Sto rileggendo alcuni vecchi volumi di Spider-Man recuperi negli anni, sull’onda della recente esposizione mediatica del personaggio, quasi tutti appartenenti alla collana delle Storie Indimenticabili uscita a suo tempo come allegato da edicola e ora recuperabili qua e là nel mercato dell’usato.
In alcuni casi ho anche comprato negli ultimi mesi ulteriori volumi, che ho quindi letto per la prima volta: è il caso di quello che raccoglieva i primi numeri di Spider-Man di Todd McFarlane, che mi sono gustato con interesse storico. Lo stile del disegnatore è celebre, ma avevo effettivamente letto pochi fumetti realizzati da lui. Torment e Maschere sono due buone avventure, anche lette a quasi trent’anni di distanza, soprattutto per l’atmosfera cupa e “dannata” che vi si respirava. Se c’è un limite che ho trovato, in effetti, sta proprio nel succo delle trame: o succede poco di fattivo, o quel che accade è un mix di elementi (gotici, in questo caso) piuttosto tipici e presi da varie ispirazioni. Poco male, comunque: è questo uno di quei casi in cui il “come” vale più del “cosa”, ed è evidente che le storie sono al servizio dei disegni, dello stile grafico assolutamente peculiare dell’autore, ed entro certi limiti va bene anche così.
Le didascalie di pensiero, per esempio, per quanto coerenti con il mood narrativo impostato, alla lunga pesano un po’ e rallentano la lettura.
Non sono al 100% in sintonia con il tratto di McFarlane, che in alcuni casi è eccessivo, ma ne riconosco il fascino e la perizia. Esalta, questo è certo.