Gerry Conway cancellerebbe tutti i fumetti di supereroi

Aperto da katzenberg, 26 Settembre 2020, 14:52:48

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katzenberg

Volevo condividere con voi questa dichiarazione estremamente interessante di Gerry Conway che ho trovato sull'ottima pagina FB "La Tana del Ragno".
Sicuramente quella di Conway è un'affermazione molto radicale, ma forse in tempi come questi è quella che serve.
Fatemi sapere cosa ne pensate!




Come molti della sua generazione, Gerry Conway ha ancora molto da dire. Così il creatore di personaggi iconici come The Punisher o Captain Marvel ha discusso su Twitter dei problemi dell'attuale industria dei fumetti di supereroi, dicendo in sostanza che la sua generazione, i Boomer, hanno rovinato tutto...

Per dire l'ovvio, la pubblicazione di fumetti è in guai seri, con un modello di business che quasi letteralmente non ha futuro. Eppure i fumetti sono una fonte di proprietà intellettuale da sfruttare in tutti i tipi di media popolari e non hanno mai avuto un potenziale maggiore.

Allora, perché? Perché i fumetti come forma di narrazione (supereroi e altro) hanno un impatto così enorme sulla cultura popolare, ma gli editori di fumetti stanno lottando per sopravvivere? Perché gli editori non riescono quasi universalmente ad avere successo nella pubblicazione? La mia risposta di base è: stanno perseguendo il "mercato sbagliato". E lo hanno fatto, con crescente disperazione, dalla fine degli anni '70.

Mettiamo da parte l'incredibile stupidità aziendale di dipendere da un unico metodo di distribuzione (vendita diretta con singoli numeri). Il problema è più grande: il pubblico dei fumetti mainstream è un pubblico che per definizione si restringe costantemente.

Per una serie di ragioni autoimposte, gli editori hanno definito il pubblico di lettori di fumetti come fan a lungo termine e potenziali collezionisti. Quindi, continuity orientata ai fan, "eventi" triennali, riavvii, copertine variant per i collezionisti, ecc. Ognuno di questi stratagemmi di marketing è progettato *esclusivamente* per attirare i lettori esistenti. Persino i riavvii, apparentemente destinati a offrire punti di "inizio" a nuovi lettori, richiedono effettivamente familiarità con le iterazioni precedenti per fornire interesse. I nuovi lettori non sono i benvenuti nella strategia dei due editori tradizionali – semmai, i nuovi lettori sono attivamente *scoraggiati* dalla frenetica ricerca da parte degli editori di lettori motivati ​​e esistenti. La club house è chiusa. State fuori.

Gli editori, ovviamente, non saranno d'accordo con questa analisi e diranno che cercano sempre di fornire rampe di accesso ai nuovi lettori. Ma qualsiasi sguardo serio a ciò che stanno offrendo, in sostanza, rivela una decisa inclinazione – in realtà un'enorme inclinazione – a privilegiare i lettori esistenti. E questo a causa di un cambiamento culturale nella direzione editoriale delle case editrici che può essere fatto risalire all'epoca da cui provengo: la fine degli anni '60, l'inizio degli anni '70.

A metà degli anni '60, intorno al 1967, la DC Comics offrì un tour settimanale dei loro uffici durante l'estate. Sono andato in tour (come altri, tra cui Len Wein e Marv Wolfman). Ad un certo punto ho avuto una conversazione con l'allora editor Julie Schwartz. Stavamo parlando di una storia di Lanterna Verde e ho fatto qualche commento da fan su quello che speravo accadesse. Julie si fermò e mi guardò. "Quanti anni hai?" "Quattordici", ho detto. Ha sbuffato. "Troppo vecchio. Non sei il mio lettore". E se ne andò.

In seguito ho appreso che alla DC (e anche alla Marvel) negli anni '60 l'opinione comunemente accettata voleva che il lettore di fumetti fosse un bambino (senza dubbio maschio) di età compresa tra i 9 e i 13 anni. Ciò che gli editor di oggi chiamerebbero lettori di livello medio. Questo ha senso. Se siamo onesti, il fascino fondamentale delle storie di supereroi è per quella parte di noi stessi che vive in uno stato di sogno pre-sessualizzato, pre-adolescenziale in cui tutto è possibile. È il mondo di "Harry Potter e la pietra filosofale". Come "Harry Potter e la pietra filosofale", anche i giovani adulti e gli adulti possono godersi le storie di supereroi, e persino desiderare che quelle storie si evolvano e maturino, proprio come i libri di Potter si sono evoluti e maturati. Ma. Ma. Ma a prescindere dall'attrattiva che il primo libro di Potter potrebbe avere per i lettori più anziani ed esistenti... i suoi lettori principali erano destinati, e rimangono, ad essere quelli di livello medio, da 8 a 12. E lo stesso valeva per i fumetti, in particolare i fumetti di supereroi. Fino all'arrivo della mia generazione. Sì, noi Boomer abbiamo fottuto tutto, come al solito.

