Parliamo dell'editoria italiana in generale

Aperto da Zannabianca15, 28 Agosto 2010, 19:41:40

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Zannabianca15

Ho aperto questo topic per parlare un po' dell'editoria italiana in generale.
Il fatto è che io sono un aspirante fumettista, e non vedo molte possibilità di lavoro in Italia.

Io sono sempre stato un lettore di fumetti italiani: da piccolo leggevo Tex (mio padre ha tutti i numeri, e adesso me li sto rileggendo tutti), il Comandante Mark, e i vari Topolino e PK (una delle migliori produzioni italiane, secondo me)...
Quindi non offendetevi se dico queste parole. Il fumetto che oggigiorno vale veramente, in Italia, è solo il fumetto d'autore (per intenderci, quello di Gipi, Davide Toffolo, Makkox, ecc.).
Non so se lo avete notato, ma il fumetto italiano commerciale che vende è sempre tutto uguale.
C'è l'eroe protagonista che in ogni numero ha delle avventure diverse (che di diverso poi non hanno granchè). Punto. Non c'è nulla di diverso.
Ho iniziato a comprare qualche serie della Starcomics recente, come Cornelio, Trigger o l'altro sui vampiri di cui non ricordo il nome.
A parte Trigger, l'unico interessante anche se poi ha chiuso, tutto il resto è noia mortale.
Di interessante ho letto Caravan, ma si vede come gli autori non sono capaci a fare miniserie, e Lilith, che non so ancora come giudicarlo.

Secondo la mia opinione, è sbagliato proprio come si fa il fumetto in Italia. Non c'è spazio per i nuovi fumettisti e, se riescono a trovare lavoro, l'unica cosa che possono fare è disegnare una storia commerciale inventata da un editore che, per non perdere lettori, pubblica sempre le medesime cose. E disegnare e pubblicare un fumetto creato da una persona sola è fuori discussione: gli editori non vogliono perdere soldi, a meno che non si tratta di persone degne di fiducia estrema (come in Lilith). L'unica cosa che si può leggere è appunto il fumetto d'autore.

Perchè fumettisti italiani bravi come Iovinelli e Dall'Oglio devono andare in Francia a pubblicare una loro storia ("Underskin", molto bella) e in Italia arriva solo perchè una casa editrice ha comprato i diritti per quel fumetto?

L'unica speranza di lavorare seriamente, per me, sarebbe andare in Francia o in America.

Cosa ne pensate?

Slask


Azrael

Hai ragione purtroppo... Bisogna Emigrare  :sisi:
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Morfeo

Secondo me la devi prendere come un'occasione.
Te ne puoi andare da un paese che fa acqua da tutte le parti!
Il fu Morfeo
ehi.. ragazzo.. ricordi quello che ti ho detto sulla terra, ai vecchi tempi.. su ordine e caos e quelle cazzate? L'ordine. Ciarpame.Il caos spazzatura. Erano solo nomi che descrivevano la stessa cosa: il gorgogliare, il vorticare e lo zampillare di protoplasma, illuso che ci sia un senso al mondo.. non c'è nessun senso.. c'è solo carne e morte..
Vi veri Vniversum Vivus Vici

Zannabianca15

Il fatto è che bisogna avere degli editori che "osano". Capisco che fanno solamente i loro affari ma il fumetto in Italia va cambiato. Bisogna dare agli autori emergenti almeno una possibilità, è da anni che ci sono sempre gli stessi autori e le stesse storie e bisogna cambiare.
Io ho un sacco di storie da raccontare, e non voglio solo disegnare storie inventate da editori spaventati. E sicuramente ci saranno molte altre persone come me, che potrebbero fare dei capolavori ma che non ne hanno la possibilità.
In Italia sia fa ancora il fumetto di 50 anni fa. Non ha subito nessuna evoluzione, come per esempio il fumetto americano o quello giapponese.

erus1988

è vero che i fumetti italiani sono molto simili, ma non penso che la situazione del fumetto italiano sia disastrosa. Concordo col dire che c'è poco spazio per il fumetto che si definisce d'autore (definizione che non condivido, ma questo è un altro discorso che magari si approfondirà in seguito): credo che il problema principale sia l'assenza di grandi editori, Bonelli a parte; mi spiego: è vero che ci sono una marea di piccoli editori pronti magare ad osare, ma con una distribuzione non molto ampia, è difficile farsi conoscere... se invece un altro grande editore (mondadori per esempio, giusto per fare un nome da "big") si decidesse ad investire su questo tipo di mercato, affidandosi a gente competente, credo che tutto il movimento ci guadagnerebbe: quell'editore dovrebbe avere il coraggio di investire su prodotti "alternativi" rispetto al mercato attuale e proporre prodotti a tiratura elevata: ciò contribuirebbe a diminuire il costo finale del prodotto (cosa che a noi lettori non credo dispiaccia) e magari permetterebbe di ampliare l'offerta... magari le mie parole sono buttate al vento perchè sono troppi i parametri che non conosco, però...
"Optimism is the faith that leads to achievement. Nothing can be done without hope and confidence" R.W. Emerson

