Il Batman Mondadori

Set 11, 2009

Analisi Batman Mondadori
Batman Mondadori
1966-1970

Storia di una serie leggendaria

La prima serie interamente dedicata a Batman uscì a partire dal Dicembre del 1966.

Batman 1

Dopo una decina d’anni di militanza tra le pagine del tascabile “Albi del Falco-Nembo Kid” e dell’oversized “Superalbo Nembo Kid” finalmente l’ “Arnoldo Mondadori Editore” promuoveva il Detective di Gotham a personaggio principale.
Della Bat-Mania dilagante negli States grazie alla serie televisiva prodotta dalla Fox, autentico successo mediale dell’epoca interpretata da Adam West (Batman) e Burt Ward (Robin), in Italia si raccolse solo l’eco grazie al film “Batman” (Prodotto come veicolo promozionale per la serie televisiva) diretto da Leslie H. Martinson.
Alla casa editrice milanese parve sufficiente per partorire la nuova testata; dopotutto la gadgettistica legata al successo del personaggio stava invadendo il mercato: bat-statuine, bat-materassini, bat-giochi, bat-mobili, bat-pupazzetti e quant’altro si poteva bat-commercializzare.


I CONTENUTI

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La produzione di storie dell’epoca non era foltissima. “Detective Comics” forniva una dozzina di tavole al mese mentre la testata “Batman”, che ne forniva circa il doppio, non aveva però la consueta periodicità mensile ed un paio di albi l’anno erano dedicati esclusivamente a ristampe pre “New-look” se non addirittura “Golden Age”.
Questo spiega la presenza, nella serie italiana, di tante “storie classiche”; alcune già pubblicate negli anni precedenti sulle testate di “Nembo Kid”.
Per fortuna dei lettori venne apportata nuova linfa vitale dalla serie originale “The Brave and the Bold” che si trasformò praticamente in una terza bat-testata; in essa si narrava dei team-up di Batman con altri personaggi del DC universe.
Il materiale non era comunque sufficiente a risolvere questa problematica quindi, di tanto in tanto, si ricorse al metodo italico del comprimario utilizzato come riempitivo.
La scelta ricadde su una manciata di storie tratte da “World Finest Comics” (Team-up fisso con l’Uomo d’ Acciaio; le storie che non venivano pubblicate su “Batman” erano destinate a loro volta a fare da riempitivo su “Superman”), “Justice League of America”, “Hawkman” e “Flash” in maniera saltuaria.
Batman venne additittura detronizzato dalle cover dei numeri 72 (Dal Falco) e 75 (Dal Velocista Scarlatto).
La prima storia pubblicata, “Il Cerchio OP del Terrore”, era tratta da “Detective Comics” 358 datato 12-1966; l’ultima, “Piatto in Borsa”, era tratta da “Detective 396” datato 2-1970.
Due storie tratte dalla più longeva delle testate dell’allora “National Periodical Publications” avevano fatto da apertura e da chiusura ad una serie che durò in tutto 82 numeri; record mai superato ma, coincidenza incredibile, solamente uguagliato dalla serie da edicola della “Play Press” che finì nel 1999 con il numero doppio 81/82.

DAL CAMP AL TRAMONTO DELLA SILVER AGE

All’epoca il concetto di continuity alla “National” era totalmente sconosciuto cosicchè si poteva assistere ad una pubblicazione non propriamente cronologica delle storie che, peraltro, erano pressochè tutte autoconclusive.

