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Topolino - Topic Ufficiale

Aperto da Spider-Bat, 29 Settembre 2009, 00:31:35

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Bramo



TOPOLINO 3225

Autori: AA.VV.
14x18,5, B., 160 pp., col.|2.50€
PANINI DISNEY

Secondo episodio di "Zio Paperone e il deposito sotto A.S.S.E.D.I.O." e il ritorno di Fantomius.
Andrea "Bramo"

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Bramo

Numero un po' deboluccio, se paragonato con la media di uno-due mesi fa, che praticamente si fa notare solamente per la storia d'apertura.
Zio Paperone e il Deposito sotto A.S.S.E.D.I.O. prosegue con una seconda puntata che conferma le buone premesse riscontrate la scorsa settimana. Le sottotrame (Paperone e Battista bloccati nel Deposito sprofondato, Paperino e Paperoga che in superficie devono cercare di risolvere la situazione, il piano dei Bassotti e la vicenda di Rockerduck) si intersecano senza affollare la storia, ma amalgamandosi con il giusto equilibrio, dando comunque coerentemente maggior spazio allo Zione che della storia è il titolare. Qui Vito Stabile e Pietro Zemelo si concentrano sul lato più volitivo e caparbio del carattere del magnate, dopo aver mostrato maggiormente quello entusiasta nel primo episodio: il personaggio continua ad apparire genuino e ben interpretato dai due sceneggiatori.
Federico Franzò alle matite si difende bene: le sue tavole sono piuttosto ordinarie, senza grandi guizzi, ma servono molto bene lo storytelling e si permettono anche qualche occasione quadrupla azzeccata. Generalmente buono anche l'aspetto del cast.

A seguire una nuova storia del Fantomius di Marco Gervasio: Senza maschera ha il pregio di abbandonare l'eccessiva mission di inserimento nella coerenza barksian-donrosiana, concentrandosi su una semplice avventura criminale del protagonista. In questo sembra essere tornati alla semplicità delle prime storie, ma in alcuni passaggi la superiorità intellettuale del criminale sembra davvero troppo schiacciante, fino a risultare spiazzante. Le dinamiche del piano di Fantomius sono a volte troppo fluide e in questo modo la sospensione dell'incredulità viene leggermente meno.

Doppia razione della Molti personaggi ecc. di Sio e Picone: i nodi sono venuti quasi tutti al pettine, ma si sancisce pressoché in maniera definitiva, per me, che in questa storia-fiume lo sceneggiatore si è "permesso troppo", giocando con i caratteri dei personaggi. Se nelle prove precedenti si era dimostrato rispettoso e conoscitore delle varie personalità, dando libero sfogo alla sua vena comica nonsense solo con personaggi a cui calzava bene addosso, come Paperoga o Pippo, limitandola cum grano salis negli altri, qui vedere Paperino e Topolino pronunciare frasi da babbei catatonici mi ha stonato parecchio. È un meccanismo che funziona nelle strisce stilizzate di Sio, dove ogni personaggio può ricoprire quel ruolo, ma con un cast del genere la cosa andrebbe meglio distribuita.
Al netto di alcune battute divertenti (anche in questi stessi due episodi), il resto è purtroppo bocciato. In attesa di leggere l'ultimo episodio per avere un'idea realmente definitiva.
Su Indiana Pipps Flash Adventures c'è ben poco da dire (se non che rientra nel novero delle 4-pages che dovrebbero far ridere ma non ci riescono), mentre spezzo una lancia in favore di Topolino e l'inseguimento epocale: contenendo molti riferimenti alla serie TV inglese Doctor Who la storia è stata martoriata da diversi commenti in giro per il web. Io, pur da fan sfegatato del Dottore, non giudico in maniera così negativa la storia di Jacopo Cirillo e Valerio Held: sicuramente è ben lungi dal lasciare il segno, e ha una trama che soffre l'avere troppa carne al fuoco per lo spazio in cui viene sviluppata. Mi pare un'avventura troppo ambiziosa, che non riesce a mantenere le premesse iniziali, realmente sfiziose. Perché anche se è vero che i riferimenti e le citazioni a elementi relativi al Dottore abbondano e costituiscono parte integrante della trama, è anche vero che sono utilizzati in maniera comprensibile anche da chi non conosce la serie. Sono inside jokes, un po' invasivi, sì, ma senza inficiare la comprensione della lettura. Quella semmai è inficiata da una spiegazione finale un po' troppo involuta e complessa, che si arrota su se stessa e lascia il lettore un po' confuso. Ma lo strambo personaggio dell'Ingegnere funziona come motore della storia, e anche lo spunto iniziale risulta interessante. Peccato solo per il Topolino un po' in ombra.
Andrea "Bramo"