Zannabianca15

Sì, appunto, ci vorrebbe proprio un grande editore.
Il problema comunque non sono solo le case editrici, ma anche i lettori, che si dividono: esistono davvero pochi lettori che leggono ogni tipo di fumetto.
Mi spiego meglio.
Mio padre è sempre stato un medio lettore di fumetti, sin da piccolo: a casa ha tutta la collezione di Tex, e leggeva anche i Comandante Mark che compravo io... Comunque tutta roba "vecchia". Odia i manga anche se non ne ha mai letti, e non sopporta i disegni odierni degli americani.
Naturalmente mio padre non è uno che spenderebbe soldi a palate per i fumetti. Però gli piace solo roba che usciva quando lui era giovane. E qui abbiamo un tipo di lettore.
Un secondo tipo di lettore è il giovane che compra manga. Gli piace solo il manga. Appena vede un fumetto italiano o uno supereroistico storce il naso, e se vede un fumetto non giapponese ma disegnato con lo stile orientale, storce ancora di più il naso, perchè "il manga lo sanno fare solo i giapponesi".
E questo lo so bene, perchè nella mia vita sono stato tutt'e due queste tipologie di lettori: da piccolo adoravo solo i fumetti italiani perchè mio padre mi diceva che i manga facevano schifo, e alle medie leggevo solo i manga perchè era una lettura molto diversa dal resto.
Adesso che sono cresciuto, e voglio diventare fumettista, mi sono reso conto che devo leggere un po' di tutto, e ho scoperto un mondo che prima neanche conoscevo.
Leggere un po' di tutto è stupendo, si mettono a confronto civiltà e tradizione diverse, e si impara un po' da tutti.
Ma la maggior parte della gente non lo vuole fare.
Chi mai comprerà un fumetto disegnato in stile orientale, fatto in Italia?
Qualche pubblicazione del genere da parte di alcuni editori c'è stata, ma si tratta di lavori penosi.

erus1988

Quoto in pieno questo tuo discorso: sostanzialmente c'è bisogno sia di chi ha voglia e coraggio di rischiare con prodotti innovativi e sia di un pubblico recettivo... certo, non bisogna pretendere che il pubblico apprezzi tutto ciò che gli si propina, perchè se un prodotto è scadente non c'è nulla da fare, rimane scadente e basta... speriamo che la situazione possa evolversi in bene  :up:
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Zannabianca15

Bisognerebbe avere sia editori che lettori che "osano": i prime nel pubblicare, i secondi nel leggere cose sconosciute.
C'è tanta chiusura mentale nel mondo... purtroppo.
Per esempio la prima storia di Batman che ho letto, alle medie, era il Ritorno del Cavaliere Oscuro. Non mi piacque, nè come disegno nè come storia. Però non mi fermai, e dopo un po' incominciai a leggere storie della DC e rilessi il capolavoro di Frank Miller. E riuscii a commuovermi.
Speriamo che le cose cambino. Per esempio con i manga, nessuno prima li pubblicava per mancanza di lettori. Adesso stanno uscendo editori su editori che riempiono il mercato di manga.
Anche se nessuno prima non li comprava.
Spero davvero che le cose cambino.

Clark Kent

#9
io dico solo due cose.  ;)

come tutte le cose il fumetto non è solo "arte", ma anche divertimento. per alcuni è così, di fatto è nato per dare un passatempo e questo connotato e rimasto per molti. quindi a volte si legge per piacere e non per spirito critico. io ad esempio i fumetti li ho sempre usati come svago dopo lo studio e ora dopo le tante ore di lavoro. so che per alcuni risulta incomprensibile, ma per alcuni quando si torna a casa, stanche da una giornata di duro lavoro, è bello leggersi un fumetto che risponda  a ciò di cui hai bisogno.


