con bei disegni di Turconi. Si poteva fare di più? Forse, ma allora questo numero era stato sufficiente per galvanizzarmi.

Pk² # 16 – Capitano di Ventura

 

Capitano di ventura(Sisti/fratelli Pastrovicchio) è da considerarsi quasi un secondo tempo di I Mastini dell’Universo (PKNA # 27). La copertina stavolta è convincente, se non fosse per il fatto che questo viene considerato come il secondo episodio della Quadrilogia in corso d’opera. Peccato che questa storia non c’entri proprio nulla con l’affare Ducklair, e infatti originariamente non era da includere in questa “saga conclusiva”. Ma appare chiaro a posteriori come questa Quadrilogia fosse nata in fretta e furia per chiudere al volo Pk² che aveva saputo creare pochi consensi e dare spazio al nuovo progetto che già bolliva in pentola. Non stupisce quindi vedere una storia già pronta essere buttata a caso nel minestrone che si stava creando. E se non fosse che la storia parla di tutt’altro da quello che ci si aspetta, sarebbe anche molto bella. Infatti anche chi come me non aveva mai letto del Colonnello Neopard non poteva non essere divertito e appassionato dal sergente Q’Wynkennon e dal carisma di Neopard in persona. Pikappa deve andare a salvare il vecchio amico che è finito dei guai in una delle sue battaglie da mercenario spaziale, e lo fa insieme al sergente di cui sopra, il cui divertimento sta nel linguaggio. Esso infatti è all’apparenza incomprensibile, e sicuramente lo è per Paperinik, ma prestando una certa attenzione si nota una “finezza” inserita da Sisti, già presente anche in PKNA # 27: il linguaggio del robot è dialetto milanese o comunque lombardo! La cosa risulta chiara nell’ultima vignetta a pagina 19 (“Soproh pikun tentankamee” suona come “son propi cuntent anca mi”, cioè “sono proprio contento anch’io”), così come nella pagine dopo “Halgg enò! Leyn seedifycil?” suona come “el ghè no! Lè in sì dificil?”, cioè “non c’è! E’ così difficile?”. E ce ne sarebbero a iosa di esempi così, in tutta la prima parte della storia. Questo inside joke è molto divertente, specie per la traduzione nelle didascalie che di solito rende più “dolci” alcune frasi che suonano più rudi nell’originale dialettale. Cosa analoga è successa in uno specchietto della rubrica Riportage dello scorso numero, in cui si forniva un dizionarietto italiano-alieno in cui il linguaggio extraterrestre si poteva ricondurre al dialetto milanese analogamente a quanto accade in quest’avventura.
Il divertimento è dato anche nelle prime tavole, quando l’apparizione dell’astronave fa scontrare Angus Fangus, che dà la colpa a Ducklair, con un’altra giornalista che vede come responsabile Pikappa, vecchia “vittima” proprio di Fangus. Ma non solo di divertimento vive questa bella storia, che si avvale anche di una parte di pura azione molto concitata e che comunque nasconde in sé risvolti simpatici e che fanno ridere. Una bella storia di PK, insomma, più che di Pk², inserita a caso in questo punto della continuity e questo tende un po’ a penalizzarla. I disegni dei due Pastrovicchio vede vincitore Lorenzo, che si riscatta dalle recenti cattive prove con un bel tratto, che sicuramente preferisco a quello comunque apprezzabile di Alessandro.

Pk² # 17 – Nel Fuoco

 

Si ritorna finalmente a parlare di Ducklair family. In Nel fuoco (Macchetto/Barbaro) infatti Korinna torna ad essere una minaccia per Paperopoli dopo la tranquilla parentesi come baby-sitter. Ruba un macchinario avveniristico dai laboratori del padre e grazie ad esso può provocare improvvisi e devastanti incendi in diverse zone della città, fino a incendiare la Ducklair Manor e a ricongiungersi con la sorella, vero obiettivo di questa sortita insieme a quello di creare un po’ di danni alla città e all’immagine del padre. Il tutto è stato realizzato con la complicità di Gordon Bekko (parodia del Gordon Gekko del film Wall Street), senior vice president della Ducklair Enterprise che ha complottato insieme a Birgit Q, che cercava un modo di vendicarsi di chi l’ha manovrata senza rispetto (vedi due numeri fa). Quello di Birgit è un risvolto molto interessante, in realtà, perché quando nel finale salta fuori il suo coinvolgimento emergono molto chiaramente le caratteristiche dei due più stretti collaboratori di Ducklair, che troppo spesso sono stati lasciati sullo sfondo: Boring è il vecchio e fidato alleato del principale, vero e proprio braccio destro, grande conoscitore dell’azienda e che ha fiducia cieca nel capo, qualunque cosa faccia (vedi istruzione delle antenne in Pk² # 7). Birgit è ambiziosa e giovane, quindi crede che il suo impegno e la sua devozione non vadano sempre alimentati ma debbano raggiungere presto un riconoscimento, un attestato di fiducia… se si sente presa in giro o manovrata, attacca senza pietà e con colpi bassi. Per questo a Boring lei fa schifo ormai, dopo che solitamente la riteneva solo troppo impulsiva e “rampante” per certi atteggiamenti deleteri. Un altro numero dove la contrapposizione tra i due e quindi tra le due filosofie di gestione di un’azienda enorme come quella di Everett Ducklair è il n. 8, dove Ambrosio riesce a inserire anche questo elemento adulto in Soltanto un amico, mostrando le mosse dei due per affrontare il problema dei chip rubati.
Comunque, alla fine Pikappa riesce a distruggere la macchina, Fangus ha nuovo materiale contro Ducklair, Paperinik è sempre più perplesso sul ruolo che le figlie hanno con gli atteggiamenti di Everett e Korinna e Juniper si sono riunite. E sono più cattive che mai, l’atteggiamento di odio latente che iniziava a circolare anche nella figlia bionda già dagli ultimi numeri del 2001 sono esplosi insieme alla rabbia di Korinna. Cosa accadrà ora?