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TOPOLINO 3226

Autori: AA.VV.
14x18,5, B., 160 pp., col.|2.50€
PANINI DISNEY

A scuola con Benji e Fede, intervista esclusiva! Inoltre terza parte di Zio Paperone e il Deposito sotto A.S.S.E.D.I.O. e ultima della lunga storia di Sio.
Andrea "Bramo"

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Bramo

Numero ben poco interessante, quello di questa settimana, a cominciare dalla copertina acchiappa-teen che pure appare ben disegnata dal bravo Luca Usai.
Ma fosse quello il problema: quello che non funziona sono le storie, che lasciano davvero poco. Non sono brutte o sbagliate, ma senza verve.
È il caso di Topolino e l'amena invasione, prevedibile dal primo all'ultimo particolare fin dalla terza tavola, valida solo per il messaggio finale (pure già visto in mille salse sul Topo, e anche in modi migliori).
È il caso di Assalto al portavalori, nuova storiella della serie I minigialli: un genere che Marco Bosco sa scrivere, ma che evidentemente nel format da 8 tavole non può creare chissà quali intrecci, con il risultato di avere - come nei minigialli precedenti - una trama annacquata, innocua e banale.
È il caso di Il mio diciannovesimo milione, penultimo episodio della lunga serie di aneddoti sul passato di Zio Paperone ad opera di Fausto Vitaliano: l'avventura segue la falsariga delle precedenti, l'impianto è ormai ultra-collaudato e viene qui riproposto con piccole variazioni sul tema. Sono proprio quelle a fare la differenza: l'inciso sulle nuove tecnologie in cui si lancia Paperone, per quanto appaia troppo slegato rispetto al resto della trama, possiede comunque un po' della brillantezza tipica di alcune idee dello sceneggiatore, il che rende la storia leggermente più godibile, anche grazie ai bei disegni plastici di Stefano Intini.
Non è il caso della conclusione della storia-fiume di Sio: di prevedibile e dimenticabile c'è ben poco, a conti fatti, ma l'inesauribile vena di folle nonsense dell'autore ha fatto cilecca, per la prima volta da quando scrive su Topolino, almeno secondo il mio parere. Dopo la costruzione troppo delirante e colma di out of character degli scorsi episodi, il finale non è altro che il coronamento di tale approccio, e non poteva essere altrimenti. Ci sono tanti elementi, ma buttati alla rinfusa, come in un flusso di coscienza che sarebbe stato cassato a qualunque altro sceneggiatore l'avesse proposto. Il finale, coerentemente, non spiega granché e rende in sostanza piuttosto inconcludente tutta l'operazione, lasciando con un senso di spaesamento e scarso appagamento. Anche le battute demenziali, unico punto di forza di questa storia, nelle sue ultime parti perdono di effetto.

Unico pregio del numero è quindi il terzo episodio di Zio Paperone e il Deposito sotto A.S.S.E.D.I.O. Vito Stabile e Pietro Zemelo sanno il fatto loro e scrivono una storia in cui la trama appare spalmata molto bene in ciascuna delle parti finora uscite, e anche dovendo gestire 3 trame parallele la trama non appare mai confusa né allungata, cosa che a volte succede anche a sceneggiatori ben più blasonati quando sono alle prese con storie in 3 o 4 tempi. L'inserimento di Amelia non dà l'idea di affollamento o di gratuità ma contribuisce attivamente allo svolgimento. Il dramma interiore di Rockerduck è - cosa rara - trattato con serietà e senza banalizzarlo. La prima moneta gettata nel Deposito occhieggia in una vignetta a ricordarci che "quella pistola deve sparare prima della fine". Questo è il tipo di storie che vorrei leggere con regolarità su Topolino!
Federico Franzò continua a difendersi più che bene ai disegni, poi: è giovane e non ha ancora un suo stile, il suo tratto è generalmente anonimo, ma dimostra una buona mano e può solo crescere. Se coltivato bene, fra un po' d'anni potrebbe dare delle belle soddisfazioni.
Andrea "Bramo"

