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Dylan Dog - di Tiziano Sclavi 4.0

Aperto da Azrael, 16 Febbraio 2016, 16:01:19

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Akhir

Citazione di: Joe Kerr il 05 Settembre 2017, 07:49:40
Finito di (ri)leggere Gli Uccisori. Sempre un ottimo albo, è vero alcune cose sono fuori personaggio (di ora), ma a me piace ugualmente, anzi gli da un qualcosa in più. Redazionali come sempre molto belli, che entrano perfettamente in sintonia con l'albo del mese. Che dite le storie in due parti tipo Il Castello Della Paura/La Dama In Nero vedranno mai luce su questa serie? Magari in un unico albo?

Lo spero visto che è una delle mie preferite anche se l'albo unico lo vedo difficile :sisi:

movieseeker84

Letto l'ultimo numero, "Il Bianco e il Nero", e la coppia Barbato-Roi colpisce ancora.

Quando le prime 24 pagine di questa storia vennero pubblicate un anno fa, nel primo numero della collana allegata alla Gazzetta "Il Nero della Paura", fu chiaro a tutti che c'era un forte senso d'incompiuto. Come se la storia non fosse conclusa lì, come se fosse solo un lungo incipit per una narrazione più lunga.
Così in effetti è stato, quella storia breve altro non era che una inedita anticipazione di un albo che avrebbe calcato le edicole più di un anno dopo.
Così rieccoci a leggere nuovamente queste pagine, un lieve adattamento pro continuity nella seconda vignetta a pagina 8, e finalmente il quadro di ciò che Paola Barbato e Corrado Roi volevano raccontarci si dipana davanti a noi in tutto il suo tetro fascino di favola nera.
Perché è questo che è "Il Bianco e il Nero": un'affascinante favola, che conserva con il genere tutto un senso e una struttura di fondo.
Se dopo averla letta infatti, provate a pensarla in prosa, come se la steste raccontando ad un pargolo, vi rendereste conto che in fondo il gioco sulla cui architrave si fonda la storia è tutto in questo semplice concetto, la bicromia tradizionale bonelliana che diventa la vera forza ed essenza della storia.
E se c'è una cosa che la Barbato e Roi in tandem hanno dimostrato di saper costruire è proprio la favola nera. Il loro "UT" ne è la prova lampante e infatti ancora una volta, ai disegni, ritroviamo un Roi ispiratissimo da queste ambientazioni e tematiche, le tavole di questo numero sono piene di quei neri e di quelle tinte che lui sa padroneggiare come pochi altri.
Certe tavole, come quelle delle pagine 22, 25, 46, 56 e l'evocativa splash page di pagina 69 ne sono chiara dimostrazione d'intenti.
Ma come il fulcro della storia, anche nel bianco Roi sa colpire con una zampata precisa: lo dimostra pagina 36, un'altra splash page, di diritto la tavola migliore di tutto l'albo, solo in apparenza semplicistica. Quegli occhi, quell'uso delle ombre e dei neri sono puro spettacolo.
Ma se questa storia è una favola, seppur nera, dovrà per forza di cose contenere anche una propria morale, giusto? Esatto, perché, nonostante intorno alla metà della storia sembra quasi che la Barbato stia solo cercando di prendere tempo, in realtà sta preparando il terreno per l'entrata in scena di una dama con cui il nostro Dylan intesse uno stretto rapporto da tanto, troppo tempo.
E la sua apparizione rende chiaro il sottile messaggio che si vuole mandare al lettore: i tempi sono cambiati, ci siamo assuefatti a certe tematiche, ad un certo tipo di orrore, ad un meccanismo della paura che ormai non ci basta più, ne vogliamo ancora e ancora, ricercando un brivido antico che non potrà tornare. Forse un messaggio a tutti quei lettori che anelano un ritorno al vecchio Dylan non capendo che il vecchio Dylan non potrebbe mai essere lo stesso perché non lo siamo più neanche noi? Che quella paura si è fatta altra, che quel brivido oggi si è necessariamente mutato in qualcosa che stentiamo a riconoscere, persi nell'annosa ricerca di qualcosa di più forte ed inebriante?
Forse sì, forse no.
Quella è una risposta che sta a noi trovare tra le pieghe della pagine, in quel bianco tra una vignetta e l'altra. Non sta neanche alla Barbato fornircela, a lei sta solo raccontare di come Dylan sia un uomo, come tutti, affetto dalle proprie dipendenze. Un Dylan che ha combattuto l'alcolismo, ma che al tempo stesso ha sostituito il bere con qualcos'altro, qualcosa di più intimo ed intrinseco nel suo stesso DNA. Un Dylan con cui l'autrice mostra una sorta di romantica ironia, prendendosi gioco del suo carattere e del suo fascino con le donne, altro grande topos Dylaniato.
Una bella storia, questa "Il Bianco e il Nero". Come ho già detto, quando la Barbato e Roi lavorano insieme, in qualche modo, riescono a regalare al lettore una lettura che scorre, non annoia, a tratti diverte persino, e che le tavole di un grande disegnatore rendono a suo modo degna di un pizzico di memoria in più.
Perché, in fondo, anche noi lettori di DYD viviamo nella paura: quel brivido, sottile ma ormai assuefatto, che ancora una volta abbiamo speso i nostri soldi per un albo non davvero all'altezza.
Non è questo il caso, credetemi.

