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Topolino - Topic Ufficiale

Aperto da Spider-Bat, 29 Settembre 2009, 00:31:35

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Mordecai Wayne



TOPOLINO 3293

Autori: AA.VV.
14x18,5, B., 160 pp., col.|2.70€
PANINI DISNEY

Buon anno a tutti i lettori!
Van Helsing: A moment ago, I stumbled upon a most amazing phenomena. Something so incredible, I mistrust my own judgement.
Look!


Bramo

Citazione di: Mordecai Wayne il 27 Dicembre 2018, 12:48:31


TOPOLINO 3292
Partiamo dalle note dolenti: le due brevi e la storia conclusiva.
Io capisco che Gabriele Mazzoleni abbia voluto provare a replicare il meccanismo dei corti animati, con tante buffe gag e tentativi reiterati di arrivare a un obiettivo, ogni volta demoliti, ma il risultato non è per nulla ottimale. Vuoi per i personaggi, vuoi per il contesto, vuoi per i disegni di Lavoradori, ma la breve non strappa risate e si dimentica subito.
Destino simile anche per Paperino e Paperoga: "Parola d'ordine", dove Giorgio Fontana tira per le lunghe una situazione poco divertente che, quando arriva al dunque, delude per la sua debolezza.
Infine, Datopolinia, oggi, è una storia stranissima. Vorrebbe essere moderna, attuale e affrontare il tema dei big data mostrandone pregi e rischi, eppure quello che ottiene Matteo Venerus è un pastrocchio in cui si fa davvero fatica a capirci qualcosa, tra termini informatici e applicazioni bislacche degli stessi concetti. Il giallo che vi sta dietro è inesistente, e la rappresentazione scelta per mostrare una metropoli filtrata dalle tracce digitali è povera e poco calzante.

Tra le storie "buone per metà" abbiamo invece Zio Paperone e il ricordo di un giorno di Carlo Panaro. Lo sceneggiatore si distacca leggermente dall'andamento classico dell'ultima parte della sua produzione grazie alla possibilità di muovere il Paperone giovane, dei giorni del Klondike. Ed è proprio nella sua caratterizzazione che la storia risulta vincente: volitivo, fiero e duro, impreziosisce una storia che si regge su di lui. E sul suo rapporto con Doretta Doremì. La storia ha il "peccato originale" di essere ambientata nel famoso mese in cui la Stella del Polo era tenuta contro la sua volontà al Fosso dell'Agonia Bianca, già profanato da Don Rosa nella sua ultima storia realizzata, ma a differenza dell'autore del Kentucky Panaro riesce perlomeno a preservare il "non-detto" che aleggiava sulla relazione tra i due personaggi.
Peccato che, dietro a tutto questo, non ci sia una trama particolarmente forte a reggere il tutto, con un Soapy Slick infilato un po' a forza. Validi i disegni di Daniela Vetro e le atmosfere.

Anche il penultimo episodio di Alla ricerca di Mickey[/i] funziona, in linea di massima, e quello che forse inizia a pesare è forse il reiterarsi di un certo meccanismo narrativo di episodio in episodio. Francesco Artibani firma comunque una sceneggiatura cristallina e ancora una volta adatta la trama al personaggio-ospite, in questo caso Eta Beta, con un plot leggero ma divertente. Lorenzo Pastrovicchio fa un buon lavoro, che in alcuni sguardi di Topolino non convince appieno (forse anche per l'effetto dei colori di Emanuele Ercolano), ma che restituisce un Eta Beta profondamente e piacevolmente gottfredsoniano e che si esalta nella scena dell'inseguimento.