seconda cosa: siamo in un periodo di crisi. la gente ha pochi soldi. se hai 10 di soldi e hai un tot di serie che ti piacciono ti compri quelle. non lasci una serie che ti piace per "osare". perchè hai quei soldi contati. io per esempio ho sempre avuto pochi soldi. con quel che avevo mi sono sempre destreggiato fra i fumetti, il cinema, e qualche altro svago (un gelato, qualche vestito, qualcosa di tecnologico, e ora qualche regalino magari alla mia ragazza, che mi fa piacere). Ho 27 anni, mi sta sulle balle dover ancora chiedere tanti soldi ai miei. Quei pochissimi soldi che mi danno nella mia pratica professionale li uso per le mie cosette, in modo da lasciare ancora ai miei solo l'onere del darmi da mangiare (sic). Vedo sui forum di gente che compra dc, marvel, vertigo, fumetti francesi, fumetti inglesi, sud americani, scandinavi e chi più ne ha più ne metta. Io non so da dove tirino fuori i soldi queste persone. Io questi soldi non li ho. E credo molti altri come me.
Purtroppo, in tempi come questi, non puoi permetterti sempre di osare con i fumetti. Ti compri quel che puoi permetterti giusto per avere un angolo della tua passione tutto per te. Ma molto di più non è sempre possibile farlo. quando ho potuto ho osato. ma non è la regola purtroppo!

Comprendo le esigenze di chi questa passione la trasforma in un mestiere. Lo capisco perché avrei tanto voluto farlo anche io a suo tempo. Mi spiace. Ma io credo che il problema con i fumetti non sia solo "culturale" ma anche "monetario e del momento che stiamo vivendo"  oltre che di valutazione di cosa rappresenta (giudizio ahimè, che credo sia insindacabile)  :)

Azrael

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nikdd

io purtroppo ho capito a mie spese che il fumetto
per chi lavora in questo ambito
non è passione, ma marketing;
non è cuore, ma portafoglio;

ho visto tanta "chiusura" in quello che io credevo fosse un mondo magico senza cancelli
e che mi si è rivelato invece una fortezza arroccata sulla più ripida delle alture,
dai cancelli sbarrati e con gli avidi "baroni" che ci abitano dentro che non voglio che nessun altro possa entrarci:

mio caro Zannabianca, se tu da aspirante disegnatore hai difficoltà, ma hai la tua bravura,
pensa a me, aspirante editor, che ho solo il mio sogno!

Sogno infranto da quelli che,
parliamoci chiaro, si trovano all'interno di questo mondo ANCHE perchè fortunati:
fortunati di essersi trovati in un momento in cui ciò che esisteva era poco o nulla
la concorrenza zero, e che quindi il solo interesse all'ambito giustifacava l'assunzione a causa di una totale assenza di chi questo lavoro lo voleva fare:
mml è un matematico,
rivi lavorava in banca...
ed ora siedeno sulle proprie poltrone e non le molleranno per i prossimi 20 anni!

basti pensare che OGGI un
percorso di studio adatto/idoneo per approdare in questo mondo non esiste
e magari io che spendo soldi e tempo nel laurearmi in quel che è il più vicino possibile ad esso(editoria)
mi ritrovo la porta chiusa in faccia perchè non ho esperienza

ma la mia esperienza dove la devo fare se i big non assumono neofiti
e
le piccole case editrici non possono(giustamente,vista anche l'attuale crisi nera)rischiare di puntare su un emerito sconosciuto???

suppongo che da tale commento emerga tutta la mia rabbia, la mia frustrazione e delusione per quello che, ho scoperto, alla fine è solo un mercato
e non una fabbrica di sogni di cui volevo far parte...
scusate lo sfogo