Illmatic

Citazione di: movieseeker84 il 05 Settembre 2017, 18:02:37
Letto l'ultimo numero, "Il Bianco e il Nero", e la coppia Barbato-Roi colpisce ancora.

Quando le prime 24 pagine di questa storia vennero pubblicate un anno fa, nel primo numero della collana allegata alla Gazzetta "Il Nero della Paura", fu chiaro a tutti che c'era un forte senso d'incompiuto. Come se la storia non fosse conclusa lì, come se fosse solo un lungo incipit per una narrazione più lunga.
Così in effetti è stato, quella storia breve altro non era che una inedita anticipazione di un albo che avrebbe calcato le edicole più di un anno dopo.
Così rieccoci a leggere nuovamente queste pagine, un lieve adattamento pro continuity nella seconda vignetta a pagina 8, e finalmente il quadro di ciò che Paola Barbato e Corrado Roi volevano raccontarci si dipana davanti a noi in tutto il suo tetro fascino di favola nera.
Perché è questo che è "Il Bianco e il Nero": un'affascinante favola, che conserva con il genere tutto un senso e una struttura di fondo.
Se dopo averla letta infatti, provate a pensarla in prosa, come se la steste raccontando ad un pargolo, vi rendereste conto che in fondo il gioco sulla cui architrave si fonda la storia è tutto in questo semplice concetto, la bicromia tradizionale bonelliana che diventa la vera forza ed essenza della storia.
E se c'è una cosa che la Barbato e Roi in tandem hanno dimostrato di saper costruire è proprio la favola nera. Il loro "UT" ne è la prova lampante e infatti ancora una volta, ai disegni, ritroviamo un Roi ispiratissimo da queste ambientazioni e tematiche, le tavole di questo numero sono piene di quei neri e di quelle tinte che lui sa padroneggiare come pochi altri.
Certe tavole, come quelle delle pagine 22, 25, 46, 56 e l'evocativa splash page di pagina 69 ne sono chiara dimostrazione d'intenti.
Ma come il fulcro della storia, anche nel bianco Roi sa colpire con una zampata precisa: lo dimostra pagina 36, un'altra splash page, di diritto la tavola migliore di tutto l'albo, solo in apparenza semplicistica. Quegli occhi, quell'uso delle ombre e dei neri sono puro spettacolo.
Ma se questa storia è una favola, seppur nera, dovrà per forza di cose contenere anche una propria morale, giusto? Esatto, perché, nonostante intorno alla metà della storia sembra quasi che la Barbato stia solo cercando di prendere tempo, in realtà sta preparando il terreno per l'entrata in scena di una dama con cui il nostro Dylan intesse uno stretto rapporto da tanto, troppo tempo.