Il fiore all'occhiello del numero è la storia d'apertura: Orgoglio e Pregiudizio. Eppure... per ora il giudizio è sospeso. Questa prima parte è piuttosto fedele al primo terzo dell'opera originale, sia in quanto succede sia nelle atmosfere inglesi ottocentesche. Il problema è che, in ogni caso... succede davvero poco. Le didascalie e la narrazione esterna imperversa, vengono messi in primo piano i sentimenti dei personaggi, ma a parte questo la storia non procede, e sembra quasi girare a vuoto verso la parte centrale dell'episodio. Il problema è endemico, volendo appunto seguire con scrupolo il romanzo di partenza, ma in una divisione in tre parti la cosa crea qualche problema di fruizione.
Nonostante ciò, si avverte l'amore, la passione e la perizia dei due autori: di Teresa Radice nel curare i rapporti tra i personaggi, descrivendo con trasporto le loro caratteristiche e quello che lo guida, e di Stefano Turconi nel rappresentare con il suo tratto elegante e ricercato sfondi e ambientazioni tipiche del contesto, guardando per alcune vignette anche alla versione cinematografica del 2005 e facendo un ottimo lavoro anche sui personaggi, pienamente loro ma con un quid di "nobiltà" in più grazie agli abiti e alle espressioni.
Un lavoro lento, per ora, ma raffinato e di qualità indubbiamente.
Andrea "Bramo"

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Bramo

Citazione di: Mordecai Wayne il 31 Dicembre 2018, 09:09:22


TOPOLINO 3293
Sarò brutalmente onesto: ho comprato il numero per due soli motivi, la seconda parte di Orgoglio e Pregiudizio e l'ultima di Alla ricerca di Mickey.
E a giudicare dalle storie del prossimo albo, lo acquisterò solo per la conclusione della parodia firmata Teresa Radice/Stefano Turconi...
Ma restiamo a questa settimana: la versione disneyana del romanzo di Jane Austen prosegue bene, migliorando rispetto alla lentezza che avevo riscontrato nel primo episodio. La spiegazione è semplice: in quel caso si dovevano introdurre personaggi, situazioni ed epoca, era inevitabile che a farne le spese fosse la "ciccia", drammaticamente assente. Ma il preambolo era necessario e importante, e il problema è tutto nella suddivisione in tre tronconi. Un'eventuale futura ristampa unitaria supplirà a questo difettuccio endemico.
Ad ogni modo, ora che la storia è stata avviata si è entrati nel vivo, accadono più cose e il risultato generale è decisamente migliore, anche grazie a una ridotta presenza delle "interruzioni" della versione papera della Austen. Rilevo la grande fedeltà che Radice sta riuscendo a mantenere rispetto all'opera originale, e ne plaudo, e pur trovando disturbante Pico che chiede Paperina in sposa - anche se in versione trasfigurata - ho poi un Paperone perfettamente in parte, come zio di Ducksy.
Turconi ai disegni fa ottime cose davvero: la scena del ballo viene resa in maniera perfetta, restituendo quasi il ritmo musicale della danza tra i nobili, e la tavola che chiude il capitolo è meravigliosa non solo per intensità di sceneggiatura, ma anche per come viene rappresentata.
Magnifiche le ville e i saloni raffigurati, e molto buona la struttura della griglia: alcune tavole diventano a quattro strisce (alla francese) e le vignette quadre abbondano :)
Peccato per quell'indecisione sul cognome Bingpap/Bingbong, cosa che spero verrà corretta nell'eventuale futura ristampa...

Per quanto riguarda la lunga avventura celebrativa scritta da Francesco Artibani, La macchina della memoria conclude in modo un po' troppo... piatto la trama orizzontale. Mi è perfettamente chiaro che tutto il pretesto del marchingegno di Macchia Nera fosse pensato solo per creare il viaggio alla (ri)scoperta della 8 caratteristiche di Topolino, ma avrei sperato vi fosse dedicata maggiore cura in occasione della conclusione. Così non è, e subito dopo aver riottenuto il suo ultimo elemento distintivo, la storia si chiude senza riprendere minimamente fiato. Capisco il numero di tavole da rispettare, e la cura che si è voluta riservare all'inseguimento tra Topolino e Gambadilegno, ma questo non giustifica la velocità con cui la saga termina, depotenziandola tutta a posteriori. Se a questo si aggiunge che l'episodio in sé è uno dei meno riusciti come qualità dell'intreccio, si potrà capire come ritenga un'occasione mancata questa scivolata finale, specie dopo una minore riuscita dei due episodi precedenti. Peccato, anche al netto dei buoni disegni di Corrado Mastantuono.