Pk² # 18 – Affari di Famiglia

 

Col numero 18 della testata si chiude la serie di Pk². Durata molto poco, sicuramente meno di quelle che erano le intenzioni iniziali del progetto, la serie ha riscosso poco successo tra il pubblico dei più giovani per il target troppo adulto delle storie (che avvicinava tutto il progetto più a MM che al predecessore PKNA) e tra i pkers di vecchia data che erano troppo affezionati alle ambientazioni, ai personaggi e alle tematiche della prima, mitica saga. Questi probabilmente i motivi che hanno spinto il PK Team a chiudere anzitempo la baracca, risolvendo in modo repentino con questa fantomatica “Quadrilogia” tutti i casini della serie, cioè tutti i segreti dietro a Everett e famiglia. Affari di famiglia (Ambrosio/Gula) chiude la sequenza di quattro storie (che poi sarebbero tre, non contando l’imbucata Capitano di Ventura) in cui si parte dal fatto che Ducklair è un alieno per spiegare tutti i motivi che l’hanno spinto a fuggire da Corona con le figlie. Tre numeri fa abbiamo scoperto che la moglie di Everett, Serifa, voleva per Korinna e Juniper un futuro da regine, anche se questo voleva dire annullare le loro emozioni, e per salvaguardare le figlie Everett è arrivato sulla Terra. Ma dal numero scorso vediamo che le stesse sorelle sono molto pericolose, e ora che finalmente sono riuscite a riunirsi cosa accadrà? E’ presto detto: un losco piano delle due riesce a incastrare Everett, che viene creduto da tutto il mondo morto in un incidente aereo, mentre invece sta per essere condannato dalla sua prole, pronta a ereditare il suo impero economico per poi conquistare il nostro pianeta. Infatti le due ragazze sono ambiziose quanto la madre, e odiano il padre che le ha sottratte a un destino di comando, quindi decidono di prendersi la Terra come pianeta da dominare.
Paperinik deve cercare di entrare all’interno dell’intrigo e dare una mano a colui il quale è stato considerato il nemico per gran parte della serie,  per combattere un pericolo più grande. Insomma, battaglia o scontro poco e niente, ma Ambrosio è bravo a scrivere una storia che, in fondo, ha l’ingrato compito di condensare un finale che avrebbe dovuto prendersi tempi diversi e risvolti molto diversi. Voci di corrido dicono che la conclusione avrebbe dovuto svolgersi su Corona e avrebbe visto lo scontro con Serifa, mentre qui si è dovuto rendere nemici al 100% le due figlie. Ma, dicevo, nonostante ciò la storia fila abbastanza bene, e i momenti di commozione non mancano, con la figura di un Ducklair più umano che mai.
Sul lato della vita privata di Paperino, vediamo che Rupert Potomac riesce sia a conquistare (e a fare la proposta) a Stella Nice, e inoltre guadagna i gradi di Mortimer Bloom che va in pensione, come annunciato nel # 12, e che decreta la sua scelta con un discorso che ancora mi fa complimentare con Ambrosio. Angus intanto non crede alla notizia della scomparsa di Everett, e si ripromette di indagare a fondo senza mollare la notizia, e Paperinik si chiede se questa è davvero la fine, osservando Everett che riparte per Corona riportando là le figlie perché decidano da sole il loro destino. In effetti è la fine delle “new adventures” di Paperinik targate PK, dato che il mese successivo sarebbe iniziatola terza serie di PK, detta da alcuni detrattori “Frittole”, che anche se considerato come la terza serie di PK come ben sappiamo non continua questi avvenimento ma si svolge in una realtà parallela.
I disegni di Gula sono ottimi, a parte alcuni imperfezioni fornisce un’ulteriore prova della sua grande abilità che lo rende uno dei miei disegnatori preferiti, e lo si vede nel tratteggiare Pikappa, Everett e le sue due figlie.

Che dire a conclusione di questo lavoro? Come ho detto all’inizio, Pk² è una serie a cui sono affezionato, pure ai numeri filler, pure agli apparenti “andar per campi”, pure per i pasticci, pure per gli ultimi numeri che risentono un po’ della chiusura affrettata, fatta non solo per il poco successo di questa seconda serie ma anche in vista del videogioco “Chi è PK?” e dell’esportazione del fumetto negli USA. Ha segnato un periodo particolare della mie giovinezza preadolescenziale, l’ho apprezzato per le storie diverse da quelle che “Topolino” proponeva e mi ha insegnato ad amare PK, il suo mondo e i suoi personaggi tanto da fidelizzarmi e farmi recuperare la prima saga. Ed è con questo amore che ho costruito quest’analisi, sull’onda della memoria mista a una recente rilettura degli albi, e anche per mostrare luci e ombre di questa saga. Sentivo che c’era il bisogno di andare a fondo per doverosa attenzione ad un fumetto molto adulto consideratolo come prodotto Disney, che ha avuto però una vita editoriale così travagliata e una fine così veloce che ha causato sia consensi che critiche, e anche a posteriori è difficile sentire un parere deciso su Pk². Nemmeno io lo so o voglio dare, ma spero che oltre a divulgare la conoscenza di questa serie e di queste storie, possa servire da spunto per nuove riflessioni più ragionate su questi 18 numeri.