Quando io e le mie coorti abbiamo sostituito i creativi che avevano dato all'industria dei fumetti un enorme successo negli anni '60, gente come Stan Lee e Julie Schwartz, abbiamo portato con noi la nostra ossessione per noi stessi Boomer. Non volevamo creare fumetti per bambini. Volevamo i fumetti per *noi*. Questa è l'origine del passaggio dalla concezione dei supereroi dei fumetti per lettori di livello medio negli anni '60 a quella per giovani adulti negli anni '70 e adulti negli anni '90 e oltre: il rifiuto di creativi ed editor Boomer come me e gli altri a perdere questa vocazione. Abbiamo ridefinito i lettori cui miravano i fumetti, in coincidenza con un cambiamento nella distribuzione che ha permesso che quella ridefinizione rimanesse. Il risultato è un vicolo cieco per la pubblicazione di fumetti per una azienda. Come cambierei la situazione?

Cancellerei tutte le testate di supereroi esistenti e ne pubblicherei una serie limitata per un pubblico di livello medio, semplificherei i personaggi e le trame ed eliminerei ogni "evento" che richiede più di una familiarità passeggera con la continuity semplificata di base. Dieci quindici titoli.

Per i lettori esistenti, offrirei una linea di graphic novel separata e più costosa con ogni trama per adulti che un creatore vorrebbe esplorare. Ma questo sarebbe separato. Non mensile. Non il mainstream.

E farei *tutto* il possibile per portare fumetti mensili nei supermercati e nelle sale cinematografiche, Walmart, Target e Costco e offrire servizi di abbonamento tramite Amazon. Perseguire ogni strada di distribuzione alternativa possibile.

L'attuale corso seguito dai maggiori editori è un vicolo cieco. Stanno cercando i lettori sbagliati. C'è un pubblico più vasto là fuori. Non ci resta che accoglierlo.

Man of Steel

Secondo me ci sono TROPPI fattori, troppe variabili da considerare e a differenza di quello che vuole far credere Conway, le cose sono molto più complicate, tant'è che limitarsi a guardare le Big 2 dei comics e le loro politiche per tenere in vita l'industria è...oserei dire proprio sbagliato o comunque fin troppo riduttivo...

In parte, la DC ha già cominciato a seguire la direzione come intesa da Conway, proprio quest'anno per via di -again- tanti fattori, non solo coronachan, il virus ha solo accelerato quel processo.

Lo scopo dei comics nasce in base alle necessità del mondo reale, è sempre stato così.
Non dico che non puoi essere proattivo in questo campo, ma la storia ci insegna che sono praticamente condannati ad essere reattivi, il 2020 poi è qualcosa che l'ha messo in grassetto e sottolineato per bene. :asd:

È vero che ora più che mai, i nostri superheroes sono all'apice dei loro 5 minuti di fama, ma -paradossalmente- è proprio per queste ragioni che i comics faticano così tanto a vendere...

Il mondo è cambiato tantissimo, ci sono molte più distrazioni, si corre troppo, la gente non ha più la stessa pazienza di prima, e appunto per andare incontro a queste esigenze, il modo stesso di fare i comics è cambiato un botto.
Proprio il modo di strutturare una storia, uno storyarc o l'intera gestione.
Diamine, io scherzo tantissimo su queste cose, perchè specialmente alla Marvel, una "ongoing" ormai dura 12 numeri, neanche...

Vedere uno stesso writer incollato su un pg/gruppo per 17 anni pare una fottuta barzelletta. :lolle:

Ma sopratutto, se questi supereroi fossero una droga, allora la gente riesce ad avere la loro dose attraverso film, serie tv, videogiochi, cartoni animati ecc ecc...

I comics...non dico che siano l'ultimissima fonte, ma...diciamo che su questo punto concordo con Gerry, è come se il "club fosse chiuso".
Questo medium, con i suoi fans, writer, lettori...sono tutti conservatori, qualcosa che in realtà è abbastanza prevedibile e onestamente anche inevitabile.

Capisco che questo possa essere visto male da tanti, ma in realtà non c'è niente di male in tutto ciò, anzi...è proprio per questa ragione che questi pg sono diventati le icone che sono oggi, LA ragione per cui sono immortali. :sisi:

Perchè tutto il mondo può cambiare, il medium e il modo di fare i comics può cambiare, ma questi eroi NON possono cambiare. :nono:
E il modo per non cambiare questi pg...heh, da vita ad un modus operandi per cui il club pare effettivamente chiuso per uno che si vuole avvicinare a questi pg in modo casual, senza troppo stess e pippe mentali.