Il mio commento potrebbe anche interrompersi qui, non c'è molto altro di interessante da rilevare in questo primo numero dell'anno, dove perfino Giorgio Cavazzano in copertina non brilla affatto, anzi.
La breve dei Bassotti non diverte e non comunica nulla, quella muta con Pippo strappa giusto qualche sorriso per via della sequela di gag, che però risultano prevedibili e penalizzate da disegni che non esaltano il ritmo della sceneggiatura, e la storia in chiusura d'albo presenta un plot classico, che di per sé non è un male, ma che mi ha lasciato particolarmente freddino, e mi è parsa si trascinasse in modo un po' stanco nel presentare quello che voleva raccontare, facendolo senza troppa verve e a un certo punto con una struttura che diventa "a tappe" veramente stancante. Sempre gradevoli però i disegni di Luciano Gatto, nel loro essere puliti e "riposanti".
In questo ammasso di fumetto innocuo Paperino, Paperoga e il mezzopienismo spicca vagamente, con una trama semplice e banale che riesce però ad ottenere una sua identità, che porta avanti coerentemente fino ad un finale simpatico. I disegni di Lucio Leoni contribuiscono al ritmo della storiella, che riesce a intrattenere tutto sommato piacevolmente, pur essendo tutt'altro che incisiva e indimenticabile. Però si fa leggere.
Andrea "Bramo"

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Mordecai Wayne

Citazione di: Mordecai Wayne il 31 Dicembre 2018, 09:09:22


TOPOLINO 3293

Autori: AA.VV.
14x18,5, B., 160 pp., col.|2.70€
PANINI DISNEY

Buon anno a tutti i lettori!
Numero come i precedenti, ne arte né parte. Devo dire però che Orgoglio e pregiudizio mi sta piacendo, la trasposizione in versione Disney funziona. Divertente la storia di Paperoga e Paperino mentre non mi è piaciuto nemmeno il capitolo finale della serie Alla ricerca di Topolino che a conti fatti è stato un vero buco nell'acqua.

Voto: 6+
Van Helsing: A moment ago, I stumbled upon a most amazing phenomena. Something so incredible, I mistrust my own judgement.
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Bramo

Citazione di: Mordecai Wayne il 04 Gennaio 2019, 09:04:39
non mi è piaciuto nemmeno il capitolo finale della serie Alla ricerca di Topolino che a conti fatti è stato un vero buco nell'acqua.
Ma intendi Alla ricerca di Mickey nel complesso? Sicuramente sul finire (gli ultimi 3-4 capitoli, con un capitombolo proprio in quello conclusivo) ha perso un po' della smalto iniziale, e questo a posteriori mina senz'altro il giudizio complessivo sul progetto, rispetto a quello che avevo agli inizi. Però alcuni episodi risultano molto validi, secondo me: il primo, quello con Paperino e quello con Paperone su tutti, che con il loro affrontare i generi narrativi del comprimario di turno si attesta come ottimo esempio di buona sceneggiatura.
La trama complessiva risulta un po' danneggiata, alla fine dei giochi, ma temo non fosse mai stato il vero focus del progetto, ma solo il pretesto, e così è stato trattato. Il che per me rappresenta un difetto, ma questo mi permette di analizzare ed eventualmente valorizzare ciascun episodio per sé stesso.
E per quanto riguarda i disegnatori, infine, abbiamo avuto molti grossi calibri in gioco, a parte un paio di nomi, e quasi sempre hanno dato una bella prova delle loro capacità :)
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Mordecai Wayne