E la sua apparizione rende chiaro il sottile messaggio che si vuole mandare al lettore: i tempi sono cambiati, ci siamo assuefatti a certe tematiche, ad un certo tipo di orrore, ad un meccanismo della paura che ormai non ci basta più, ne vogliamo ancora e ancora, ricercando un brivido antico che non potrà tornare. Forse un messaggio a tutti quei lettori che anelano un ritorno al vecchio Dylan non capendo che il vecchio Dylan non potrebbe mai essere lo stesso perché non lo siamo più neanche noi? Che quella paura si è fatta altra, che quel brivido oggi si è necessariamente mutato in qualcosa che stentiamo a riconoscere, persi nell'annosa ricerca di qualcosa di più forte ed inebriante?
Forse sì, forse no.
Quella è una risposta che sta a noi trovare tra le pieghe della pagine, in quel bianco tra una vignetta e l'altra. Non sta neanche alla Barbato fornircela, a lei sta solo raccontare di come Dylan sia un uomo, come tutti, affetto dalle proprie dipendenze. Un Dylan che ha combattuto l'alcolismo, ma che al tempo stesso ha sostituito il bere con qualcos'altro, qualcosa di più intimo ed intrinseco nel suo stesso DNA. Un Dylan con cui l'autrice mostra una sorta di romantica ironia, prendendosi gioco del suo carattere e del suo fascino con le donne, altro grande topos Dylaniato.
Una bella storia, questa "Il Bianco e il Nero". Come ho già detto, quando la Barbato e Roi lavorano insieme, in qualche modo, riescono a regalare al lettore una lettura che scorre, non annoia, a tratti diverte persino, e che le tavole di un grande disegnatore rendono a suo modo degna di un pizzico di memoria in più.
Perché, in fondo, anche noi lettori di DYD viviamo nella paura: quel brivido, sottile ma ormai assuefatto, che ancora una volta abbiamo speso i nostri soldi per un albo non davvero all'altezza.
Non è questo il caso, credetemi.
Davvero un bel commento!
Lo condivido in pieno, e "favola nera" è decisamente una definizione azzeccata.

Nel frattempo, ho recuperato un vecchio DD di Sclavi, il 31 Grand Guignol. Divertente, ma dopo un po' il meccanismo narrativo alla base di questa storia diventa un po' stucchevole.

Frank Miller

Letto il bianco e nero.

Ottimi i disegni di Roi, che adoro su DD, ma questa è una costante.
La storia, o favola nera come, com più opportunamente, l'avete definita sopra mi è piaciuta anche se poteva essere concentrata un pò. Secondo me sarebbe stata perfetta su una 50ina di pagine.
Mi ha ricordato, vagamente, le storie di Sandman per il modo onirico di costruire e raccontare il mondo della paura in luogo di quello del sogno. Verrò offeso per questo paragone... :lolle:

"Avremmo potuto cambiare il mondo..e ora guardaci..io sono diventato un problema politico e tu..tu sei una barzelletta...voglio che ricordi, Clark..negli anni che verranno..nei tuoi momenti più intimi..voglio che ricordi la mia mano attorno alla tua gola..voglio che ricordi l'unico uomo che ti ha battuto.."

