La Dottrina - di Alessandro Bilotta e Carmine DiGiandomenico

Aperto da American_Gaijin89, 13 Maggio 2010, 00:49:00

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katzenberg

Citazione di: Solomon il 19 Aprile 2019, 18:27:52
Sì, hanno usato un tipo di carta molto pesante che forza a spalancare bene il volume pur di aprirlo, con il rischio - non particolarmente basso - di spaccare la costina...
Per 13 euro ci sta, non mi lamento.

Infatti quel 16€ mi sa che era il prezzo giusto... :ahsisi:

Solomon

#91
La miseria, che trip.

Innanzitutto il formato è assolutamente inadeguato. Se è comprensibile che sia stato adottato per questo volume così corposo (a usare dimensioni maggiori forse sarebbe stato troppo costoso), vedo che però anche i volumetti singoli pubblicati ai tempi dalla Magic Press erano in 17x24 cm. La svolta che avviene fra secondo e terzo episodio, con il passaggio a una colorazione digitale 1) orrenda, e 2) particolarmente scura, rende difficile la decifrazione delle ultime due parti, che guarda caso sono quelle più propriamente mindfuck (per usare un eufemismo). I disegni di Di Giandomenico erano già abbastanza sgradevoli e imprecisi nelle prime due parti (specialmente nella definizione dei visi: già nella primissima sequenza, se non si legge con attenzione, si può fare fatica a distinguere fra Zeccaria e la donna), ma almeno in quel caso la colorazione era piacevole e non controproducente (mi ha ricordato un po' le tinte acide del miglior Liberatore).

Che Bilotta godesse un po' nello sbrodolarsi addosso lo avevo già capito con Mercurio Loi. Lo dico senza cattiveria: io MerLo l'ho sempre difesa. Fino agli ultimi episodi - che in realtà sono proprio quelli più lineari e immediati -, con i quali l'autore ha TRADITO 1) lo spirito che aveva permeato fino a quel momento il fumetto e 2) me lettore che lo avevo seguito fino ad allora. Mi è piaciuto il modo ingarbugliato con cui Bilotta ha gestito la prima metà della serie, e di fronte ad alcuni episodi altamente lirici come La testa di Pasquino (uno dei più begli albi bonelliani che abbia mai letto) e Il cuoco mascherato ho avuto davvero l'impressione di essere davanti a un autore in stato di grazia.
In questa Dottrina, invece, c'è lo sbrodolamento e basta. Qualcuno nelle pagine precedenti tirava in ballo a diverso titolo Grant Morrison. Il paragone è davvero azzeccato. Una storia semplicissima e scontata come poche (siamo ancora al "tutto cambi perché niente cambi"?), nella quale l'autore butta in mezzo di tutto e di più per il puro gusto di farlo. Se i primi due volumi, lineari, pagano davvero lo scotto dell'ispirazione a V for Vendetta, a partire dall'episodio del "cocomero" - che ancora fatico a decifrare - Bilotta mi ha completamente perso. Ci sono intere sequenze criptiche e che non ho assolutamente capito a che scopo servissero. Il paragone fra Zeccaria e l'"investigatore", il senso del personaggio dell'artista Anco, il semplice svolgimento (della serie "che cosa viene prima e dopo?") delle scene nella "fattoria". E potrei continuare.
Ma soprattutto che cosa rimane alla fine? Che cosa ci ha detto di originale? Niente. La conclusione è delle più disarmanti che abbia mai visto, e paradossalmente sarebbe assolutamente comprensibile anche senza aver letto quasi nulla delle duecento e fischia pagine precedenti.

Rileggevo qualche settimana fa S.O.S. Felicità di Van Hamme e Griffo, in occasione della recente ristampa della Gazzetta. Sono due opere a mio parere davvero affiancabili, nel messaggio che vogliono lanciare e tutto sommato anche nella loro struttura generale (tanti piccoli episodi che compongono un mosaico più vasto).
Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.
Ma quanta piccola e garbata intelligenza nel fumetto di Van Hamme! E senza mai autocompiacersi o inserire a caso sequenze in fotoromanzo degli autori che cercano di complicare ulteriormente la vita del lettore.

Skip James

Domani me lo sparo in vena

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franck3971


Paolo Papa

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