Citazione di: Bramo il 04 Gennaio 2019, 12:47:01
Citazione di: Mordecai Wayne il 04 Gennaio 2019, 09:04:39
non mi è piaciuto nemmeno il capitolo finale della serie Alla ricerca di Topolino che a conti fatti è stato un vero buco nell'acqua.
Ma intendi Alla ricerca di Mickey nel complesso? Sicuramente sul finire (gli ultimi 3-4 capitoli, con un capitombolo proprio in quello conclusivo) ha perso un po' della smalto iniziale, e questo a posteriori mina senz'altro il giudizio complessivo sul progetto, rispetto a quello che avevo agli inizi. Però alcuni episodi risultano molto validi, secondo me: il primo, quello con Paperino e quello con Paperone su tutti, che con il loro affrontare i generi narrativi del comprimario di turno si attesta come ottimo esempio di buona sceneggiatura.
La trama complessiva risulta un po' danneggiata, alla fine dei giochi, ma temo non fosse mai stato il vero focus del progetto, ma solo il pretesto, e così è stato trattato. Il che per me rappresenta un difetto, ma questo mi permette di analizzare ed eventualmente valorizzare ciascun episodio per sé stesso.
E per quanto riguarda i disegnatori, infine, abbiamo avuto molti grossi calibri in gioco, a parte un paio di nomi, e quasi sempre hanno dato una bella prova delle loro capacità :)
Si nel complesso. Qualche episodio, come hai detto tu è anche interessante, ma nella sua totalità è stato parecchio deludente come racconto.
Van Helsing: A moment ago, I stumbled upon a most amazing phenomena. Something so incredible, I mistrust my own judgement.
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TOPOLINO 3294

Autori: AA.VV.
14x18,5, B., 160 pp., col.|2.70€
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Bramo

Citazione di: Mordecai Wayne il 07 Gennaio 2019, 14:07:34


TOPOLINO 3294
L'editoriale torna a tutta pagina e il sommario su doppia facciata: cambiamenti grafici e di impaginazione positivi, a parer mio (a parte il colore giallo acceso come sfondo), anche per dedicare un paio di righe di riassunto alle storie principali del numero, oltre che dare importanza anche alle rubriche.

A tal proposito, plaudo alla varietà e alla cura con cui i tre articoli dell'albo sono realizzati: uno sulla musica live, uno sul cinema e uno su un esperimento scolastico di integrazione e di digitalizzazione. Al di là dei gusti musicali, o dell'opinione che si può avere su Frank Matano, trovo interessante parlare di questi argomenti anche quanto toccano aspetti più leggeri e innocui, specie se a far da contrappeso c'è l'approfondimento sulla scuola da un punto di vista "futuro".

Per quanto riguarda le storie, invece, c'è meno da stare allegri.
La breve su Nonna Papera e Ciccio scorre in modo  pigro se non sconclusionato: non succede niente di interessante, e non si fa niente per nasconderlo. A peggiorare le cose ci sono i disegni di Chierchini che, con tutto il rispetto per il suo passato, non ce la fa visibilmente più. Alcune vignette sono inguardabili, i due personaggi principali hanno spesso espressioni o pose folli, le macchine sgangherate sono tremende e a peggiorare il tutto c'è un'inchiostrazione pesante e sballata.
Non va meglio nella breve con Pluto che finisce nella macchina del tempo. Soggettino fin troppo ameno, privo di mordente e dalle premesse assurde (il cane si sporca? chiediamo una spazzola al mio amico scienziato mentre è al lavoro al museo!), con uno svolgimento ancora più zoppicante.

Pippo e il malinteso criminoso ha il pregio di avere alcuni dialoghi piuttosto buoni e spiritosi... alcuni, non tutti. Per il resto la trama scorre in maniera prevedibile dall'inizio alla fine, tirata anche un po' troppo per le lunghe per quello che vuole raccontare. Null'altro da segnalare.

Paperino e i Bassotti ospitali mi ha sorpreso, lo ammetto. Dalle premesse mi aspettavo una robaccia mentre tutto sommato mi pare una storia che, se l'avessi fruita all'età giusta, avrebbe avuto le carte in regola per farsi ricordare col sorriso sulle labbra anni dopo. Letta adesso saltano all'occhio certe forzature grosse come case:
Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.