Bramo

#1354
Citazione di: Mordecai Wayne il 01 Settembre 2017, 18:08:21
Il Dylan Dog di Tiziano Sclavi n. 5, mensile
Gli Uccisori


Soggetto: Tiziano Sclavi
Sceneggiatura: Tiziano Sclavi
Disegni: Luca Dell'Uomo
Copertina: Gigi Cavenago
Colori: GFB Comics e Luca Bertelé
Comprato e letto!
E gradito: sicuramente si tratta del titolo meno "best of" della testata, tra quelli usciti finora, e lo afferma Roberto Recchioni stesso nell'introduzione, svelando che il titolo è stato scelto in quanto rappresenta il suo primissimo incontro, da ragazzino, con il personaggio.
Eppure a me ha preso: una trama molto semplice, uno sviluppo lineare e una risoluzione un po' facilona non minano comunque un insieme che è più della somma delle parti e che è una storia che intrattiene, inquieta e diverte. Non solo, ma con il suo avere nella parte dei "mostri del mese" i comuni cittadini tocca una delle corde che a me più intrigano nella rappresentazione dell'orrore.
L'ho trovato un Tiziano Sclavi divertito, con tutto l'entusiasmo degli esordi di una testata, e capace pur con tutte le incongruenze del caso di muovere il suo personaggio in maniera efficace e di creare in modo convincente un'atmosfera tesa. Molto buono è anche il lavoro di Luca Dell'Uomo ai disegni, con un tratto sobrio ma che offre grande cura soprattutto nei volti.
Andrea "Bramo"

Scrivo per:
LoSpazioBianco.it: nel cuore del fumetto!
www.lospaziobianco.it

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Kenshiro

Ho visto che il prossimo inedito è scritto dai Paguri, spero in un cameo di Don Zauker. :ahsisi:
Non muore mai ciò che in eterno può aspettare,
E dopo strane ere anche la morte muore.

eX Gon Freecss

Mordecai Wayne



Speciale Dylan Dog n. 31, annuale
Nemico Pubblico n.1


Soggetto e sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni: Sergio Gerasi
Copertina: Marco Mastrazzo


Nel futuro alternativo di Dylan Dog, flagellato da orde di ritornanti, riappare in scena una figura chiave del passato: Xabaras. Ma che cosa rappresenta ora, per Dylan e per l'intera umanità? È ancora la sua nemesi? Può costituire ancora una minaccia, nonostante la forma fisica non delle migliori? Nel frattempo, una nuova e sconvolgente sorpresa si profila all'orizzonte...


In uscita il 21/09/2017

Anteprima:

Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.
Van Helsing: A moment ago, I stumbled upon a most amazing phenomena. Something so incredible, I mistrust my own judgement.
Look!


stegashop

appena riletti lo speciale 29 e 30 ... non vedo l'ora di leggere questo...
non ho letto moltissimo di dylan ma questi di bilotta sono stupendi

Leonard13

"Le Meraviglie sono qui per restare. E ce ne sono sempre di più. Citizen V, la Trottola, Blue Diamond... Se volessi, potrei continuare ad aspettare, ma questo fermerebbe solo me, non loro. E la cosa che vidi quando fui su quel palazzo e quell'onda iniziò a infrangersi intorno a me è che non saranno loro ad adattarsi a noi. Ormai il mondo è diverso. Le regole sono cambiate. Per sempre. E nessuno ha idea di cosa ci riserverà il futuro. Però la sai una cosa? Scoprirlo sarà un gran divertimento!"
Marvels,Kurt Busiek.

"Stai cominciando a capire, Clark, questa è la fine, per tutti e due. Avremmo potuto cambiare il mondo, e ora guardaci. Io sono diventato un problema politico, e tu... tu sei una barzelletta. Voglio che ricordi, Clark, negli anni che verranno, nei tuoi momenti più intimi, voglio che ricordi la mia mano, attorno alla tua gola, voglio che ricordi... l'unico uomo che ti ha battuto."
Il Ritono Del Cavaliere Oscuro,Frank Miller.

"E io...gli ho mostrato,che un uomo senza speranza è un uomo senza paura."
Devil Rinascita,Frank Miller.