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TOPOLINO 3227

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Ultimo episodio di "Zio Paperone e il deposito sotto A.S.S.E.D.I.O." e la "materia oscura" di Topolino Comic&Science.
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Bramo

Ecco un numero dalle prime due storie molto forti... e con il resto ben poco appetibile.
L'ultimo episodio di Zio Paperone e il Deposito sotto A.S.S.E.D.I.O. non fa che testimoniare tutte le solide e ottime premesse accumulate nelle puntate precedenti: la storia di Vito Stabile e Pietro Zemelo tira le fila di tutti gli elementi sparsi nella trama, a partire dal primo dollaro gettato nel Deposito fino al ruolo di Rockerduck, il quale viene qui scritto davvero bene e in modo tridimensionale, lontano dai cliché ormai stantii e piatti.
Le svolte narrative sono sempre ben giustificate e sensate, la tensione di avverte e vedere il Deposito in un ruolo così attivo è stato bello. Merito anche delle tavole di Federico Franzò, che non ha voluto strafare ma anche con uno stile privo di guizzi ha saputo portare a casa un lavoro più che onorevole e in grado di supportare anche con la necessaria dinamicità la sceneggiatura.
Un episodio, e una storia nel complesso, in cui è difficile trovare difetti (forse il ruolo di Paperino e Paperoga è stato un po' troppo accessorio in questa quarta parte, e anche il fatto che i Bassotti abbiano trovato un punto debole nella corazza impenetrabile con un "semplice" martello pneumatico forse stona un po', ma sono sottigliezze che non inficiano il godimento della storia né vanno a toccare il meccanismo pressoché perfetto della sceneggiatura). Ce ne vorrebbero davvero tante altre, di storie realizzate così: non per forza saghe evento di 100 e passa pagine, basterebbe saper applicare questo approccio verso l'azione, l'ironia e verso il modo di intendere i personaggi anche alle storie standard da 30 tavole.

Anche Fausto Vitaliano, in apertura di numero, porta a casa un bel risultato: Topolino e l'oscura macchia... nera coniuga in modo morbido gli elementi scientifici (in questo caso il tema della materia oscura) e l'ennesimo conflitto tra Topolino e Macchia Nera. Il Macchia che appare qui è temibile, molto in parte, anche grazie al piano ardito che inventa per sbarazzarsi di Mickey. Alessandro Perina riconferma il proprio talento con tavole dinamiche e piene di personaggi briosi e caratterizzati da un tratto morbido e piacevole.

Paperino e l'equivoco R.O.N.F. è una storia inconcludente, basata su una dinamica vista e rivista che la sceneggiatrice prova a riadattare in modo diverso, con un risultato goffo e per nulla coinvolgente.
Il nuovo minigiallo di Bosco soffre dei difetti dei precedenti, sia per lunghezza che per esito dell'indagine.
Paperinik e l'ombra su Isola del Sole possiede appieno il ritmo delle storie danesi, di cui fa parte: intrigo generico e stravisto, Paperinik che agisce col pilota automatico, cattivo che più stereotipato non si può.
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TOPOLINO 3232

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Tutti a Lucca Comics&Games 2017!
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Bramo

Il numero lucchese di Topolino non presenta storie direttamente collegate alla più grande fiera del fumetto italiana (eccezion fatta per le 6 one-pages dedicate), ma cala alcuni pezzi da novanta della propria scuderia: l'episodio conclusivo della storia di Artibani/Perina su Cuordipietra, un giallo di Casty, una nuova storia di Comics&Science e il prologo della saga di punta dell'autunno 2017.

Il sergreto di Cuordipietra si conclude bene, e con lo sguardo globale che si può dare ora mi sento di dire che no, non supera L'Ultima Avventura, e nemmeno la metterei sullo stesso piano qualitativo. Laddove la storia di 4 anni fa presentava una trama maggiormente articolata e una sceneggiatura "di ferro", in questo caso i dubbi sullo svolgimento e su alcuni passaggi non mancano (specialmente nell'affaire Gedeone) e il finale sembra mancare di epica nella risoluzione dell'intreccio.
Di contro però Francesco Artibani scrive un Paperone bellissimo e molto umano, pur dimostrandosi anche calcolatore, e offre una visione "famigliare" molto forte e sentita che rende il clan dei Paperi coeso e credibile nei propri rapporti. Una volta tanto la commedia slapstick di botte, rincorse e quant'altro lascia il posto a un fronte comune di azioni e sentimenti che, senza essere sdolcinati, contribuisce a un quadro apprezzabile.
Anche il profilo di Cuordipietra ne esce crudele nella giusta misura, con una caratterizzazione alquanto riuscita.
Altri due pregi sono un certo senso di pericolo, che si avverte in alcuni passaggi della trama e dovuti a una scrittura più drammatica e meno "giocattolosa" e i disegni di Alessandro Perina, che senza strafare e col suo stile sobrio offre un'altra prova più che buona.