Ma, al netto di tutto questo, l'idea di base viene costruita con i giusti tempi, tanto da diventare accettabile e giustificata nonostante in partenza sia un'idea che non promette nulla di buono. E già questo non è poco. Il corpo centrale con il rapporto tra Paperino e i Bassotti è infatti ben gestito e crea un paio di momenti azzeccati, lo riconosco.
I disegni di Nicola Tosolini sono apprezzabili: lo stile plastico dell'autore funziona, non male nelle ambientazioni e inoltre regala un bel Donald e anche uno Scrooge ben fatto, e soprattutto dei Bassotti che, pur non grassi come alle origini, recuperano nelle espressioni un cipiglio adeguato e una corporatura comunque sformata.

Il cuore dell'albo, a costo di essere scontati, è la conclusione di Orgoglio e Pregiudizio di Teresa Radice e Stefano Turconi. L'ultimo "volume" - che non capisco perché sia diviso a sua volta in prima e seconda parte - presenta grossomodo gli stessi pregi e gli stessi difetti dei primi due: ad un'eccessiva verbosità descrittiva (stratagemma che sospetto sia usato per comprimere nelle tavole a disposizione più di quanto potrebbe raccontare mostrandolo effettivamente) si contrappone un bell'uso del cast papero, che anche con commistioni ardite (Miss Paperett e Ciccio sposati?) funziona piuttosto bene. Rimane la spiccata aderenza con l'opera originale - alla fine credo che la differenza più grande sia la "dote" di Lydia, necessaria
Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.
e non era facile rimanere così fedeli.
Una cosa però mi spiace: che il finale
Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.
Dettagli, comunque.
Nulla da ridire sui disegni di Stefano, invece: i molti paperi in gioco non spaventano l'artista, che raffigura tutti i personaggi con perizia e con il suo tocco personale. Ovviamente la cura maggiore è rivolta ai protagonisti, e il suo Ducksy impettito è magistrale, tanto quanto la sua Elizabeth sospettosa, confusa e infine innamorata. Di valore sono anche gli sfondi, sia al chiuso che all'aperto, che beneficiano di quei tocchi estetici che il disegnatore citava nell'intervista sul numero di Natale e che risultano evidenti ("i tratteggi che ricordano le incisioni di allora o alberi dalle forme 'tonde' come nei vecchi quadri di paesaggio"). Insomma, mi sembrava davvero di muovermi anch'io nella campagna inglese dell'Ottocento, e questo non solo per una presunta verosimiglianza dei luoghi, ma anche per la capacità di ricreare l'atmosfera passando per gli stili artistici dell'epoca.
La trasposizione disneyana del romanzo di Jane Austen è nel complesso riuscita, secondo me: non priva di pecche, congenite o meno, si attesta come un lavoro raffinato e di alto profilo, caratteristiche che raramente si rintraccia ormai si rintracciano su Topolino trattate in questi toni.
Andrea "Bramo"

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Mordecai Wayne

Citazione di: Mordecai Wayne il 07 Gennaio 2019, 14:07:34


TOPOLINO 3294

Autori: AA.VV.
14x18,5, B., 160 pp., col.|2.70€
PANINI DISNEY
Di questo numero mi è piaciuto il finale di Orgoglio e Pregiudizio, che nel complesso si è rivelata un'ottima trasposizione, e la storia con Paperino complice dei Bassotti. Una storia semplice che va al cuore del personaggio e cosa lo rende così speciale.
Divertente la storia con Pippo, un riempitivo quella con Pluto mentre la storia con Nonna Papera, oltre che brutta, è pure disegnata malissimo.

Voto: 7-
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Mordecai Wayne



TOPOLINO 3295

Autori: AA.VV.
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Bramo

Citazione di: Mordecai Wayne il 14 Gennaio 2019, 17:26:19


TOPOLINO 3295
Oh, ecco un buon Topolino, finalmente!
Nelle scorse settimane, infatti, i singoli numeri erano sorretti solamente da una storia, che giustificava in qualche modo l'acquisto del relativo albo, e tutto il resto non mi aveva detto praticamente nulla, in una piattezza diffusa e soffusa abbastanza preoccupante.
Una volta tanto capita però un "Topo" discreto in linea generale, anche per quanto riguarda le rubriche.