Paolo Papa

Citazione di: stegashop il 18 Settembre 2017, 12:55:51
appena riletti lo speciale 29 e 30 ... non vedo l'ora di leggere questo...
non ho letto moltissimo di dylan ma questi di bilotta sono stupendi

Ho fatto la stessa cosa per prepararmi al meglio a questo nuovo numeri.

Cacchio, quanto sono belli, quante cose ci mette dentro. Imperdibili
vendo tanti fumetti ALAN MOORE, ATTICA, FRANK MILLER, PANINI, BAO, SALDAPRESS, MAGIC PRESS, BD, BONELLI, MONDADORI, MANGA, ETC

http://www.dcleaguers.it/forum/mercatino/(na)-vendo-grandi-saghe-planeta-nathan-never-brendon-altro/

eddiekrueger

Anche quest'ultimo speciale una vera perla :wub:
Un Bilotta, una garanzia!

Paolo Papa

Citazione di: eddiekrueger il 23 Settembre 2017, 10:15:58
Anche quest'ultimo speciale una vera perla :wub:
Un Bilotta, una garanzia!

Davvero! Una storia atipica e pazzeca, di una bellezza unica!

Si sa già chi disegna la prossima?
vendo tanti fumetti ALAN MOORE, ATTICA, FRANK MILLER, PANINI, BAO, SALDAPRESS, MAGIC PRESS, BD, BONELLI, MONDADORI, MANGA, ETC

http://www.dcleaguers.it/forum/mercatino/(na)-vendo-grandi-saghe-planeta-nathan-never-brendon-altro/

stegashop

grande bilotta ancora una volta ... con un finale che, almeno io, non mi aspettavo per niente.
peccato che sia annuale , però vista la qualità mi va bene così.
leggetelo , perché merita veramente

Mordecai Wayne

Citazione di: movieseeker84 il 05 Settembre 2017, 18:02:37
Letto l'ultimo numero, "Il Bianco e il Nero", e la coppia Barbato-Roi colpisce ancora.