Ora non è che la Marvel e la DC non abbiano provato a venire incontro a questa gente e affrontare questi "problemi"...è solo che hanno sempre finito per floppare di brutto.
Ma perchè non puoi accontentare tutti.
Nel loro tentativo di avvicinarsi ai nuovi lettori, nel loro tentativo di rendere le cose più appetitose e attraenti ai loro occhi (di questi nuovi lettori, magari affascinati dall'ultimo film MCU) si sono giocati la vecchia fanbase.
Lettori super fedeli che hanno continuato a comprare i loro comics da...da una vita!

Ma è naturale, perchè c'è una ragione per cui comprano i loro comics, e non avendo più quella ragione...che senso ha continuare?
Inoltre questi nuovi lettori, solitamente sono presi dall'hype, magari qualcuno si innamora anche di questi pg e diventa uno di quei lettori su cui puoi contare anche in futuro, ma gli altri? Finita la fase "cotta" passano ad altro, perchè again, si corre troppo e non c'è lo sbattimento di stare lì a crearsi un nuovo hobby di collezionare i comics.

Senza contare che questo medium ha più di 80 anni alle spalle.
Ha un mucchio di classici e capolavori da poter gustare, quindi un nuovo lettore proverà i soliti grandi comics come Hush, TDKR, Watchmen, con una bella storia e bei disegni e da cui sono tratti altri film, serie tv e giochi...

Imbarcarsi da 0 in una nuova gestione del 2020, con tutta una continuity alle spalle è tremendamente scoraggiante e per loro ha poco senso.
Quelle poche persone che dopo aver visto un film ecc vogliono approfondire ancora di più questi pg, è perchè provano una "fame", una dovuta all'hype.
E 80 anni di storie bastano e avanzano per saziare questa fame.
Non serve prendere l'ultimo comic, aspettare un mese per il prossimo e magari 1 anno per avere la storia completa, non esiste (per loro) lol! :lolle:

Col reboot New 52/Flashpoint, la DC ha sicuramente guadagnato molti nuovi lettori, ma gira e rigira, per una ragione o l'altra, si finisce sempre per avere questa "Crisis".

Chiudere tutti i comics per poi rilanciarli di nuovo in un'altra maniera come intende Gerry, è solo una soluzione temporanea.
Non dipendere più dalla Diamond e catapultare un comic in praticamente ogni singolo angolo del campo visivo di una persona sicuramente aiuta, sarebbe un primo passo, ma anche qui non c'è garanzia.
Anche qui devi fare dei compromessi perchè bisogna tenere d'occhio anche le spese.

Prendiamo la DC, è proprio questo quello che sta cercando di fare, ora vogliono puntare di più sui digital e i comics Walmart e il loro primo compromesso è stato quello di praticamente dimezzare la loro linea principale di comics.
Piano piano scopriremo l'immagine che si sta creando, ma non mi stupirei se alla fine della giornata, i loro...what? 17 ongoing? Di meno? Poco più?
Insomma, se fossero solo una sfliza di Batman, Superman, Detective Comics, Action Comics, Flash, Batman & Co. e cose così.

Infatti, e si ritorna sempre lì, è solo grazie ad una sinergia tra film, videogiochi o serie tv (neanche) che avrebbe senso lanciare un comic su Shazam, Inumani o Eternals.

Per concludere, secondo me non c'è una soluzione perfetta e permanente, perchè la situazione del mercato è sempre soggetta a dei cambiamenti, l'unica cosa sensata da fare è:
1) Innanzitutto accettare la realtà dei fatti, nel senso che non puoi accontentare tutti, quindi non ti giocare almeno quei pochi lettori che hai, cribbio!
2) Avere un certo grado di self-awareness. È un business, giocare sulla sinergia (ahimè) va bene ed è diventato ormai un must, ma facciamolo in modo intelligente, un domani la situazione potrebbe cambiare di nuovo, quei 5 minuti di fama non dureranno per sempre e i comics potrebbero tornare in auge, perchè sarebbero l'unica fonte dove puoi trovare quei supereroi, you never know!

In altre parole, just wing it.

:lolle:
We're all searching for enlightenment.
But what is light?
Different for everyone. But everyone looking.

See what we want to see.
No matter how small...or big we are.

Bruce Wayne

#2
È complicato...

Come dice MoS, ci sono davvero tanti fattori.

Mi piacerebbe articolare una risposta più lunga, quando sarò da PC magari mi ci metto.


Per ora dico che ci vorrebbe, e in parte c'è, un'offerta differenziata.
I volumi DC Ink o l'etichetta Black Label permettono di avere target diversi.

Sulle pubblicazioni ongoing il discorso è complesso. Effettivamente salire a bordo non è semplice... Ma nemmeno così impossibile.
E i nuovi lettori comunque prima passano dai grandi classici prima di decidere di seguire il mensile.

Quindi sicuramente bisogna puntare a scrivere storie di livello che possano durare nel tempo.
Per statistica, capiteranno periodi meno interessanti di storie. È poi anche il tempo a decretare cosa resta e cosa viene dimenticato.
Però è necessaria una sopravvivenza della casa editrice ogni mese, non solo a distanza di tempo.