Si parte subito piuttosto bene con Zio Paperone e i tempi del Klondike. Pietro Zemelo non inventa nulla, per l'ossatura della sua storia, e attinge a piene mani da quelle suggestioni relative alla possibilità di cambiare qualcosa del proprio passato e relative conseguenze, con una spruzzata di approfondimento all'animo più "umano" dello Zione. Ma lo fa dannatamente bene. L'ambientazione dello Yukon non è fine a sé stessa per accalappiare i donrosiani incalliti, ma è ben contestualizzata all'interno dell'intreccio, e il Paperone che vi agisce è genuino, ben raccontato e credibile. Buona l'idea del vecchio amico e dello sciroppo d'acero come sorta di magica Madeleine di Proust.
Ma quello che rende la storia degna d'attenzione sono soprattutto gli splendidi disegni di Fabio Celoni, che mancava da troppo sulle pagine di Topolino: ogni vignetta è finemente cesellata, ricca di dettagli raffigurati con la linea guizzante e carezzevole dell'artista. Paperone è meraviglioso, sia nei panni attuali che in quelli giovanili, e così le curatissime ed eteree atmosfere innevate del Klondike. Una parte importante di questo fascino estetico è data dalla colorazione, supervisionata dallo stesso Celoni, che offre un cromatismo efficace e di grande qualità, accompagnando perfettamente i disegni.
Tavole che sono una vera opera d'arte.

Mickey Mouseau e lo scatto di soppiatto è un'altra storia che ho gradito molto. Roberto Gagnor firma un altro tassello del suo lungo progetto della Storia dell'arte di Topolino e lo fa, stavolta, parlando di fotografia e in particolare omaggiando Justin Trudeau. La storia ha un soggetto molto semplice e una conclusione più che lineare, ma lo sceneggiatore la riempie di trovate esilaranti davvero riuscite, di battute simpatiche e di un visibile – ma senza essere pedante – inno al valore e alla poesia di uno scatto fotografico.
Ho riso genuinamente in più punti, passando minuti piacevoli di lettura: lo sviluppo ha un buon ritmo tra inseguimenti e furti, e questo ovvia a un soggetto molto basico.
Molto bravo Luca Usai ai disegni: anche se la tecnica ad acquerello per raffigurare le fotografie non ha potuto essere riprodotta – come rivelato dallo stesso disegnatore su Facebook – le vignette con gli scatti in b/n sono comunque suggestive e spiccano rispetto a quelle normali. E anche quelle normali funzionano bene, con lo stile morbido e rotondo tipico di Usai.

Giuseppe Zironi scrive e disegna invece Superpippo e Indiana Pipps e l'alleanza piramidale: l'insolito team-up poteva dare esiti disastrosi, invece l'autore dimostra – come già in passato – un certo talento nell'usare i personaggi disneyani. I due pippidi collaborano per evitare che un'antica piramide possa emergere dalle sabbie e scatenare gravi pericoli al pianeta. Il "terreno" narrativo su cui ci si muove è quindi prettamente quello di Indiana, cioè archeologico, e in tal senso introdurre il cugino di Pippo solo a storia inoltrata l'ho trovata una finezza apprezzabile, ma l'elemento "fantascientifico" garantisce che anche il supereroe si trovi a suo agio nella storia. I due personaggi si muovono bene insieme, e i disegni sono validi: devo ancora capire quanto mi piaccia il tratto nervoso, sottile e quasi stilizzato che il disegnatore ha adottato da qualche anno, rispetto a quello più morbido di una ventina d'anni fa, ma è sicuramente molto personale (anche se forse ne guadagna solitamente più Topolino, qui assente, che le figure pippesche).
Spiace però che la trama, al di là dello spunto iniziale gradevole, non riesca ad andare oltre al solito, irrinunciabile Kranz con tanto di travestimenti. L'azione presente è buona, il ritmo buono, ma quel villain è ormai così svalutato da non costituire una minaccia credibile, purtroppo, il che disinnesca un po' il confronto finale.

