NightCriesAutore: Archie Godwin
Disegni: Scott Hampton
Albi originali: Batman – Night Cries (1992)
Edizione Italiana: Urla nella Notte, brossurato oversized Play Press (1996)

Quando le urla dei deboli che si è ripromesso di proteggere non giungono alle sue orecchie, quale destino può attendere un uomo che ha votato la sua anima alla giustizia?
La prima cosa che colpisce di questo albo sono indubbiamente i disegni di Scott Hampton: realistici, molto “d’atmosfera”, quasi degli acquarelli impressionisti se non fosse per la loro estrema cupezza, per la torsione dei volti abbrutiti dalla sofferenza e dallo sbigottimento. Il tutto inizia con un’assunto zoologico: i Pipistrelli possono non vedere e restare attentissimi al mondo attorno a loro. Ma la sordità per loro equivale all’oscurità più totale, divengono spaesati, incapaci di orientarsi. Batman in questa storia non sente, è sordo al pari del suo animale totemico, per riprendere una “figura” tanto cara a Grant Morrison e al suo “Sciamano”. Sordo alle innumerevoli grida di vittime di cui lui non è consapevole, incapace di immaginare tutti i crimini che non riesce ad evitare, soffocati dall’intimità di quattro mura domestiche.
Quante donne vengono maltrattate, quanti anziani seviziati, quanti bambini subiscono abusi… Nessuno li può fermare, perché nessuno ne ode l’eco. Batman non è che l’ennesimo Pipistrello spaesato dinanzi a queste nefandezze, non è che un altro spettatore tacito e inconsapevole. O forse consapevole, ma impotente. Il che è ancor più logorante.
Eppure c’è qualcuno che a tali grida risponde, un killer che trucida chi abusa dei minori punendolo secondo un suo ben definito codice morale, che in un certo qual modo richiama la “legge del contrappasso” dantesco. Tale sarà la morte quale la colpa di cui ci si è macchiati. Batman cerca di stanarlo, ma sembra quasi guidato da curiosità e da invidia più che da senso di giustizia… Giustizia di chi, poi? La giustizia del killer sembra molto più prossima alla sua propria giustizia di quanto non lo sia un qualsivoglia ente di polizia.
Colui che cerca è un uomo che ha fatto la sua stessa scelta di vendetta e di punizione, ma che, al contrario di lui, non ha la medesima forza inibitrice. Un uomo per cui risulta evidentemente troppo aberrante sopportare la vista del crimine che ha scelto di punire.
Il grido delle giovani vittime di questa terribile vergogna dell’umanità è un grido che il killer non riesce più a frenare, né ad ascoltare… Per ogni crimine giustamente punito, cento ne resteranno impuniti. La morte è l’unica scappatoia dalla sofferenza, dallo squallore, dallo schifo del quale la realtà assume le fosche tinte. La morte che tutto trascina, che tutto travolge, i suoi dispensatori per primi. E su questo Batman non può che soffermarsi, non può che meditare. Quanto ha senso ciò che fa, se per ogni persona salvata cento ne restano martoriate? Il suo urlo nella notte è l’urlo di chi non conosce una risposta, di chi ha perso l’orientamento, di chi, pur con i sensi più acuti di chiunque altro, non riesce a vedere e ad udire ciò che dovrebbe.

A cura di Marco Cecini