Per questo trovi che l'abbonamento mensile digitale sia una buona strada da provare in questo periodo. Come ho scritto in un altro topic, potrebbe portare anche a una diffusione delle storie diversa, a stagioni invece che ad albi...




EDIT: Tra l'altro il lettore che inizia ad affacciarsi al mondo dei comics è diverso da chi ci è dentro da un po'.
Se ripenso a come ho iniziato...
Presi un numero del mensile Planeta, l'11 di Batman, pensando di trovare una storia autoconclusiva.. o comunque facilmente "capibile' avendo conoscenze generali di Batman e della sua rogue gallery. Invece mi sono trovato a bordo di qualcosa di molto più grande...
E all'inizio il Batman di Morrison l'ho odiato, perché mi aspettavo una roba totalmente diversa (manco sapevo chi fosse Morrison  :lolle:).
Poi una volta capiti un po' i meccanismi ho iniziato ad apprezzare di più.
E una volta passato a leggere in originale è cambiato ancora il mio approccio

Largand

#3
Il discorso di Gerry è parzialmente condivisibile.
Io stesso, data la mia età, ho assistito quasi in diretta al passaggio degli editori  e delle loro pubblicazioni dall'"Era 9-13 anni" a quella dei "Boomers".
Se ne parlava proprio ieri sul topic dedicato ai Masterworks di Spiderman, ed al fatto che le storie di Gerry Conway avevano dei toni più seri e maturi rispetto a quelle di Stan Lee.
Perché era quello che volevano i vari Gerry Conway, Roy Thomas, Steve Englehart, Marv Wolfman e Len Wein.
Questi scrittori erano innanzitutto dei fans dei super eroi e così, quando sono passati dalla lettura allo scrivere le storie dei super eroi hanno voluto eliminare tutte quelle cose che li rendevano adatti soprattutto ai lettori under 14 e renderli invece più maturi.
Non hanno fatto male, e secondo me in questo modo hanno dato il via ad una serie di saghe memorabili nella storia del fumetto super eroistico.

Conway dice però che continuando sempre su questa strada gli editori si sono dati la zappa sui piedi, perdendo quelli che erano I VERI LETTORI DI RIFERIMENTO ( i pre-adolescenti).
E su questo non sono perfettamente d'accordo.
A sentire la sua opinione se gli editori avessero continuato a far scrivere storie privilegiando i lettori 9-13 oggi non si troverebbero ridotti così male nelle vendite, e quindi è tutta colpa dei boomers.

Ma Conway dimentica che già negli anni '60, prima che arrivassero Thomas, Conway & Co. lo stesso Stan Lee scriveva storie di super eroi per diversi livelli di comprensione.
E' vero che le storie di Spidey scritte da Lee/Ditko "sembravano" rivolte soprattutto a lettori under 13 ma se guardiamo al di la di gags e battutine si raccontavano drammi, decessi di personaggi importanti, storie di forza morale.
E la cosa è ancora più evidente nelle storie di Spidey di Lee/Romita ed in quelle di Lee post 1965 dei F.Q., Thor, Iron Man, ecc.
Quindi, già prima dell'arrivo dei boomers, le storie dei super eroi tendevano a mutare, ed a rendersi più adatte ai 13-21.
Infatti un personaggio fittizio, Hulk, risultò essere in un sondaggio nazionale degli anni '60 uno dei personaggi più adorati dagli universitari americani, alla stregua di giocatori di Football, Baseball e Basket.
Era un segno che ormai i super eroi piacevano anche ai lettori più grandi e smaliziati.

Cosa è successo dopo?
Quello che succede sempre.
La storia umana va a cicli, i famosi "Corsi e Ricorsi Storici".
Così come il fumetto americano ebbe un notevole successo negli anni '30 per poi sprofondare negli anni '50, lo stesso si ebbe col successo del fumetto negli anni '60, poi sprofondato nei '70.

Il pubblico è mutato nel tempo, ha preferito leggere sempre di meno, privilegiando altre forme di intrattenimento, ed arriviamo così agli ultimi 15-20 anni.
Lettori di fumetti ce ne sono pochissimi ormai negli USA, e non è cercando di abbassare il target che si trova la soluzione.
Ormai i ragazzini di 9-13 SONO SCHIAVI dei loro smartphone e dei fumetti non gliene frega niente.
Non è questa la strada da seguire.
Sono d'accordo invece sull'idea di Conway di eliminare gli "Eventi", o di ridurli all'osso e per pochissime serie.
Buona anche l'idea di vendere i fumetti dentro i cinema.

Ma quello che farei soprattutto, in quest'era di Internet, è la quasi completa digitalizzazione dei fumetti seriali di super eroi.
Non trovare su internet le storie dopo sei mesi, ma già dopo 3 mesi, come accade con i film che escono al cinema e già dopo 3 mesi li trovi in DVD e Bluray.

