Qualcosa di meraviglioso.
Un fumetto semplicemente superbo, scontro generazionale ma anche metafora di modi diversi di intendere il mondo dei "Comics": ci sono gli anni 90', popolati da tutti gli storpiatori della lezione revisionista anni 80', interpretati simbolicamente da una nuova generazione di eroi, violenta e priva di freni inibitori, poi c'è la tradizione, il super-eroe ingenuo e primogenito, rappresentata dal Superman di Shuster, dalla DC di Bob Kane, ma anche dalla Timely comics, dalla Fawcett, e in mezzo a questi due gladiatori c'è la componente famigliare, figli o discendenti di eroi che decidono di continuare la tradizione, di prendere la maschera, continuatori di quella tradizione editoriale e di quella continuity di cui la Dc si può vantare e che la Marvel può solo invidiare.
Kingdom come è tutto questo, ma è anche (e forse prima di tutto), una bella storia, lirica e epica come poche, narrata e disegnata con tanto amore e immensa passione. Ross è più divino del solito, certosino nei dettagli, maniacale nella cura dei costumi (come si può notare anche nei suoi commenti alle tavole, presenti nei due volumi Planeta) ed evocativo come non mai, Waid è la persona giusta nel posto giustissimo, probabilmente nato per scrivere questa storia, porta avanti la narrazione con maestria totale, traghettando il lettore, appassionandolo e scuotendolo a suo piacimento, come nemmeno un potente incantesimo riuscirebbe a fare.
10/10: Letteralmente, Imprescindibile.
Spoiler :
Il finale è la mia parte preferita, ho interpretato quella scenetta così intima tra Bruce, Clark e Diana come una vera e propria dichiarazione stilistica, probabilmente valida per il futuro, di Ross.
Il figlio di Supes e Wonder Woman dovrà crescere rispettoso della tradizione e degli antichi ideale che i suoi genitori rappresentano, ma allo stesso tempo dovrà adatttarsi e seguire le problematiche attuali dell'uomo come solo Bruce saprebbe fare, così come, allo stesso modo, il fumetto americano dovrà svilupparsi seguendo le medesime linee guida, proponendo tematiche e personaggi moderni ma tenendo sempre conto della sua storia e delle sue origini.
Probabilmente la mia è una visione un pò troppo simbolica o forzata, però allo stesso tempo non posso fare a meno di pensare che Ross abbia voluto seguire questo intento durante la scrittura.