Pico e la contesa del capannone soffre un po' il fatto di essere nata dall'idea di una classe di ragazzini delle medie: cerca di parlare di un tema giovane, desiderio condivisibile da parte dei piccoli lettori, ma come troppo spesso accade tradurre queste istanze in una storia Disney non è affatto semplice, e soprattutto non si riesce ad andare oltre il semplice e trito sberleffo delle parlate giovanili e, come in questo caso, dei dissing fra rapper di strada. Roberto Gagnor si trova ad operare su temi delicati, e molto radicati nel tessuto urbano attuale, ma trattare argomenti del genere vuol dire parlare di determinate cose che su Topolino non si possono nemmeno sfiorare, e nemmeno nessuno si sognerebbe di chiederlo. Il risultato così è monco, e lo sceneggiatore che nello stesso numero ha offerto una buona storia sulla fotografia qui presenta un collage di giochi di parole e di trovate bislacche al servizio di una trama risibile. Senza infamia e senza lode i disegni di Paolo De Lorenzi, particolarmente spento rispetto ai suoi esordi.

Sulla breve dei Bassotti nulla da dire. Sarebbe come sparare sulla croce rossa. Nel 2019 abbiamo ancora i ladri che dopo essersi mossi sottoterra riemergono in polizia invece che in banca........................................

Ma non lasciamo che due storielline rovinino l'impressione generale sull'albo, che come visto per il resto offre buon intrattenimento a fumetti. E non solo: risulta molto interessante l'intervista di Francesca Agrati ad Alex Bellini per la sua missione di sensibilizzazione contro l'inquinamento degli oceani per colpa della plastica, così come quella della giovane Toporeporter a Regina Baresi, visto che pur da non amante del calcio mi fa sempre piacere quando si dà spazio alla realtà femminile di questo e altri sport, troppo spesso dimenticata.
L'articolo sulla corsa all'oro aveva tutti gli elementi per costituire un buon pezzo... peccato che Santo Scarcella lo affronti in modo confusionario, partendo da quella del Klondike per poi fare un excursus anche su quella della California e di altre, mancando così l'obiettivo di approfondire per bene l'argomento. Lo specchietto sull'esperienza di Paperone è anch'esso poco centrato, non tanto perché "mescola le fonti" ma perché parte dall'esperienza fluviale del giovane Scrooge, che poco c'azzecca con la gold rush. Occasione sprecata, quindi, e in fondo sarebbero bastate due pagine in più per rendere il tutto più organico, magari riducendo lo spazio allo strambo e irrinunciabile test...
Andrea "Bramo"

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TOPOLINO 3297

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Inghilterra, inizio '900: sir Paperon amministra i beni di famiglia in assenza del conte titolare, ma eventi straordinari stanno per sconvolgere la vita della nobile stirpe dei Quackley... Parte così Il conte di Anatrham di Marco Bosco e Nico Picone.
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Fedele all'Ordine di Saint Dumas e al Pipistrello
Combatteremo le idee con idee migliori

Mordecai Wayne

Citazione di: Mordecai Wayne il 14 Gennaio 2019, 17:26:19


TOPOLINO 3295

Autori: AA.VV.
14x18,5, B., 160 pp., col.|2.70€
PANINI DISNEY
Non male questo numero. Nel complesso mi sono piaciute quasi tutte le storie, soprattutto quella di Zio Paperone ai tempi del Klondike, e quella di Superpippo e Indiana Pippis alle prese con la piramide di Tut-tut-akmon.
Divertente la storia della Banda Bassotti, e niente male quella di Topolino fotografo. Non mi è piaciuta più di tanto quella con Pico de Paperis alle prese con la cultura rap e graffitara.

Voto: 7
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