Ecco, è questa la strada da seguire per far rivivere il fumetto super eroistico.
Sono un cittadino dello spazio. Mi ritengo quindi Apolide...e non italiano.

Catcher

Non si può fare perché il settore delle fumetterie, da cui è dipeso e ancora dipende l'editore di comics, vuole rimanere il principale canale di distribuzione.

Vedi cosa è successo con i cinema quest'anno: tra Amazon che ha comprato i film in uscita nel 2020, Netflix e Disney che propongono materiale praticamente nuovo ci sono e ci saranno veramente pochi motivi per andare al cinema. E giustamente la categoria ha cominciato a protestare.

Immagino che potrebbe accadere lo stesso con fumetterie e librerie, a conferma di quanto spesso il meglio per il consumatore significhi il peggio per chi lavora nel settore.

Detto ciò anche io voglio una drastica riduzione dell'offerta mensile, meno eventi e crossover, più storie autoriali autoconclusive e una chiara percezione di chi siano i lettori. 

Perché nessuno capisce bene chi siano, questi lettori, a giudicare dall'attuale offerta. C'è qualcosa per tutti i gusti, davvero per ogni fascia di età e conoscenza del fumetto supereroistico, come se che semplicemente sparassero nel buio sperando di colpire qualcosa a caso.

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Bruce Wayne

Altri due elementi:

- le buone storie, come ha appena detto anche Largand, hanno un pubblico ampio. I classici Disney piacciono ai bambini e piacciono agli adulti. Man mano che uno li riguarda decodifica cose nuove a cui prima non "aveva accesso".

- l'esempio di Harry Potter è valido... ma ha dei limiti. Mentre quella saga è fatta per essere limitata nel tempo. Se un nuovo bambino di 8 anni volesse iniziare a leggere la saga potrebbe farlo dal primo libro... e man mano che cresce andrebbe avanti fino all'ultimo libro. Crescendo quasi come hanno fatto i lettori "originali" e apprezzando la crescita di Harry e la maturità di nuove tematiche ecc...
Con i fumetti è diverso. Sono storie che vanno avanti da 80 anni. Dovresti gestire putni di ingresso per i giovani e storie mature per chi cresce contemporaneamente. Praticamente impossibile. A meno di differenziare l'offerta, come dicevo.

Poi il nuovo lettore di Batman per esempio, farà sempre il solito percorso: inizia a leggere qualcosa a caso, non ci si raccapezza, o abbandona o vuole saperne di più. Allora passa ad Anno Uno, Lungo Hallowheen, Vittoria Oscura, Hush, il Ritorno del Cavaliere Oscuro, the Killing Joke... e dopo aver letto tutta sta roba molti saranno appagati... solo una piccola parte a quel punto sarà affezionata al punto da seguire il pg mensilmente.

katzenberg

Ma infatti neanche io sono d'accordo con Conway, ma mi sembrava interessante come provocazione.
Fosse per me agirei su diversi fattori:

1)Coccolare la fanbase, e invece di cercare continuamente di spennarla darle quello che davvero vuole: cicli duraturi e di qualità,  rispettosi del personaggio e della continuity, novità introdotte col contagocce e con cura in modo che possano essere permanenti, eventi pochi ma buoni e incisivi.
Non millemila testate, ma un numero giusto in modo che ogni appassionato possa seguire tutto senza svenarsi.
Così sicuramente non si attirerebbero nuovi lettori ma si arriverebbe ad avere il seguito di una percentuale altissima della zoccolo duro, che se presa tutta insieme non è poi poca roba.
Perché alla fine il bello di questo mondo è anche quello di essere un mondo in cui è difficile entrare, ma la vera cosa bella è che una volta entrato più ne conosci e più lo apprezzi e lo ami.
Buttare via questo aspetto mi pare un'emerita sciocchezza.

2) Graphic Novel, mini e maxi serie, magari già direttamente in volume per acchiappare il pubblico generalista attratto dai film e dalle serie tv.
Storie di qualità, ma fruibili anche da un novizio.
Che siano una porta di accesso a questo mondo.
Venderebbero bene e anche se magari in una piccola percentuale andrebbero a rimpolpare la fanbase di cui sopra: qualcuno che si prende bene e che vorrà entrare nel club ci sarà sicuramente.

3) Cura dei giovanissimi e del ricambio generazionale.
Non è vero che gli eroi teen fanno schifo e non servono a niente.
Magari questo vale per noi ma ai bambini/ragazzini piacciono!
Mia figlia di dieci anni legge con piacere Miles, i Champions, ha divorato Hawkeye della Thompson...ed è una bimba, i maschietti su queste cose sono molto più ricettivi (purtroppo).
Il problema qual'è?
È che la quasi totalità dei bambini della sua età non leggerà mai queste storie.
Perché i genitori non sono interessati e perché costano una fucilata.
Le case editrici dovrebbero stampare migliaia di albetti di 16 pagine su carta straccia e distribuirli gratuitamente fuori dalle scuole e dai cinema.
Episodi seriali settimanali o quindicinali, magari in concomitanza con le uscite dei film.
Poi proponi in edicola e libreria volumi tipo quelli stupendi Marvel young adult, 300 pagine a 10€/$.
Vedrai se non li vendi.
Questi giovanissimi andranno a colmare il buco che per forza di cose si verrà a creare nella fanbase per motivi anagrafici.