Prova più che buona che replica anche con Topolino e la minaccia piccolina, di Casty, dove oltre a veder recitare un ottimo Topolino e un amabile Gancetto il disegnatore si diverte anche a giocare con la diversa prospettiva che il rapporto tra i personaggi e l'ambiente hanno nella difficile situazione "miniaturizzata".
Casty sfrutta infatti un vecchio espediente per un nuovo thriller dei suoi che, pur non brillando come altre sue storie simili intrattiene con un buon ritmo.

Paperino e i ponti di Quackemberg è forse la miglior storia di Topolino Comics&Science, per il suo essere in grado di non usare lo spunto scientifico come mero pretesto per sviluppare una storia che se ne distacca durante il suo svolgimento, magari piegandolo alle proprie esigenze di trama. Artibani ripercorre un fatto storico collegato alla geometria e alla topologia per scrivere un'avventura ricca di brio e razionalmente matematica, dove anche Mazzarello fa un buon lavoro.

Il numero si chiude con il breve prologo alla Nuova Storia e Gloria della Dinastia dei Paperi: Alessandro Sisti sfrutta questa piccola anteprima per collegare questo nuovo ciclo con quello storico e lo fa dimostrando la propria stoffa di sceneggiatore: in modo chiaro e divertendo. Claudio Sciarrone disegna belle tavole dinamiche e personaggi dall'appeal moderno, cosa che si nota soprattutto nel look dei nipotini e nei loro compagni di classe, ma qualcosa mi dice che illavoro dell'artista esploderà davvero solo nei prossimi episodi :)

Le tavole autoconclusive di Tito Faraci e Silvia Ziche, infine, ricollocano il Re Topolino delle Cronache del Regno dei Due Laghi in una fiera che ha molte affinità con Lucca Comics, in una parodia divertita della kermesse toscana che strappa qualche sorriso, anche se alcune tavole sono meno riuscite.
Andrea "Bramo"

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TOPOLINO 3238

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Un'avventura celebrativa per il compleanno dello Zione di Vito Stabile e Alessandro Perina.
Andrea "Bramo"

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Bramo

Topolino #3238 è un albo che dà soddisfazione... per la prima storia e in parte per la seconda.
Sì, perché per il resto della storiellina scialbo-promozionale di DuckTales, dell'ennesima variazione sul tema di Gambadilegno e Trudy e di una danese per nulla avvincente (nonostante ci provi, eh, con la tecnica simil-Inception, ma senza riuscire mai a sorprendere) e disegnata senza mordente, non c'è effettivamente granché su cui rivolgere la propria attenzione. Nemmeno il servizio su Gli ultimi Jedi appare effettivamente utile e interessante, per come è composto.

Non resta che rivolgere quindi la propria attenzione alle prime avventure.
Topolino e le luce di Innsmouse ci prova ad andare oltre al già visto: la citazione a Lovecraft, l'atmosfera lugubre abbastanza azzeccata, il mistero... non tutti questi elementi riescono a reggere durante per l'intera durata della storia di Gabriele Panini, e forse il tratto di Alessia Martusciello non era il primo a cui avrei pensato per questa storia (l'artista se la cava bene ma la sua linea rimane troppo rotonda e "rassicurante" per una trama del genere, anche se le ambientazioni hanno quel tocco vagamente inquieto che serve), ma perlomeno si tenta di mostrare qualche inflessione di nuovo, di diverso dal solito, anche nel ruolo assegnato a Gambadilegno per esempio. Lo sviluppo e la soluzione finale poi smosciano un po' il tutto, purtroppo.