Fanboy

Ciao Zanna, non sono molto d'accordo con te (non me ne volere)  :lol:
CitazioneSecondo la mia opinione, è sbagliato proprio come si fa il fumetto in Italia. Non c'è spazio per i nuovi fumettisti e, se riescono a trovare lavoro, l'unica cosa che possono fare è disegnare una storia commerciale inventata da un editore che, per non perdere lettori, pubblica sempre le medesime cose.
Ma funziona così in tutto il mondo. Non mi risulta che, ad esempio, la Marvel (in america), la Glenat (in francia) o la Columba (in argentina) produca serie ideate da autori emergenti, tranne rarissimi casi (discorso si complica per il giappone). Se ti ritieni un autore capace puoi tranquillamente proporre i tuoi lavori a una casa editrice (ce ne sono diverse alle quali proporsi). Oppure c'è la strada dell'autoproduzione (che ha saputo premiare chi veramente lo meritava).
Ma poi,se sei un autore alle prime armi, mi vuoi spiegare che male c'è nel farsi le ossa lavorando su personaggi di altri? Fa così orrore farsi un po' di sana gavetta?
CitazioneE disegnare e pubblicare un fumetto creato da una persona sola è fuori discussione: gli editori non vogliono perdere soldi, a meno che non si tratta di persone degne di fiducia estrema (come in Lilith).
Ma non è vero. E' ovvio che un autore completo ( e non ce ne sono tantissimi) non può reggere il ritmo delle classiche 96 pagine mensili, che è il formato classico del fumetto "commerciale", ma diversi autori completi pubblicano le loro opere al di fuori della Bonelli.
Poi, in generale, questa avversione verso il fumetto "commerciale" proprio non la capisco. I fumetti Bonelli sono ottimi prodotti sotto tutti i punti di vista, perchè lamentarsene? Il fatto che vendano tanto non va a discapito del fumetto "d'autore" (che io amo). Certo sarebbe bello e piacerebbe tanto anche a me se il fumetto impegnato (ma tutto il fumetto in generale) facesse muovere cifre molto più alte ma questo è un problema di pubblico non di editore. Makkox un editore che lo pubblicava in edicola ce l'aveva è il pubblica che non ha premiato l'iniziativa (purtroppo). E' ovvio che certi grandi editori dovrebbero osare di più ma dobbiamo anche considerare al mercato a cui si rivolgono.
Tanti nostri autori pubblicano in Francia, perchè? Perchè là il mercato è differente, girano altri numeri. Basta vedere le loro librerie di varia, sono invase dai fumetti. Sono i nostri librari a essere scemi mentre là sono furbi? No, là la gente i fumetti se li compra mentre qua non se li incula nessuno ( vabbè, magari ho un po' esagerato).
Zanna, non vorrei esserti sembrato offensivo. :)
Pur non condividendolo ho apprezzato il tuo interessante punto di vista.  ;)
Il blog con le mie vignette: http://figuresinaction.blogspot.com/


Zannabianca15

@Segugio:
il fumetto è certamente uno svago, ma deve essere anche valido. A me piacerebbe leggere qualcosa di diverso oltre i vari Tex e Topolino, in Italia.
Un progetto veramente ben riuscito è stato PK, che ha durato 3 serie e poi ha chiuso.
Sì, mi ero dimenticato di citare i soldi, comunque è vero. Essendo in un periodo di crisi la gente compra meno. Ma sono sicuro che se avesse un po' più soldi comprerebbe molte ma molte più cose, e non andrebbe su opere nuove italiane. Ho sentito parlare troppe persone su questo argomento e la penso così.
Io sono uno che è costantemente senza soldi, e non perchè spendo troppo in fumetti: prendo un po' di tutto, non spendo 1000 euro al mese di fumetti, ma comunque leggo un po' di tutto.

@nikdd:
purtroppo io di come si diventa un editore ne so poco, comunque è proprio quello che dicevo prima.

@fanboy:
il discorso è un po' diverso. Io di serie italiane ne ho seguite, e ti assicuro che dopo un po' le storie sono tutte uguali. Tex, per esempio, i numeri nuovi hanno le stesse identiche storie dei primi. L'ambiente non cambia, i discorsi non cambiano, i personaggi sono sempre gli stessi.
E comunque non puoi confrontarmi la Marvel o la DC con le serie italiane. In quelle italiane c'è pochissima caratterizzazione psicologica dei personaggi, cosa che nelle serie americane è presente. Nelle serie americane c'è una miriade infinita di personaggi, che agiscono insieme. In Tex questo non succede.

Io non intendo la pubblicazione di serie di autori emergenti, ma di autori validi e pubblicabili (è ben diverso).
Ho fatto 3 anni di corso di fumetto, con un fumettista italiano abbastanza famoso come insegnante, e la situazione dell'editoria italiana me l'ha detta com'è.
A me non fa schifo fare un po' di gavetta, anzi, ma oltre ad essere un disegnatore io sono uno che vuole raccontare delle storie alla gente. Se io, disegnatore con talento, andassi da sergio bonelli e gli chiedessi: "Ti propongo una storia, se ti interessa la pubblichiamo?" quello mi ride in faccia, perchè secondo lui i fumetti che non sono come quelli che pubblica lui stesso non sono validi.
E il problema diventa molto più difficile se io avessi uno stile di disegno diverso da quello italiano. La possibilità di lavoro sarebbe dello 0,1 %.
E comunque sì, i fumetti bonelli sono validi, per carità, il problema è che ripetono la stessa identica formula da 50 anni. Uguale identica.
Il fumetto commerciale italiano ha molto da invidiare a quello americano.