Magari alla fine di tutto questo non avrai numeri stratosferici (che non hai comunque), ma puoi mirare ad avere un'industria sana e duratura...

Cosmonauta

Non sono d'accordo. Si da per scontato che oggi ad un ragazzino interesserebbe solo il media supereroistico. Oggi i tempi sono cambiati e il mondo è diverso, più aperto e viaggia con una cultura mondiale e non solo nazionale.
Oggi anche un ragazzino americano ha i manga e altri prodotti più congeniali e attuali con la sua generazione fatta di streamer sul web.
Il fumetto non ha seguito i "boomer" perchè i boomer volevano i fumetti per loro, ma perchè non trovavano nel pubblico nuovo interesse per quei personaggi su carta.

I fumetti costano troppo inoltre. Io sono d'accordo solo sul diminuire il numero di testate e organizzare continuity più strette. Un 15 serie DC e 15 Marvel MASSIMO. Quando in DC le cose erano fatte bene le vendite si erano alzate e per bene intendo il periodo degli anni 2000 con gente come Morrison, Johns, Waid e Rucka al comando, quanti di noi giovani hanno iniziato lì?

Conway la butta più su un fattore classico, che i ragazzini di ogg siano sempre i ragazzini degli anni '60, ma non è così. Io a 8 anni mi gasavo con Metal Gear Solid, Silent Hill e le Tartarughe Ninja, uno di 8 anni oggi si gasa seguendo Pincopallino e Vattelapesca su Twitch.

Infine parliamo di un media dove ha tirato fuori negli ultimi 10 anni puttanate (perdonatemi il termine) come il New52 e il Marvel All New All Different. Dai su, se hanno perso lettori è anche perchè hanno tirato fuori porcherie e alzato i prezzi.

Leggevo tempo fa un articolo dove si parlava delle generazioni z e del loro disinteresse di affezzionarsi o appassionarsi a qualcosa che vada oltre la bolla in cui è un prodotto di massa. Quindi se le nuove generazioni sono così perchè cresciute nell'era di internet dove tutto corre e viene presto sostituito, sarà sempre più difficile trovare appassionati regolari. L'articolo io parlava prettamente del calcio, quindi di un prodotto che da quando esiste è il plus del plus degli appassionati, eppure nelle fasce d'età adolescenziale l'interesse di seguire e appassionarsi a una squadra è sempre meno, il tempo anche allo stadio in cui si passava il tempo sui cellulari sempre maggiore e si tende di più a seguire un singolo sportivo, soprattutto nella sua vita social.

Conway sbaglia in partenza quando pensa forse che i ragazzi di oggi sarebbe come i ragazzi della stessa età negli anni '60.
Oggi più di ieri la varietà brucia, il prodotto di massa e di moda va sempre più forte fino a spegnersi e quello di nicchia è sempre più di nicchia tanto da far fatica a sopravvivere. Siamo nel 2020 e non più nel 1963.

Ken Parker

Citazione di: katzenberg il 26 Settembre 2020, 14:52:48
Volevo condividere con voi questa dichiarazione estremamente interessante di Gerry Conway che ho trovato sull'ottima pagina FB "La Tana del Ragno".
Sicuramente quella di Conway è un'affermazione molto radicale, ma forse in tempi come questi è quella che serve.
Fatemi sapere cosa ne pensate!




Come molti della sua generazione, Gerry Conway ha ancora molto da dire. Così il creatore di personaggi iconici come The Punisher o Captain Marvel ha discusso su Twitter dei problemi dell'attuale industria dei fumetti di supereroi, dicendo in sostanza che la sua generazione, i Boomer, hanno rovinato tutto...

Per dire l'ovvio, la pubblicazione di fumetti è in guai seri, con un modello di business che quasi letteralmente non ha futuro. Eppure i fumetti sono una fonte di proprietà intellettuale da sfruttare in tutti i tipi di media popolari e non hanno mai avuto un potenziale maggiore.

Allora, perché? Perché i fumetti come forma di narrazione (supereroi e altro) hanno un impatto così enorme sulla cultura popolare, ma gli editori di fumetti stanno lottando per sopravvivere? Perché gli editori non riescono quasi universalmente ad avere successo nella pubblicazione? La mia risposta di base è: stanno perseguendo il "mercato sbagliato". E lo hanno fatto, con crescente disperazione, dalla fine degli anni '70.