Quando le prime 24 pagine di questa storia vennero pubblicate un anno fa, nel primo numero della collana allegata alla Gazzetta "Il Nero della Paura", fu chiaro a tutti che c'era un forte senso d'incompiuto. Come se la storia non fosse conclusa lì, come se fosse solo un lungo incipit per una narrazione più lunga.
Così in effetti è stato, quella storia breve altro non era che una inedita anticipazione di un albo che avrebbe calcato le edicole più di un anno dopo.
Così rieccoci a leggere nuovamente queste pagine, un lieve adattamento pro continuity nella seconda vignetta a pagina 8, e finalmente il quadro di ciò che Paola Barbato e Corrado Roi volevano raccontarci si dipana davanti a noi in tutto il suo tetro fascino di favola nera.
Perché è questo che è "Il Bianco e il Nero": un'affascinante favola, che conserva con il genere tutto un senso e una struttura di fondo.
Se dopo averla letta infatti, provate a pensarla in prosa, come se la steste raccontando ad un pargolo, vi rendereste conto che in fondo il gioco sulla cui architrave si fonda la storia è tutto in questo semplice concetto, la bicromia tradizionale bonelliana che diventa la vera forza ed essenza della storia.
E se c'è una cosa che la Barbato e Roi in tandem hanno dimostrato di saper costruire è proprio la favola nera. Il loro "UT" ne è la prova lampante e infatti ancora una volta, ai disegni, ritroviamo un Roi ispiratissimo da queste ambientazioni e tematiche, le tavole di questo numero sono piene di quei neri e di quelle tinte che lui sa padroneggiare come pochi altri.
Certe tavole, come quelle delle pagine 22, 25, 46, 56 e l'evocativa splash page di pagina 69 ne sono chiara dimostrazione d'intenti.
Ma come il fulcro della storia, anche nel bianco Roi sa colpire con una zampata precisa: lo dimostra pagina 36, un'altra splash page, di diritto la tavola migliore di tutto l'albo, solo in apparenza semplicistica. Quegli occhi, quell'uso delle ombre e dei neri sono puro spettacolo.
Ma se questa storia è una favola, seppur nera, dovrà per forza di cose contenere anche una propria morale, giusto? Esatto, perché, nonostante intorno alla metà della storia sembra quasi che la Barbato stia solo cercando di prendere tempo, in realtà sta preparando il terreno per l'entrata in scena di una dama con cui il nostro Dylan intesse uno stretto rapporto da tanto, troppo tempo.
E la sua apparizione rende chiaro il sottile messaggio che si vuole mandare al lettore: i tempi sono cambiati, ci siamo assuefatti a certe tematiche, ad un certo tipo di orrore, ad un meccanismo della paura che ormai non ci basta più, ne vogliamo ancora e ancora, ricercando un brivido antico che non potrà tornare. Forse un messaggio a tutti quei lettori che anelano un ritorno al vecchio Dylan non capendo che il vecchio Dylan non potrebbe mai essere lo stesso perché non lo siamo più neanche noi? Che quella paura si è fatta altra, che quel brivido oggi si è necessariamente mutato in qualcosa che stentiamo a riconoscere, persi nell'annosa ricerca di qualcosa di più forte ed inebriante?
Forse sì, forse no.
Quella è una risposta che sta a noi trovare tra le pieghe della pagine, in quel bianco tra una vignetta e l'altra. Non sta neanche alla Barbato fornircela, a lei sta solo raccontare di come Dylan sia un uomo, come tutti, affetto dalle proprie dipendenze. Un Dylan che ha combattuto l'alcolismo, ma che al tempo stesso ha sostituito il bere con qualcos'altro, qualcosa di più intimo ed intrinseco nel suo stesso DNA. Un Dylan con cui l'autrice mostra una sorta di romantica ironia, prendendosi gioco del suo carattere e del suo fascino con le donne, altro grande topos Dylaniato.
Una bella storia, questa "Il Bianco e il Nero". Come ho già detto, quando la Barbato e Roi lavorano insieme, in qualche modo, riescono a regalare al lettore una lettura che scorre, non annoia, a tratti diverte persino, e che le tavole di un grande disegnatore rendono a suo modo degna di un pizzico di memoria in più.
Perché, in fondo, anche noi lettori di DYD viviamo nella paura: quel brivido, sottile ma ormai assuefatto, che ancora una volta abbiamo speso i nostri soldi per un albo non davvero all'altezza.
Non è questo il caso, credetemi.
Ottimo commento così com'è ottimo l'ultimo inedito che, anche solo per i disegni di Roi, andrebbe letto e riletto.
Se poi agli stessi viene coniugata una storia bella ed efficace come questa allora vuol dire che ci troviamo tra le mani un vero e proprio gioiello.

Voto: 9
Van Helsing: A moment ago, I stumbled upon a most amazing phenomena. Something so incredible, I mistrust my own judgement.
Look!


Mordecai Wayne



Dylan Dog n. 373, mensile
La fiamma


Soggetto e sceneggiatura: Emiliano Pagani
Disegni: Daniele Caluri
Copertina: Gigi Cavenago


Londra sta bruciando! In un quartiere periferico, le tensioni sociali a lungo sopite, hanno trovato una valvola di sfogo nelle proteste contro l'ampliamento della nuova discarica. Dopo giorni di proteste pacifiche, che tuttavia creavano disagio al traffico e ai lavori, la polizia mandata a presidiare la discarica ha deciso di intervenire per disperdere i manifestanti. Dylan Dog si ritrova al centro dei violentissimi dissidi che ne scaturiranno.


In uscita il 29/09/2017

Anteprima:

Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.
Van Helsing: A moment ago, I stumbled upon a most amazing phenomena. Something so incredible, I mistrust my own judgement.
Look!