Ma andiamo al pezzo forte del numero: la storia celebrativa per il compleanno di Zio Paperone.
L'importante compito è spettato a Vito Stabile, un appassionatissimo di lunga data dello Zione: una mossa lodevole da parte della redazione, commissionarla a lui, anche perché in questi anni ha dimostrato sul campo di saper scrivere bene e di saper usare in modo significativo il personaggio.
In effetti Zio Paperone e la corona dei desideri è una storia-summa del papero in ghette e cilindro: c'è il viaggio, l'avventura con i nipoti, la ricerca di un tesoro mitologico, una riflessione sulla ricchezza e i suoi molti significati. Non manca perfino la strizzatina d'occhio per i fan nelle ultime tavole, tra Monte Orso e doppia splash page commemorativa.
Tutto bello... ma poi? È quello che mi sono trovato a chiedermi a fine lettura, e anche dopo le due riletture successive. La storia è ben scritta e ha tutti gli elementi tipici delle avventure paperoniane... ma il risultato, appunto, è di avere una storia fin troppo classica, dove ad alcune idee molto forti -
Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.
- non segue uno sviluppo altrettanto avvincente. La trama è ben studiata e tutto torna in modo preciso, ma non mi ha coinvolto come mi aspettavo.
I pirati sono comprimari poco interessanti, l'idea di inserire Malcolm de' Paperoni è carina e contestualizzata ma appare comunque piuttosto gratuita; il personaggio, inoltre, ha poco spazio per esigenze di sceneggiatura e questo impedisce al lettore di entrare in sintonia con lui.
Ne esce bene Paperone, ma in fondo Vito ha sempre dimostrato di saper usare bene il personaggio e di capirlo: peccato però che la prima parte della storia alluda al malumore dello Zione verso il suo compleanno ma poi la cosa non venga effettivamente affrontata o spiegata, ma lasciata all'intuizione (dei lettori e dei nipotini) alludendo al tempo che passa. Concetto bello e importante, ma affrontato appunto solo di striscio.

Il colpo di scena finale sulla natura della corona al centro della vicenda è una delle cose migliori della storia: poetico e ben calibrato, offre una felice svolta alla narrazione, ma nel complesso l'avventura mi appare riuscita solo per metà. Forse se avesse avuto a disposizione un'avventura in due tempi Stabile avrebbe potuto orchestrare una trama di più ampio respiro che mi avrebbe coinvolto maggiormente, mentre così la storia rimane sicuramente gradevole e godibile, con una sceneggiatura molto buona e con i disegni di un Alessandro Perina in formissima, ma a mio avviso "manca qualcosa" e di certo per me l'autore ha scritto storie con Paperone protagonista migliori di questa.
Andrea "Bramo"

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SisselMarston

Che mi dite sul Principe Duckleto ?

Solomon

Una delle migliori storie del 2016 a mani basse, imo.
Ora, con le dovute eccezioni, io rido molto di rado di fronte a un fumetto Disney (passata una certa età, penso sia naturale che quel tipo di umorismo non faccia più presa - e infatti mi stupisco di quanti dicono di farsi grasse risate di fronte alle storie di Topolino). Vi cerco altre cose, come l'avventura, i personaggi, ecc...

Duckleto è stata una di quelle eccezioni.

Peccato per i disegni, non certo brutti, ma nemmeno da manuale...

Arkin Torsen

Citazione di: Solomon il 19 Dicembre 2017, 11:54:47
(passata una certa età, penso sia naturale che quel tipo di umorismo non faccia più presa - e infatti mi stupisco di quanti dicono di farsi grasse risate di fronte alle storie di Topolino)

:quoto:



Domani acquisterò come da tradizione il Topo di Natale  :D
La miglior vendetta è vivere bene, e stronzate del genere (John Constantine)

No Use For A Name

Citazione di: Solomon il 19 Dicembre 2017, 11:54:47
(passata una certa età, penso sia naturale che quel tipo di umorismo non faccia più presa - e infatti mi stupisco di quanti dicono di farsi grasse risate di fronte alle storie di Topolino)

Infatti anch'io ad un certo punto ho smesso, dopo anni ed anni, hanno smesso di piacermi, pur ritenendole storie bellissime. :D
"I am Daenerys of the House Targaryen, the First of Her Name, The Unburnt, Queen of the Andals, the Rhoynar and the First Men,
Queen of Meereen, Khaleesi of the Great Grass Sea, Protector of the Realm, Lady Regnant of the Seven Kingdoms,
Breaker of Chains and Mother of Dragons"

Bramo



TOPOLINO 3239

Autori: AA.VV.
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PANINI DISNEY

Marco Bosco e Silvia Ziche propongono un classico della letteratura in chiave più che moderna. Protagonista? Scrooge, naturalmente. In più: storia a bivi e Olaf guest star!
Andrea "Bramo"

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