Mettiamo da parte l'incredibile stupidità aziendale di dipendere da un unico metodo di distribuzione (vendita diretta con singoli numeri). Il problema è più grande: il pubblico dei fumetti mainstream è un pubblico che per definizione si restringe costantemente.

Per una serie di ragioni autoimposte, gli editori hanno definito il pubblico di lettori di fumetti come fan a lungo termine e potenziali collezionisti. Quindi, continuity orientata ai fan, "eventi" triennali, riavvii, copertine variant per i collezionisti, ecc. Ognuno di questi stratagemmi di marketing è progettato *esclusivamente* per attirare i lettori esistenti. Persino i riavvii, apparentemente destinati a offrire punti di "inizio" a nuovi lettori, richiedono effettivamente familiarità con le iterazioni precedenti per fornire interesse. I nuovi lettori non sono i benvenuti nella strategia dei due editori tradizionali – semmai, i nuovi lettori sono attivamente *scoraggiati* dalla frenetica ricerca da parte degli editori di lettori motivati ​​e esistenti. La club house è chiusa. State fuori.

Gli editori, ovviamente, non saranno d'accordo con questa analisi e diranno che cercano sempre di fornire rampe di accesso ai nuovi lettori. Ma qualsiasi sguardo serio a ciò che stanno offrendo, in sostanza, rivela una decisa inclinazione – in realtà un'enorme inclinazione – a privilegiare i lettori esistenti. E questo a causa di un cambiamento culturale nella direzione editoriale delle case editrici che può essere fatto risalire all'epoca da cui provengo: la fine degli anni '60, l'inizio degli anni '70.

A metà degli anni '60, intorno al 1967, la DC Comics offrì un tour settimanale dei loro uffici durante l'estate. Sono andato in tour (come altri, tra cui Len Wein e Marv Wolfman). Ad un certo punto ho avuto una conversazione con l'allora editor Julie Schwartz. Stavamo parlando di una storia di Lanterna Verde e ho fatto qualche commento da fan su quello che speravo accadesse. Julie si fermò e mi guardò. "Quanti anni hai?" "Quattordici", ho detto. Ha sbuffato. "Troppo vecchio. Non sei il mio lettore". E se ne andò.

In seguito ho appreso che alla DC (e anche alla Marvel) negli anni '60 l'opinione comunemente accettata voleva che il lettore di fumetti fosse un bambino (senza dubbio maschio) di età compresa tra i 9 e i 13 anni. Ciò che gli editor di oggi chiamerebbero lettori di livello medio. Questo ha senso. Se siamo onesti, il fascino fondamentale delle storie di supereroi è per quella parte di noi stessi che vive in uno stato di sogno pre-sessualizzato, pre-adolescenziale in cui tutto è possibile. È il mondo di "Harry Potter e la pietra filosofale". Come "Harry Potter e la pietra filosofale", anche i giovani adulti e gli adulti possono godersi le storie di supereroi, e persino desiderare che quelle storie si evolvano e maturino, proprio come i libri di Potter si sono evoluti e maturati. Ma. Ma. Ma a prescindere dall'attrattiva che il primo libro di Potter potrebbe avere per i lettori più anziani ed esistenti... i suoi lettori principali erano destinati, e rimangono, ad essere quelli di livello medio, da 8 a 12. E lo stesso valeva per i fumetti, in particolare i fumetti di supereroi. Fino all'arrivo della mia generazione. Sì, noi Boomer abbiamo fottuto tutto, come al solito.

Quando io e le mie coorti abbiamo sostituito i creativi che avevano dato all'industria dei fumetti un enorme successo negli anni '60, gente come Stan Lee e Julie Schwartz, abbiamo portato con noi la nostra ossessione per noi stessi Boomer. Non volevamo creare fumetti per bambini. Volevamo i fumetti per *noi*. Questa è l'origine del passaggio dalla concezione dei supereroi dei fumetti per lettori di livello medio negli anni '60 a quella per giovani adulti negli anni '70 e adulti negli anni '90 e oltre: il rifiuto di creativi ed editor Boomer come me e gli altri a perdere questa vocazione. Abbiamo ridefinito i lettori cui miravano i fumetti, in coincidenza con un cambiamento nella distribuzione che ha permesso che quella ridefinizione rimanesse. Il risultato è un vicolo cieco per la pubblicazione di fumetti per una azienda. Come cambierei la situazione?

Cancellerei tutte le testate di supereroi esistenti e ne pubblicherei una serie limitata per un pubblico di livello medio, semplificherei i personaggi e le trame ed eliminerei ogni "evento" che richiede più di una familiarità passeggera con la continuity semplificata di base. Dieci quindici titoli.

Per i lettori esistenti, offrirei una linea di graphic novel separata e più costosa con ogni trama per adulti che un creatore vorrebbe esplorare. Ma questo sarebbe separato. Non mensile. Non il mainstream.

E farei *tutto* il possibile per portare fumetti mensili nei supermercati e nelle sale cinematografiche, Walmart, Target e Costco e offrire servizi di abbonamento tramite Amazon. Perseguire ogni strada di distribuzione alternativa possibile.