Bm19Nella prima parte della serie vennero pubblicate le ultime storie in cui il personaggio era più strettamente legato al suo co-creatore Bob Kane (Personalmente considerato Bill Finger altrettanto fondamentale nella genesi di Batman), anche se a quest’ultimo si poteva attribuire solo la caratteristica firma nel quadratino che appariva nella classica splash-page di apertura in quanto le tavole erano realizzate ormai da tempo da ghost-artists quali Sheldon “Shelly” Moldoff, Frank Springer, Chic Stone e Joe Giella.
Queste tavole, per la gran parte pubblicate sulla testata “Batman”, stridevano per la loro goffaggine (Soprattutto quelle di Shelly Moldoff e di Chic Stone) se confrontate con quelle più dinamiche pubblicate su “Detective Comics” realizzate da Carmine Infantino; l’artista italo-americano che fu l’artefice, nel 1964, del cambiamento grafico dell’eroe di Gotham passato alla storia come “New Look” con l’introduzione dell’ovale giallo nel petto.
Nel 1968 Kane si ritirò definitivamente lasciando il personaggio completamente in mano alla casa editrice che lo affidò ad una nuova leva di artisti. Contemporaneamente al cambiamento di staff negli States anche in Italia l’albo si rifece il look.
I primi 36 numeri furono pubblicati in bianco & nero al prezzo di 100 lire in formato cm.18,5×24; col numero 37 arrivò il colore con un leggero sovrapprezzo di cinquanta lire ed un riaggiustamento del formato a cm. 17,7x 25,5, avvicinandosi così ai comic-book originali.
E’ bene specificare che le pagine a 4 colori erano alternate a pagine a 2 colori (Nero e verde,nero e rosso, nero e arancio, nero e blu; variavano di albo in albo) per cui l’albo non era interamente a colori.
Col numero 61 si tornò all’ italica tradizione delle pagine a 4 colori alternate a quelle in bianco e nero.
Tornando ai contenuti proprio sul numero 37 compare la prima storia disegnata da Neal Adams per “World’s Finest Comics” 175.
Del maestro statunitense verranno pubblicate, oltre alla seconda storia realizzata per “WF” 176, quasi tutte le storie presentate sulla collana “The Brave and the Bold”.
L’unica avventura in solitario di Batman pubblicata fu quella realizzata per Detective 395 “The secret of Waiting Graves”, presentata su  “Batman” 79 col più rassicurante titolo “I Fiori dell’Eterna Giovinezza”.
Il “Comics Code” americano era piuttosto restrittivo ma la Censura italiana lo era ancora di più; al punto di Bm44arrivare a correggere vignette e omettere tavole come avvenuto con la storia “Il Suo Nome è Incubo” pubblicata sul numero 54 e tratta da “The Brave and the Bold” 80 (In originale “And Hellgrammite is His Name”).
Oltre ad Adams provvidero a rinnovare il look di Batman artisti come Bob Brown, Irv Novick e Dick Giordano che si occuparono di traghettare il personaggio dalle atmosfere “camp”(Da campus, in riferimento alla goliardia degli universitari), che l’avevano caratterizzato fino ad allora, ad un periodo più oscuro e noir più simile a quello delle origini.
La storia tratta da Batman 217 in cui Dick Grayson và al college (Di fatto chiudendo la società con Batman e secondo molti anche la “Silver Age”) non venne pubblicata in Italia forse per non turbare i giovani lettori.
L’attaccamento dei lettori ai personaggi era comiciato a scemare già agli inizi del 1969, il “Super-Bat Club” cessa le sue iniziative e la pagina della posta (“Batman-Linea calda”), pubblicata fino al numero 56 , viene rimpiazzata da redazionali di carattere sportivo, cinematografico o di semplice curiosità legata all’attualità dell’epoca.

LA RESA FINALE

Nemmeno l’ingresso di un munifico sponsor, la benzina “Total” che crea un apposito “Total Club Giovani” e fà produrre da artisti italiani un album di figurine che verranno omaggiate nei suoi distributori, risolleva le sorti delle testate di “Batman” e “Superman”.

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I gusti dei lettori e le loro esigenze erano velocemente mutati come gli avvenimenti storici che si erano susseguiti in quegli anni. Dal periodo “Camp” e dei “Figli dei Fiori” si era arrivati alle bombe terroristiche passando attraverso la contestazione studentesca del 1968.
La “Mondadori”, davanti al mutamento dei tempi, non rinnova il contratto con la “National” e cessa le pubblicazioni degli albi a fine marzo del 1970.
Il testimone passa l’anno seguente ai tipi della “Williams Inteuropa”, che pare fosse una succursale della “Warner”, senza utilizzare grandi veicoli promozionali;  “Superman” e “Batman” si riaffacciano così molto timidamente nelle edicole italiche. Sono di questo periodo le storie migliori del “Detective di Gotham” (Quelle del periodo O’Neal/Adams) ma la gestione della nuova casa editrice, che per le prime serie dei nostri eroi  tenta di proporre la formula dell’albo americano di 32 pagine, non è entusiasmante.
Una grafica scarsa ed una periodicità anomala non permettono ai personaggi di casa “DC” di reggere il confronto con l’ottimo operato della  “Editoriale Corno” che, grazie all’intuito di Luciano Secchi (Max Bunker), stava ottenendo successi in larga scala grazie alla pubblicazione degli eroi della “Marvel”. Questa però è già un’altra storia.
In definitiva la serie della “Mondadori” dedicata a Batman è una specie di lungo rito di passaggio da un’età spensierata e colorata come la “Silver Age” ad una più cupa e triste, ma più realistica, quale la “Bronze Age”.

A cura di Pierangelo Serafin

Altre Immagini:

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1- Batman 72: Batman defenestrato dalla cover in favore di Flash
2- Batman 82: Ultimo numero della serie
3- Batman 1 Edizioni Williams Inteuropa: La serie che nacque l’anno successivo edita da una succursale della Warner che intendeva lanciare, in Italia, il formato di 32 pagine all’ americana.