L'attuale corso seguito dai maggiori editori è un vicolo cieco. Stanno cercando i lettori sbagliati. C'è un pubblico più vasto là fuori. Non ci resta che accoglierlo.


Mi viene da dire, per fortuna l'avete fatto. Ma perchè sono io stesso un boomer, e senza una svolta adulta (nei temi come nel racconto) probabilmente avrei mollato io il fumetto americano.

Sono comunque curioso di leggere l'opinione di Cosmo.

Cosmonauta

Sei più orbo di me Ken :lol: l'avevo già commentata la mia opinione :look:

Noiro

Nì.

Conway esagera e non penso che abbia bene presente come si svolgano ora i comics, con le run che ripartono ogni uno/due anni per essere lette autonomamente in volumi che recuperano il corso della storia.
Per me è proprio la comunicazione con il lettore casual che viene a mancare da parte dell due big; il potenziale nuovo che vorrebbe salire si convince che si debbano affrontare  80 anni di storie da recuperare per stare al passo delle uscite odierne.
Come se per seguire una partita del Milan mi dovessi vedere tutte le partite mai filmate di Serie A.

Ora, io quando lessi la corte dei gufi, un ideale starting point per Batman, ricordo che nel secondo volume mi  ritrovai letteralmente bombardato da millemila personaggi di cui non sapevo nulla, trovandomi a grattarmi la testa per capire chi fosse Batwoman, Cappuccio Rosso, Orfana ed altri.
Con il senno del poi posso dire che non erano informazioni necessarie per comprendere la storia, ma quella uscita di percorso mi ha dato delle distrazioni per godere appieno della storia.
Quindi posso sia comprendere il novizio che si scoraggia di fronte ad informazioni che vengono date per scontate, sia il veterano che sbuffa quando dà per ovvi certi avvenimenti.
Io ho proseguito fregandomene alla fine e in qualche modo ho recuperato da altre fonti per tappare tutte le mie lacune, ma queste sono incidenti di percorso che non dovrebbero succedere, nessuno vuole leggere storie a metà.

Per me servirebbe una cosa tanto semplice quanto utile: ad ogni cambio di autore si potrebbe stampare un volumetto che faccia da potenziale "numero 0", con riassunto velocemente tutti i punti salienti dalle origini alle uscite attuali, un "nelle puntate precedenti" ma a vignette, skippabile per il veterano, ma perfetto per il casual. E che metta nero su bianco che da lì in poi si può partire senza preoccuparsi delle storie passate.

Ps: la svolta adulta è la continuity sono forse le poche cose che davvero mi interessano di questo media, è l'unico che mi permette di crescere insieme alle storie e di poter leggere avvenimenti impensabili su altre piattaforme.
Basti pensare ad un opera di Ennis, Millar o Ellis in cartaceo e a quanto venga modificata sullo schermo.
Noiro-orioN

Ken Parker

Citazione di: Catcher il 26 Settembre 2020, 17:38:51
Non si può fare perché il settore delle fumetterie, da cui è dipeso e ancora dipende l'editore di comics, vuole rimanere il principale canale di distribuzione.

Vedi cosa è successo con i cinema quest'anno: tra Amazon che ha comprato i film in uscita nel 2020, Netflix e Disney che propongono materiale praticamente nuovo ci sono e ci saranno veramente pochi motivi per andare al cinema. E giustamente la categoria ha cominciato a protestare.

Immagino che potrebbe accadere lo stesso con fumetterie e librerie, a conferma di quanto spesso il meglio per il consumatore significhi il peggio per chi lavora nel settore.

Detto ciò anche io voglio una drastica riduzione dell'offerta mensile, meno eventi e crossover, più storie autoriali autoconclusive e una chiara percezione di chi siano i lettori. 

Perché nessuno capisce bene chi siano, questi lettori, a giudicare dall'attuale offerta. C'è qualcosa per tutti i gusti, davvero per ogni fascia di età e conoscenza del fumetto supereroistico, come se che semplicemente sparassero nel buio sperando di colpire qualcosa a caso.

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Ti quoto una parte, quella in cui dici di volere più storie autoriali e autoconclusive.
Ti dirò.. io vorrei più libertà creativa e più gestioni lunghe, date in mano all'autore senza troppi diktat da parte dell'editore (cross over, eventi, paletti su cosa scrivere e cosa no).
Di gestioni brevi tutto sommato ne stiamo vedendo in questi anni... ma non lo so... non vedo capolavori, storie brevi da restare impresse nella memoria, da quell'all star superman di grant morrison.

Ken Parker

Edit. Letta. Ecco un po' di sano pessimismo Cosmico, ci voleva :asd:

Catcher

Cosmo sei un boomer! :3

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Cosmonauta

#14


Anche se sta iniziando l'Inter, fingete che ora vi stia guardando così.

Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.